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Moto Guzzi Ambassador Turbo by Craigh Rodsmith

Una ricetta tipicamente yankee per la Moto Guzzi Ambassador special di Craig Rodsmith: più cilindrata e un turbocompressore!

In pochi lo sanno, ma Moto Guzzi è uno dei marchi europei più celebri ed amati negli Stati Uniti d’America: prima del “boom” di Ducati negli anni ’80-’90, il brand di Mandello del Lario rappresentava Oltreoceano la moto italiana per eccellenza, e anche gli Harleysti più fedeli tributano un certo rispetto alle bicilindriche lombarde.

Non solo, nella patria dei grossi V-Twin ad aste e bilancieri c’è anche chi delle Guzzi è un vero e proprio fanatico: Craig Rodsmith, un australiano trapiantato nell’Illinois, è uno di loro. Grandissimo appassionato del marchio dell’Aquila, questo aussie a stelle strisce ha costruito una special decisamente singolare.

Quella che abbiamo di fronte è una vecchia Moto Guzzi Ambassador del 1969 pesantemente trasformata da Craig: forte della sua quarantennale esperienza nel settore della customizzazione, il nostro uomo ha modificato e accorciato il telaio della vecchia bicilindrica e ci ha infilato dentro il propulsore da 850 cc di una Eldorado.

Il motore, eccezionalmente curato da Joe Walano di Guzzi Doctor -di solito Craig si occupa personalmente dell’assemblaggio e della preparazione delle unità motrici- è stato equipaggiato con un kit big bore, che grazie a un alesaggio di 88 mm e un nuovo albero motore (78 mm di corsa) ha portato la cilindrata a 950 cc. Il volano, inoltre, è stato alleggerito, e sul fronte dell’alimentazione è arrivata una coppia di carburatori Dell’Orto da 36 mm.

La vera chicca, però, è un’altra: Rodsmith ha deciso di andare ben oltre questo tuning ordinario, equipaggiando la sua Ambassador con un turbocompressore: ovviamente, alla luce della sovralimentazione, l’intero impianto di scarico è stato riprogettato e realizzato in acciaio inossidabile. Non si conoscono, al momento, i dati di potenza e coppia erogati da questa Guzzi turbizzata.

Sul fronte della ciclistica Craig ha optato per una forcella anteriore dei tardi anni ’60, mentre al posteriore abbiamo due ammortizzatori Super Shox. I bellissimi cerchi a raggi sono Borrani da 18″, vestiti da pneumatici Avon AM 26 Roadrider.

“Erano vent’anni che volevo costruire una racer come questa” confessa Craig “e volevo farlo alla mia maniera: olio di gomito e metallo”. Non c’è traccia, su questa Guzzi, di parti realizzate con macchine a controllo numerico o con sofisticate apparecchiature di ultima generazione: tutto, sull’Ambassador di Rodsmith, è costruito a mano o con strumenti “tradizionali”.

Anche la bellissima carenatura a campana lucidata a specchio, che richiama le moto da corsa degli anni ’50 come la leggendaria Guzzi 8 Cilindri da Gran Premio.

Craig, però ha ancora uno sfizio da togliersi: le sovrastrutture della sua Ambassador sono splendide, ma è un peccato occultare sotto a una carena un tale capolavoro di artigianato: “Mi piacerebbe costruire una versione naked di questa moto” rivela Craig “Sono molto contento di come mi è venuta la carena, ma adoro mostrare i dettagli della meccanica”.

Siamo d’accordo con lui, e aspettiamo sviluppi.

Via|BikeExif

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