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La Superbike del futuro più simile al BSB?

Ad Imola la Honda e la Yamaha avrebbero chiesto una centralina unica per il futuro. Un effetto domino che potrebbe portare a nuova vita la SBK

La Superbike di domani deve essere curata oggi. C’è poco da dire, lo spettacolo di pubblico di Imola, con tribune piene e festanti, non deve illudere: le derivate di serie si trovano all’interno di un periodo di crisi, una coda lunga che si trascina da anni. La notizia positiva è che ogni qualvolta il campionato si è ritrovato in una situazione problematica, è riuscita a risorgere come un’araba fenice. Dai gloriosi fine anni ’90, la serie (allora) Infront arrivò alla crisi del 2003, per poi risorgere dal 2005 in poi.

Ora una seconda crisi di show e spettacolo dato da una incongruenza di investimenti tecnologici. Dando uno sguardo superficiale, la risposta è unanime: la Kawasaki investe tanto e vince, la Ducati investe e sta davanti, le altre case sono in ritardo. Yamaha non riesce a colmare il gap, la Honda – senza appoggio alcuno da parte della casa – arranca pur avendo dalla sua uno sponsor di primissima classe e due piloti ex Motogp. Anche Aprilia, fino a pochi anni fa dominatrice, non riesce più a fare la differenza. Serve dunque un intervento da “deus ex machina”, un intervento che possa livellare lo spettacolo, lo show. Nel 2004 si intervenne con il monogomma Pirelli, tanto contestato inizialmente, ma poi apprezzato anche per la qualità del lavoro della casa italiana.

IMOLA, ITALY - MAY 13:  Leon Camier of Great Britain and MV Augusta Reparto Corse  leads the field during the Race 1 during the FIM Superbike World Championship - Race 1 at Enzo and Dino Ferrari Circuit on May 13, 2017 in Imola, Italy.  (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Ora la discriminante sarebbe l’elettronica, grande imputata, ma non tanto per la sua natura, quanto per lo sviluppo e gli investimenti che in taluni casi – come questo – non permetterebbe un livellamento delle prestazioni. Ed allora che fare? Ad Imola i responsabili di Honda e Yamaha hanno richiesto un confronto per arrivare ad un regolamento con centralina unica. Una soluzione a cui sembrerebbe non opporsi anche Ducati, seppur con vincoli ed una regolamentazione chiara.

Una novità? Decisamente no, anzi. La MotoGP ha già adottato tale soluzione, e ancor prima il British Superbike Championship si è dimostrato lungimirante. La seriee Oltremanica, proprio in un periodo di “crisi”, è risorta con delle soluzioni drastiche, come la totale mancanza di controlli elettronici e l’adozione della centralina unica Motec. E per chi pensa che questo possa favorire una casa piuttosto che un’altra, basti pensare al livellamento prestazionale del BSB degli ultimi anni, capace di mostrare tanti protagonisti: Kawasaki, Ducati, Yamaha, la stessa Honda e Suzuki sono state della partita per le posizioni che contano nonostante i progetti degli anni passati fossero datati.

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Certo, chi investe comunque rimane sempre avvantaggiato, ma livellando determinate aree di sviluppo si giungerà comunque ad una meritocrazia più “spalmata”. Lo sviluppo tecnologico è figlio comunque della MotoGP e non si può fare a meno di sottolineare come la Superbike deve vivere di spettacolo, non di ricerca. Anche perchè poi, con prestazioni più livellate, si potrebbe avere un nuovo equilibrio e paradossalmente ulteriori investimenti.

La Ducati quest’anno ha vinto la North West 200 con il team PBM che, dopo anni di Purgatorio, è tornata Oltremanica a recitare un ruolo di protagonista fin dallo scorso anno con Byrne, in barba a chi diceva che senza elettronica dedicata, la Panigale non avrebbe mai vinto. Un esempio di come dun regolamento in grado di rendere omogenei taluni punti può portare ad un effetto domino solo che positivo.

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