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CIV: MTR Tresoldi al via nella Moto3

Il Team MTR di Marco Tresoldi al via nella classe Moto3 del CIV

Al via nella classe Moto3 del Campionato Italiano Velocità (CIV 2017) tra poco meno di due settimane da Imola c’è il Team MTR. A svelare in forma ufficiale obiettivi e programmi è lo stesso team manager Marco Tresoldi che rende noti anche i termini di un significativo accordo raggiunto con Honda.

La fondamentale partnership consolidata nelle ultime due stagioni con l’engineering svizzera Geo Technology, con sede a Roche (Canton Vaud), consentirà infatti alla squadra gestita dall’ex pilota ticinese di schierare per la prima volta ai nastri di partenza della classe cadetta del tricolore due Geo Moto3 2017 con telaio HRC Honda, affidate ai giovanissimi Raffaele Fusco (2° nella PreGP 2T 2016) e Manuel Mazzullo (4° nella PreGP 4T 2016). Di seguito l’invervista a Marco Tresoldi.

Ci hai creduto tanto, ci hai soprattutto lavorato molto. E ora possiamo annunciarlo ufficialmente.

“Siamo arrivati a questo accordo grazie ad un percorso iniziato tre anni fa (inizio 2015) e un lungo inverno di lavoro e trattative. In virtù dei risultati ottenuti e del buon rapporto con Mr. Osamu Goto siamo, siamo perché è anche merito suo, riusciti a portare in Italia questa moto: la Geo Moto3 2017 con telaio HRC Honda. Un’operazione di cui sono contentissimo; importante per noi, perché permetterà di incrementare ulteriormente la nostra visibilità, ma anche per il nostro sport”.

Continuità di rendimento. Anche quando i riflettori erano rivolti altrove. E’ stato questo il segreto per la stretta di mano finale?

“Esattamente. Noi siamo sempre stati, e lo siamo tuttora, un team privato; che ha sempre fatto del lavorare bene una priorità. Con pochi soldi e pochi mezzi a disposizione per raggiungere la vetta. Ci siamo dovuti scontrare con situazioni importanti, squadre dai nomi rinomati o che potevano beneficiare dell’appoggio di case ufficiali. Nonostante questo, abbiamo ottenuto due titoli negli ultimi tre anni correndo con motore Geo nel 2014 e portando alla ribalta la nuovissima e sperimentale Geo V0 by NTS nel 2016; conquistando la fiducia di Mr. Goto, legatissimo a Honda, e della stessa Geo Technology. Il fatto che Honda ci abbia scelto come team di riferimento, affidandoci queste moto, è sicuramente motivo di grande orgoglio”.

Il corteggiamento nei confronti di Honda però va avanti da un po’. Poi lo scorso anno saltò tutto…

“E’ da tempo che studio questo progetto, avrei voluto si concretizzasse la scorsa stagione ma non arrivò il benestare della Honda, che aveva già deciso di puntare tutto sul CEV quale campionato di riferimento. Negli ultimi anni, tuttavia, il Campionato Italiano si è evoluto molto, contando la presenza di case e moto ufficiali. Ho cercato di far capire alla Honda che il mercato italiano è diventato importante e di livello tanto quanto il CEV e che senza moto ufficiali avremo rischiato di non ottenere più alcun risultato. Forse con il mio lavoro di quest’anno, affiancato da quello della Federazione Italiana, nel nome di Simone Folgori, siamo riusciti finalmente a dimostrare che quello tricolore è un palcoscenico altrettanto prestigioso e in costante crescita, come rivelano i numeri. Insomma, è servito un lungo lavoro alle spalle per portare una moto come la GEO Moto3 2017 con telaio HRC nel CIV ma alla fine ce l’abbiamo fatta”.

Un accordo di collaborazione i cui termini prevedono…

“Per il momento cinque Honda: tre al team Gresini, due ad MTR. Al termine della stagione, poi, ci sederemo nuovamente al tavolo delle trattative. Se avremo lavorato bene, al di là dei risultati, non ci saranno problemi a restare legati ad Honda anche per il futuro”.

Torniamo alle moto, dotate di motore GEO Moto3 2017. C’è stata un’ulteriore evoluzione rispetto allo scorso anno?

“Assolutamente sì. Il motore, costituito su base Honda, si è evoluto tantissimo mentre i punti forti sono l’accelerazione, la velocità massima ed il telaio. Diciamo che è diventata una moto molto molto competitiva, che ha già mostrato delle migliorie in tutti i campi”.

Il primissimo schooling è avvenuto a San Martino del Lago, poi una seconda presa di contatto a Rijeka.

“A San Martino del Lago è stata più una giornata di formazione rivolta alla squadra, con i responsabili Honda che hanno illustrato montaggio, messa a punto e manutenzione delle moto. I test svolti in Croazia, appena conclusi, sono andati benissimo. I motori non hanno dato nessun problema e da parte dei piloti non si è registrata nessuna caduta. Nessun imprevisto e temperature ottimali ci hanno consentito di lavorare al meglio, portando a termine quasi mille chilometri di test. Non possiamo che essere soddisfatti. Certo, i piloti li ho trovati molto giovani (sorride, ndr)… chiaro che, salendo per la prima volta su una Moto3, per altro molto particolare, anche loro hanno impiegato un momento per adattarsi. Fortuna che i test sono fatti proprio per questo. Al termine dei tre giorni hanno siglato entrambi tempi molto interessanti… che non voglio svelare. Lasciamola un po’ di suspense (scherza, ndr)”.

A proposito di piloti, fa piacere notare che Antonelli, Fenati, Di Giannantonio, Pagliani abbiano trovato spazio nel Motomondiale dopo essere passati tutti, uscendone da vincitori o quasi, dal team MTR. Un risultato che non tanti team manager possono vantare.

“Fa molto piacere direi, non tanto per me, ma specialmente per la squadra. Sono contento che i miei tecnici possano vedere i frutti del lavoro svolto con questi ragazzi. C’è una soddisfazione enorme nel poter accendere la televisione la domenica, guardare le gare del Motomondiale e accorgersi che quei giovani talenti lì, li hanno avuti in mano loro. E pensare magari di poterne scovare di nuovi in futuro”.

Citavi, giustamente, la squadra. Quella che non deve farsi cogliere impreparata nei momenti di tensione che durante la stagione inevitabilmente si presenteranno, soprattutto in una categoria tiratissima come la Moto3, quando ogni minimo errore può far la differenza.

“Ho sempre sostenuto che più del 50% del lavoro lo faccia la squadra, specialmente con questi ragazzi giovani. Durante questi test abbiamo notato che sono preparati, sì, in quanto arrivano dalla classe formativa inferiore, la PreGp, ma anche molto acerbi. Ragazzini a cui ancora sfugge il concetto di lavorare sulle moto. Hanno solo voglia, e alla loro età è giusto che sia così, di divertirsi. Questo però significa che dobbiamo ripartire da zero. Quando non hai una squadra buona, il 90% dei piloti si perde. E’ quello che cerco di far comprendere ai miei ragazzi. Forse non lo capiscono adesso, spesso devo litigarci, ma lo capiranno più in là. Quando arriverà il momento giusto. La differenza tra un pilota che approda al Mondiale e uno che non ci arriverà mai è proprio questa”.

Quest’anno il team MTR schiererà nuovamente un attacco a due punte, credendo ancora una volta su due giovanissimi. Cosa ti aspetti da loro?

“Mi aspetto che apprendano il più possibile da una situazione e da una moto nuova, molto performante. E che diano retta al team. E al Team Manager (ride, ndr). L’importante è crescere piano, con calma. Chi vuole arrivare subito, non arriverà mai. Voglio che progrediscano passo passo, senza guardare alla classifica. Da loro mi aspetto una crescita costante da qui a fine stagione, quando spero di vedere i risultati di questo lavoro. Rispetto agli anni scorsi non partiamo più con un pilota di punta, di esperienza. Abbiamo stravolto il team: abbiamo due giovani piloti quattordicenni, un nuovo capotecnico, un nuovo telemetrista. Ridiventiamo una scuola; i risultati si vedranno tra due anni, non adesso, nell’immediato. Ogni risultato ottenuto deve rappresentare un insegnamento per questi ragazzi. Che facciano 1° o 20° non mi interessa, al momento attuale conta solo la loro crescita. Di risultati ne parleremo a fine stagione. La sfida, per me stesso, è portarli ad essere competitivi nel 2018. Far si che all’età di quindici anni siano loro i candidati al titolo”.

Italiano, almeno per il momento.

“Se ci fosse la possibilità di entrare nel Mondiale con la Honda chiaro che piacerebbe. Forse a tutti (ride, ndr). Ma ho troppa esperienza. So come funziona il gioco. Questo è un mondo in continua evoluzione e questi sono discorsi molto prematuri. Ho appena intrapreso questo nuovo progetto, la priorità è lavorare bene qua, con Honda, e seguire loro. Sulla base del nostro lavoro vedremo cosa ci proporranno”.

Chi è Raffaele Fusco

Raffaele Fusco, 14 anni, originario di Bellaria, dopo aver messo nel suo palmares diversi titoli minimoto, nel 2016 si è laureato vice-campione italiano Premoto3 2T all’esordio assoluto.
A credere fortemente in lui è Denis Sacchetti, ex pilota ed oggi team manager Go Eleven (Superbike) oltre che presidente del Moto Club Eleven, di cui Raffaele ne è portabandiera.

Denis Sacchetti:

“Sappiamo che ora il gioco si fa duro, correrà contro piloti molto più esperti di lui e su una moto dalle prestazioni molto più elevate rispetto a quelle che ha usato in passato, per questo avrà bisogno della lucidità mentale per lavorare con il giusto metodo per crescere ed essere competitivo velocemente. Ha grandi doti e personalmente mi aspetto di vederlo in mezzo a quelli che contano già da metà campionato ma non è escluso che ci faccia una bella sorpresa anche prima.”

Raffaele Fusco:

“Sono felice di aver avuto questa importante opportunità, mi trovo benissimo con tutta la squadra, fanno un lavoro eccezionale e la moto è fantastica! Dai che da domenica iniziamo a divertirci!”

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