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Yamaha SCR950: prima prova

E’ una bobber più che una scrambler. Vive di quelle sensazioni vecchio stile che, alla fin fine, ti piacciono in sella. La nostra prima prova sulle strade del sud della Sardegna


E’ il mondo heritage, old style, chiamatelo come volete, ma quel che è certo è che Yamaha ne ha tratto lo stato dell’arte. Ad Iwata l’hanno riassunto perfettamente con il concetto, il brand Faster Sons. Marketing certo, ma comunque uno stile chiaro e definito. Contenuti tecnici di oggi, lo stile di ieri. Un concetto che si presenta ora con la declinazione SCR950, prima scrambler made in Yamaha da vari anni. E’ figlia della filosofia a stelle e strisce di Iwata, voluta principalmente per quel tipo di mercato, e non è un caso che, a vederla davanti i nostri occhi nel sud della Sardegna, ti offre più l’idea di un bobber, quasi una cruiser.

Impressione azzeccata in effetti, perchè questa SCR è la variante della XV950 che anche in Europa abbiamo apprezzato negli ultimi quattro anni. Una scrambler a modo suo, che vuole offrire la sua idea di libertà. In una frase? Metallo facile, ma c’è anche di più dietro. A partire da quella voglia di non disdegnare un po’ di sano sterrato. Due colorazioni: total black con dettagli bianchi sul serbatoio e le fiancatine da un lato, e serbatoio rosso e nero dall’altro. Prezzo? 9890 euro.

Yamaha SCR 950: com’è


Se l’occhio vuole la sua parte, l’estetica di questa SCR è quasi americana nello stile; ti sembra quasi una cruiser più che una scrambler ed il motivo è semplice: è figlia della XV. C’è poco da dire però, questo stile da american way affascina. Piaccia o non piaccia, ha personalità di spicco. Certo, me la trovo davanti gli occhi ed il primo pensiero è che sia più imponente del previsto. Una scrambler mi ha sempre dato l’idea di sbarazzino, facile, immediato.

Questa ha più le forme di una moto leggermente più matura. Il motore ha il ruolo principale, quel bicilindrico corposo che insieme al serbatoio a goccia – che guadagna un litro di capacità arrivando a 14 – e alla sella ne declina la sua natura. Una natura che però stona leggermente con quel telaio a culla. Lo ammetto, non mi ha fatto impazzire in termini di design. Eppure il fascino, quello si, lo vedi dalle tabelle porta numero ovali, posto in loco delle fiancatine. E poi ecco il manubrio da fuoristrada con traversino: si, devo salirci sopra. Ed una volta in sella, da fermo, la posizione è quella più da “strada bianca”. Sembra meno impacciata di quello che potrebbe presupporre, meno cruiser.

Eppure poi…terminale di scarico basso come le pedane che sono state riposizionate invero, ma che sembrano ancora un poco basse. L’animo è quello dell’XV con il fanale rotondo, la luce posteriore a led e le frecce intatte, il blocchetto per l’accensione sulla destra sotto il serbatoio, il cruscotto ad elemento singolo. C’è da sottolineare come la qualità costruttiva percepita sia buona, un punto in più!
Tecnicamente? Come detto in bella vista c’è quel bicilindrico a V di 60 gradi, con scatola filtro a destra. Un motore a corsa corta – 85×83 mm – elastico si, ma comunque affidabile e buono. Insomma, è uno di quei motori che consideri evergreen. La distribuzione è monoalboero con 4 valvole per cilindro, con i pistoni in alluminio forgiato e cilindri con canne in alluminio. Frizione a comando meccanico e cambio a cinque rapporti. La trasmissione? Beh, derivando dalla XV950 la risposta è una: cinghia dentata con custodie di protezione. Il che, considerando la natura di questa SCR, rivestono un ruolo ancor più importante.

Cifre: 52 cavalli a 5.500 giri/min e coppia di 8,1 kgm a 3000 giri. Dimenticate elettronica con controllo di trazione o mappe motore: qui si rimane con l’animo spartano, polveroso.
E veniamo al telaio. Doppia culla in tubi tondi in acciaio. Passo di 1575 mm, forcella inclinata a 29° e avancorsa di 130mm. E poi telaietto posteriore saldato alla struttura principale, ammortizzatori posteriori con serbatoio separato. Cambia la ruota posteriore che passa da 16 a 17 pollici, così come ovviamente la sella che passa da 690 mm di altezza a 830. Non poteva che guadagnare anche la luce a terra visto il cambio di natura: da 130 a 140 mm.

Davanti, la ruota è da 19 pollici, che poggi su una forcella teleidraulica da 41 mm con 130 mm di escursione. Sospensioni che si regolano solo nel precarico della molla. A frenare la SCR950 ci pensano dischi singoli da 298mm. Peso? 252 kg.

Yamaha SCR950: come va


[rating title=”Yamaha SCR950″ value=”7.5″ value_title=”Prima prova” layout=”left”] Il sole è ancora basso su Baia Chia, così come la temperatura. Fa freddo in Sardegna, per lo meno fino alle undici del mattino. Casco Jet ben allacciato, occhiali per ripararci anche dal vento e si parte. Sembriamo un po’ usciti da Easy Rider, ed in effetti quello è l’effetto voluto per questa moto. La triangolazione è alla fin fine buona, non è più seduta da bobber, ma ha una sella più alta a 830 mm da scrambler.

Per il sottoscritto, al di la delle manovre a fondo corsa del manubrio leggermente difficoltose, la triangolazione è azzeccata. Stai comodo, con questo manubrio rialzato un po’ fuoristradistico. Il busto è quasi dritti. Certo, lo sai che in questo modo prenderai tanta aria, ma per una guida tranquilla tra le curve di Teulada va anche bene. Peccato però che con queste pedane larghe, l’idea di spingere forte sia un po’ castrata. Non è la sua natura invero.

Che non sia una Scrambler vera e propria ma una bobber lo avverti subito. Vuole essere portata in scioltezza questa SCR, che non ti disdegna senza problemi quel gusto da strada bianca. Lei vuole la libertà, e state certi che anche un piccolo guado te lo affronta senza troppi pensieri, così come lunghe distese di polvere in mezzo ai campi del Sud della Sardegna. Il V-Twin frulla il giusto, vibra come un tempo. Ecco, qui tra le mani quelle vibrazioni non le puoi chiamare difetto. Sono il suo tocco di personalità, la sua firma in calce. La trazione è celebrata da quella cinghia dentata che si collega diretta alla manopola dell’acceleratore: diretta, pura, senza sbalzi ne on-off degni di menzione. E poi lo scarico. Peccato sia basso, ma ha un bel suono, cupo, gretto, non imponente.

Ti suona come un compagno di cui ti puoi fidare. Tutto ha un po’ la sensazione dell’old style, del polveroso ma di compagnia. La avverti questa filosofia yankee su questa moto, anche dalla mancanza del contagiri, ma qui si va ad orecchio, ed anche se in una curva vai sottocoppia lo senti subito, e questo bicilindrico riprende subito con il gas in mano e regolarità.
Affrontiamo un pezzo di strada bianca, in piedi sulle pedane. La senti il giusto tra le gambe anche se lo capisci che ti ritrovi con una moto che non è nata per quello. La taratura delle sospensioni è improntata sul comfort, ma l’escursione non è così elevata. Così qualche colpo secco arriva con qualche buca di troppo

E forse è proprio questo il divertimento. Perchè alla fine ci puoi fare quel che vuoi, conscio che lei comunque ti asseconderà con i suoi punti di forza, primo tra tutti il motore ed il suo baricentro basso. E’ una moto facile questa SCR950. Con un motore con questa elasticità puoi giocare quanto vuoi. Merito della coppia già ben presente ai bassi regimi. Ma è per strada che prendiamo “il toro per le corna” e qui qualche piccolo limite lo avverti. Che poi chiamarlo “limite” sia improprio forse è vero. Forse è il disguido di sentenziarla come Scrambler che ne cambia la visione. Perchè tra le strade a picco intorno Teulada e Baia Chia, lei danza che è una bellezza. Senza esagerare però. Le pedane basse, qualora volessimo forzare il ritmo, diventano un limite.

Basta veramente poco angolo di piega per sentir grattare sotto. Scende velocemente in piega, secca dietro e un poco sottosterzante davanti. L’avverti quell’inerzia quando inizia un tratto misto destra-sinistra-destra. Devi faticare, metterci del tuo. Eppure è divertente. Continuo a guidare questa moto con il sole oramai alto nel cielo, penso che ha quel limite o quell’altro, però mi diverto, mi lascia in mano il gioco questa SCR950. Ti da l’idea di avere tra le mani una moto dal gusto metallico, dai sapori che puoi rivedere in Sons of Anarchy tanto per intenderci. E poi frena veramente bene. E’ stabile, ha un buon equilibrio dinamico nel suo complesso, la frizione è puro burro ed è un gioco tra le mani. La leva del cambio è a innesto lungo, ma tant’è – lo ripetiamo – è una bobber!

Se pensate di poter avere tra le mani una Scrambler pura, state sbagliando. Se pensate di poter guidare al limite ed avere una moto leggera, beh non ci siamo. Se volete una moto facile, pastosa, stabile, vecchio stile, da guidare rilassati, fluidi, senza disdegnare qualche piccola stradina di campagna, beh allora iniziamo a ragionare. E se pensate che le bobber americane siano le vostre amanti, con quel serbatoio a goccia tra le gambe, gli occhiali da sole, un casco che vi faccia prendere il vento sul vostro viso, ecco allora questa SCR950 può fare al caso vostro. Come riassumervela? Con una battuta appena sceso dalla moto: “striscia, ha inerzia, è pesante. Ma ha anche dei difetti”.

Yamaha SCR950: piace e non piace

Piace
– stile e design
– la spensieratezza con cui ti porta in giro
– è una moto a cui puoi dare del tu ed avere la situazione in mano
– il motore, corposo e vibrante

Non piace
– Pesante
– Inerzia alla guida
– posizione della scatola filtro sulla destra scomoda per chi è mediamente alto
– le pedane strisciano in terra ad angoli di piega

Yamaha SCR950: scheda tecnica

Motore
Motore 4 tempi, Raffreddato ad aria, 4 valvole, SOHC, 2 cilindri a V
Cilindrata 942cc
Alesaggio x corsa 85,0 mm x 83,0 mm
Rapporto di compressione 9,0 : 1
Potenza massima 40 kW (54,3CV) @ 5.500 giri/min
Coppia massima 79,5 Nm (8,1 kg-m) @ 3.000 giri/min
Lubrificazione Carter umido
Frizione in bagno d’olio, dischi multipli
Alimentazione Iniezione
Accensione TCI
Avviamento Elettrico
Trasmissione Sempre in presa, 5 marce
Trasmissione finale Cinghia
Fuel consumption 5 l/100km
CO2 emission 115 g/km
Telaio
Telaio Doppia Culla
Sospensione anteriore Forcella telescopica, Ø 41 mm
Escursione anteriore 135 mm
Inclinazione canotto sterzo 29º
Avancorsa 130 mm
Sospensione posteriore Forcellone oscillante
Escursione posteriore 110 mm
Freno anteriore Disco idraulico, Ø 298 mm
Freno posteriore Disco idraulico, Ø 298 mm
Pneumatico anteriore 100/90-19M/C 57H
Pneumatico posteriore 140/80R17M/C 69H
Dimensioni
Lunghezza 2.255 mm
Larghezza 895 mm
Altezza 1.170 mm
Altezza sella 830 mm
Interasse 1.575 mm
Altezza minima da terra 145 mm
Peso in ordine di marcia (compresi serbatoi olio e carburante pieni) 252 kg
Capacità serbatoio carburante 13 Litri
Quantità olio motore 4,3 Litri
Nota EU4 compliant

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