Home Alex Lowes a Motoblog: “Voglio vincere con Yamaha!”

Alex Lowes a Motoblog: “Voglio vincere con Yamaha!”

Il britannico del team Pata Yamaha punta al riscatto nel Mondiale Superbike 2017 dopo un 2016 con molti “alti e bassi”.

In occasione della presentazione dei team ufficiali Yamaha della scorsa settimana abbiamo avuto lì’occasione di scambiare due chiacchiere con il britannico Alex Lowes, pilota del team Pata Yamaha nel prossimo Mondiale Superbike insieme all’olandese Michael Van der Mark.

Dopo aver conquistato il prestigioso titolo BSB nel 2013, il 26enne del Lincolnshire si appresta ad affrontare quest’anno la sua quarta stagione completa in WSBK, la seconda sulla Yamaha YZF-R1 con cui lo scorso anno non ha centrato il tanto atteso piazzamento sul podio. Ma con l’esperienza accumulata in sella alla 4-cilindri di Iwata, l’inglese spera di rimediare presto a questa lacuna.

La prima domanda è quella più scontata: quali sono i tuoi realistici obiettivi per questa nuova stagione con la R1?

“Innanzitutto devo dire che il team ha fatto un lavoro fantastico quest’inverno per migliorare ulteriormente la moto, ma al momento non sappiamo di quanto, nel senso che non conosciamo davvero molto del livello a cui siamo arrivati. Sappiamo di avere un pacchetto migliore rispetto a quello 2016, ma abbiamo bisogno di misurarci direttamente in pista con gli altri per comprendere meglio la situazione.”

Ma in termini pratici, a quale genere di risultato credi di poter aspirare? Puoi puntare al podio?

“E’ impossibile da dire, in questo momento… Io credo in me stesso e l’obiettivo ultimo è sempre quello di vincere le gare. E’ normale: io sono un pilota e corro per vincere e adesso voglio vincere con Yamaha. Tuttavia, ora come ora, non posso sapere se quest’anno sarò nelle condizioni di riuscirci.”

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Alla vigilia della stagione, quali ritieni siano i piloti più forti della superbike e quindi i favoriti per il titolo?

“Questa è facile: Johnny [Rea] con la Kawasaki, Chaz [Davies] con la Ducati ed Eugene [Laverty] con l’Aprilia. Si tratta di tre grandi piloti su tre moto fantastiche, ma io sono fiducioso e credo che anche noi riusciremo a inserirci un questo gruppetto. Spero che dopo le prime gare si possa aggiungere “Alex con la Yamaha” a questa lista… e anche Michael [van der Mark] magari: questo vorrebbe dire che abbiamo fatto davvero un buon lavoro.”

Dopo i primi test con la moto in configurazione 2017, quali credi che siano le aree in cui hai notato i maggiori miglioramenti rispetto a quella dello scorso anno?

“Abbiamo fatto uno step importante in termini di elettronica che mi permette di avere molta più confidenza con la moto, ma devo aggiungere che un’altro step decisivo per noi riguarda me stesso. L’anno scorso non avevo una piena conoscenza della moto e ho trascorso buona parte dell’anno a imparare come sfruttarla al meglio, e in più si è aggiunto qualche infortunio a complicarmi la strada. Oggi invece sono in forma al 100% dal punto di vista fisico e non vedo l’ora di iniziare a fare sul serio.”

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Su quali piste credi di avere le maggiori possibilità di fare bene?

“L’anno scorso siamo andati molto bene sia a Phillip Island che in Qatar e credo che siano queste le piste più favorevoli per noi, ma ogni anno moto e avversari cambiano e quindi non è facile lanciarsi in previsioni di questo tipo. Magari quest’anno ci troveremo ancora meglio su altre piste, ma per ora non possiamo saperlo.”

L’anno scorso hai anche fatto il tuo debutto in MotoGP (come wild-card nel team Tech3 in sostituzione dell’infortunato connazionale Bradley Smith) anticipando pure tuo fratello gemello Sam, che quest’anno sarà pilota ufficiale Aprilia nella Péremier Class del Motomondiale. A distanza di qualche mese, cosa ti è rimasto di quella esperienza?

“Ricordo la grande differenza con la Superbike specialmente in termini di freni e gomme, quello fu davvero la cosa più grande e sorprendente per me. Freni e gomme sono davvero una cosa del tutto diversa in MotoGP, all’inizio per me fu molto difficile abituarmi, ma per il resto considero la mia R1 quasi come una ‘sorella minore’ della M1.”

11 República Checa 18, 19, 20 y 21 de agosto de 2016; circuito de Brno, República Checa; MotoGP; Mgp; mgp; motogp

“Ho avuto qualche problema in termini di messa a punto in MotoGP, ma è stato inevitabile perché mi serviva più tempo per comprendere la moto e le sue componenti. Ora come ora, guardo indietro a quell’esperienza, ho un po’ di rammarico perché alla fine ero davvero migliorato molto… se avessi avuto più tempo per fare test e per conoscere la moto avrei potuto fare anche meglio.”

“Inizialmente mi è mancata la confidenza per essere davvero veloce con la MotoGP, ma, tutto sommato, devo dire che le differenze con la Superbike sono state meno drammatiche di quello che avrei potuto immaginare: l’elettronica è simile, buona parte della ciclistica è simile, ma i freni richiedono tutto un altro genere di approccio.”

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Sia tu che tuo fratello Sam correte con il numero 22: c’è qualche ragione particolare per questa scelta? Ha forse a vedere con il fatto che siete gemelli?

“In passato, quando correvamo, mio fratello aveva l’11. Il compleanno di nostra madre è il 22 Novembre (22/11), quindi lui correva con l’11 e io con il 22. Quando è arrivato in Moto2 ha trovato il suo numero già ‘occupato’ da Sandro Cortese e quindi doveva sceglierne un altro. Alla fine ha scelto di adottare anche lui il ‘mio’ 22. Scrivilo però che è lui che mi ha ‘rubato’ il numero [ride].”

Come ultima domanda ti chiedo, da pilota britannico, qual è la tua opinione sulle gare di ‘Road Racing’ come Tourist Trophy, NW200 etc…

“Ne sono abbastanza intimorito, a dire la verità. Per me si tratta di uno sport diverso da quello che facciamo noi, quei ragazzi sono matti, ma capisco benissimo come mai anche gli appassionati ne vanno matti. E’ un genere di gare che mi piace e che trovo molto ‘attraente’, ma allo stesso tempo non credo che io mi cimenterò mai in gare del genere… le mie palle sono troppo piccole [ride]!”

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