Home Ducati e Yamaha, presentazioni-show. Ma la MotoGP non è il Festival di Sanremo

Ducati e Yamaha, presentazioni-show. Ma la MotoGP non è il Festival di Sanremo

Anche la MotoGP vive di show-business e di comunicazione

Campionato del Mondo MotoGP 2017 – Le due ultime presentazioni dei Team ufficiali Ducati e Yamaha per la stagione 2017 oramai alle porte, pur diverse fra loro, hanno entrambe puntato sullo show andando ben oltre il significato tecnico ed agonistico. Abbiamo seguito i due attesissimi eventi che di fatto chiudono la pausa invernale anticipando la pepatissima nuova stagione del Motomondiale. Abbiamo detto “show” proposto non solo sul piano coreografico, con overdose di luci e suoni, ma soprattutto pensato e gestito per trasmettere emozioni e creare l’empatia con il pubblico di appassionati e non, ovunque nel mondo.

Ducati e Yamaha – sarà così anche per Honda e le altre grandi Case impegnate nella premier class – usano una raffinata strategia di marketing per sostenere, grazie alle corse in MotoGP, il proprio brand per agguantare – oltre al titolo iridato – il titolo di più “powerful”, ossia più amato – se non il più influente – nel motociclismo a livello internazionale.

Non sono quisquiglie se si pensa che il brand della Ferrari è il più influente al mondo davanti a big quali Coca Cola, Google ecc. con le conseguenze sulle vendite, sui bilanci, sul business quindi anche sui livelli occupazionali, sulle ricadute nel territorio ecc. Pur con le dovute specificità, sempre più, anche l’acquisto di una moto è dettato dalla capacità del brand di generare “emozione” al cliente “vendendo” un culto con l’acquirente che entra così in un club speciale. Tutte cose già note da tempo: basti pensare alla Harley-Davidson e ai suoi fan e ai suoi club ma anche al passato quando la stessa cosa accadde – pur in proporzioni e modi diverse – per le nostre grandi Case Moto Guzzi, Gilera, Benelli, MV Agusta, Morini, Bianchi ecc.

Perché nel titolo di questo post si fa riferimento al Festiva di Sanremo? Che c’azzecca con il motociclismo? Trattasi sempre di… “competizione”, ma soprattutto di show, di comunicazione, di marketing, di emozioni da trasmettere e di business. Si può snobbare Il Festival di Sanremo ma non i milioni di telespettatori che lo seguono in tv e sui media. Un Festival 2017 con grandi novità non solo perché non ci saranno vallette: con Carlo Conti entra Maria De Filippi deus ax machina della tv commerciale, per dare forza alla trasmissione più vista in Italia, un “matrimonio” fra Rai, tv pubblica e generalista, e tv privata targata Mediaset troppo conosciuta per essere spiegata.

Perché questa “rivoluzione”? Perché la Rai cerca con questa operazione di mettere sul divano davanti alla tv insieme ai nonni anche i nipoti. Capito? Anche qui, con queste scelte azzardate (la direzione artistica a uno come… Conti…), i “puristi” protestano perché la musica diventa sempre più un optional e le canzoni solo un pretesto. Ma Sanremo deve funzionare come “strumento” televisivo: Sanremo macchina da business vince se fa grandi ascolti tv, non perché propone buoni brani musicali o lancia grandi canzoni che – se ci sono – non guastano.

Le presentazioni dei Team Ducati e Yamaha percorrono – con le dovute differenze – gli stessi binari che però, alla fine, si separano. Perché? La MotoGP vive di show e senza lo show-business trasmesso e interpretato dalla tv e dai media scomparirebbe o diventerebbe un … rudere per quattro gatti. Non è vero che sarebbe migliore rinverdendo i fasti del passato glorioso ma che non era tutto rose e fiori. Tuttavia per far funzionare il “giocattolo” delle grandi corse non basta il contenitore, servono i contenuti, cioè la competizione in pista con i suoi grandi protagonisti, grandi Case, grandi moto, grandi piloti.

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