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Bimota HB1: dagli USA una replica da sogno

La Bimota HB1 è stata prodotta in soli 10 esemplari, che sul mercato dei collezionisti hanno ovviamente raggiunto cifre folli. Dagli Stati Uniti, però, arriva una fedelissima replica della prima moto prodotta dalla casa riminese…

Bimota è uno dei nomi più prestigiosi dell’intero panorama motociclistico, non solo italiano ma addirittura mondiale. La storia della casa riminese ha origine alla fine degli anni ’60, come società produttrice di impianti di riscaldamento: tra i fondatori c’è anche quel Massimo Tamburini che, molti anni dopo, darà vita alle due motociclette sportive più belle dell’era moderna, la Ducati 916 e la MV Agusta F4.

Pochi anni dopo la fondazione, la passione del Maestro per le due ruote portò Bimota ad avventurarsi nel mondo delle parti speciali per motociclette, volte a rendere più sportivi i modelli della grande produzione di serie.

Vocazione principale del marchio fondato da Tamburini era infatti quello di migliorare il comportamento stradale delle rivoluzionarie moto giapponesi: le nipponiche, pur contando su propulsori affidabili e performanti, non avevano però solitamente telai all’altezza di quelli prodotti dalla scuola europea. Niente di meglio che unire la raffinata motoristica del Sol Levante alla sopraffina arte telaistica italiana.

Bisogna attendere però l’inizio degli anni ’70 perchè il marchio Bimota (acronimo di BIanchi, MOrri e TAmburini) inizi a produrre modelli con il proprio nome: è il 1973 quando il brand romagnolo lancia sul mercato la sua prima motocicletta, la HB1, cioè Honda-Bimota-Numero 1.

Si trattava in realtà di un kit, regolarmente omologato per la Honda CB750 Four: esso comprendeva telaio, forcella, forcellone, serbatoio, codino e altre componenti speciali, volti a conferire una maggiore “cattiveria” sportiva all’iconica quadricilindrica dell’Ala Dorata.

Bimota (che qualche anno dopo avrebbe vinto un titolo 350 GP e svariate gare del neonato Mondiale Superbike, perdendone la prima edizione per un soffio) produsse in tutto 10 esemplari di questo ricercatissimo kit, di cui un prototipo.

Inutile dire che ora, a oltre 40 anni di distanza, le quotazioni delle HB1 sono alle stelle: gli ultimi due modelli messi in vendita sono stati battuti dalla casa d’aste Bonhams a ben 70.000 $ ciascuno. Una cifra non certo per tutti.

Quella che vedete in questi splendidi scatti del fotografo Ryan Handt non è però un modello originale, ma una fantastica replica costruita negli Stati Uniti da Rob Phillips, boss di Husky Restorations.

Negli ultimi due anni Rob ha compiuto una minuziosa opera di reverse-engineering, replicando fedelmente ogni minimo particolare della maxi-sportiva riminese: per il telaio, fiore all’occhiello di Bimota fin dalle sue origini, si è rivolto agli specialisti di Framecrafters (Illinois).

Al reparto sospensioni troviamo invece una favolosa forcella Ceriani GP35R da gara, con piastre di sterzo con offset regolabile. Al retrotreno, invece, vi sono due ammortizzatori Marzocchi: componentistica tutta italiana dunque, se contiamo che anche l’impianto frenante è marchiato Brembo.

Anche le pedane e i semimanubri sono made in Italy: le prime sono Tarozzi, i secondi Tommaselli.

Le sovrastrutture, cioè codino, serbatoio e parafango anteriore, sono in fibra di carbonio: riprendono fedelmente gli elementi originali, tant’è che il deposito del carburante è assicurato al telaio tramite uno strap in gomma, proprio come sulla vera HB1.

Il propulsore, ovviamente, è il “Four” monoalbero della Honda CB750: per incattivirne il carattere, sono stati montati un albero a camme Megacycle e dei filtri aria K&N. Per lo scarico Rob ha optato per un impianto 4-in-4, che termina con due coppie di bellissimi tromboni.

Che dire, non sarà una HB1 autentica, ma è una vera meraviglia!

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