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Yamaha MT-09 MY 2017: primo contatto

Ci trovavamo a Colonia: Yamaha presentò un tre cilindri. Crossplane. E tutti a pensare subito ad una nuova supersportiva. Invece no. Era l’inizio del lato oscuro del Giappone, che oggi si è evoluto. Ancor più divertente.

E pensare che tutto era nato da un prototipo. Nemmeno aveva le ruote. Si intuiva, quello si, che quello poteva essere un momento di svolta. Salone di Colonia. Yamaha presentò un tre cilindri. Crossplane. E tutti a pensare subito ad una nuova supersportiva. Si perchè il mercato era in crisi, principalmente con il crollo di vendite delle supersportive. E stai a vedere che torna la R1 a breve? Stai a vedere che faranno una R6 a tre cilindri? Quanto ci si sbagliava.

Perchè ad Iwata già ridevano sotto i baffi. Non era l’evoluzione di un cammino. Era una rivoluzione. Pura, semplice, diretta. Non lo stavamo capendo ma stavamo dando una sbirciata, dal buco della serratura, al lato oscuro del Giappone. E quel Dark Side aveva un nome: MT09. Oggi, la nuda tre cilindri, dopo aver venduto 110.000 esemplari in Europa in tre anni, non è semplicemente una realtà. E’ la prima moto di una nuova generazione dei Tre diapason. Da lei si sono declinate la Tracer, la MT-07, la MT-10. Ma la 09 rimane la capostipite. Ed oggi si è rinnovata al prezzo di 8.990 euro.

La nuova MT-09 sarà disponibile nelle colorazioni Night Fluo, Race Blu e Tech Black a partire da dicembre 2016.

Yamaha MT-09: com’è

Arriva il 2017 arriva l’Euro4. Ed allora tutto il settore delle due ruote si deve aggiornare. L’occasione è stata propizia per migliorare qualche dettaglio per tutto il parco moto, ed anche la 09 ha ricevuto lo stesso trattamento. D’altro canto, quella rivoluzione urbana è cominciata a fine 2013, e non vi sarebbe motivo di stravolgere un progetto vincente.

Molti sono gli affinamenti dal punto di vista tecnico, ma anche del look. E partiamo proprio da quest’ultimo: nuovo il mascherino ispirato alla sorella maggiore con cilindrata da un litro. Via quindi il singolo faro, ora c’è un doppio gruppo ottico leggermente più aggressivo. Ecco, forse la 09 se peccava di qualcosa nella prima serie era quella mancanza di uno stile che diveniva esso stesso stile. La coda ad esempio, o lo stesso gruppo ottico. Insomma, il design era un tutt’uno con il pilota. Tecnologico ma spartano.

Sembrava uscita dal film Tron. Non che ora cambi molto, ma comunque ha uno stile più definito. Raggiunge la maturità con il gruppo ottico nella struttura indicata, ma al contempo anche con un codone più corto di 30 mm, con un nuovo stop dal disegno ad M. Ma anche il portatarga, disposto in basso, legato al forcellone sotto la ruota. Forse troppo grande, ma tant’è, si può prendere quello aftermarket sotto la coda. Novità anche per la sella: più piatta e più alta di 5 mm. Sembra quasi una sella da moto da cross. Particolare, da provare in moto. Per il resto, lo stile rimane sempre quello. Nudo, chiaro, netto. Non la conoscessimo diremmo quasi mansueto da fermo. Eppure, sappiamo bene di cosa è capace questa tre cilindri.

Yamaha MT-09: tecnica

E proprio di meccanica parliamo ora: il tre cilindri rimane quell’850cc con 115 cavalli di potenza massima a 10.000 giri/min ma con una coppia di 87,5 Nm a 8500 giri/min. Arrivata ovviamente l’omologazione Euro4 grazie ad una gestione del motore raffinata ed affinata anche grazie ad un nuovo scarico con un silenziatore più piatto.

Arriva anche la frizione antisaltellamento più morbida nell’azionamento del 20%, ma anche un cambio con Quick Shift, solo a salire. Dal punto di vista ciclistico, rimane invariato il telaio in alluminio come il forcellone. A cambiare è la forcella che, insieme al mono, forse erano i punti più “debolucci” della prima MT09. Steli da 41 mm con regolazione della compressione nello stelo sinistro ed estensione sul destro. Peso in ordine di marcia? 192 kg.

Yamaha MT-09: come va

[rating title=”Yamaha MT09 m.y 2017″ value=”8,5″ value_title=”Primo Contatto” layout=”left”] Alla fine della fiera lo sai anche te come potrebbe andare questa Mt09. Perchè ancora ricordi il primissimo assaggio, il primissimo contatto con lei. Figuriamoci, ma come potrebbe essere? Si il Dark Side of Japan ok, ma sempre di una nuda di media cilindrata parliamo. Ed invece quel tre cilindri era una vera e propria gioia per il polso destro.

Era quel lato cattivo, oscuro che brilla in ognuno di noi, dietro le nostre vite ordinate. Quella botta una volta in sella era pura adrenalina. Ed allora, sai bene che potrebbe solo essersi migliorata. Le strade spagnole sono leggermente umide, il che non rende troppa giustizia. Ci attendono circa 200 km per metterla alla frusta, ed è quello che faremo. Senza remore, senza riguardi, perchè questa moto brama ciò.

La triangolazione è la solita, sembra di prendere un toro per le corna. Ed a dispetto di tutto, un pochino il gioco è quello. Comoda la posizione, ma la sella forse un pò troppo dura, spigolosa. Però, bastano pochi chilometri per ritrovarti praticamente sempre con la ruota sollevata, e con il tre cilindri che suona come un diapason.

Teniamo sempre la mappa standard. Ed è chiaro il motivo: la B è leggermente troppo blanda, la A ha un’erogazione che nella sua prima fase risulta leggermente troppo violenta e incontrollata. Spara forte subito, ma mura anche presto e si riallinea dopo i 1500 giri/min. Meglio tenere quindi la standard che è veramente una goduria. Risposta al gas? Praticamente senza filtro. Quello che pensi lei fa.

Ecco, della MT09 mi è sempre piaciuto questo. Non è una fidanzata. E’ come un’amante: ti vuol concedere tutto ciò che di peccaminoso esista. Sta a te decidere quale sia il limite del codice della strada e del buon senso. Ma fosse per lei, sarebbe un continuo gioco. Questo anche perchè senti perfettamente come lavora il telaio, come reagisce la moto stessa quando inizi a calcare un pò la mano. Un pò nuda, un pò motard, un pò moto affilata.

La MT09 ha tutto quello che serve per quel sano divertimento tra le curve di montagna. Certo, la protezione aerodinamica è praticamente nulla, ma voi la vorreste da una moto del genere? Per quello c’è la Tracer, tanto per dirne una. Anche l’elettronica lavora molto bene, ed il controllo di trazione, settato a livello uno, interviene il giusto ed in maniera non invasiva.

Ma come tutte le amanti, qualche difettino ce lo deve avere. Ecco, non ci ha fatto impazzire troppo il cambio elettronico. Se troppo bassi di giri la botta sul cambio era ben avvertibile. Ad un regime più elevato non era avvertibile chiaramente, ma sotto, lo si sentiva fin troppo.

Pazienza, anche perchè nel frattempo, ci stiamo divertendo da matti. Questo come detto grazie ad un telaio sincero – un punto di forza da sempre di Yamaha- e da una moto che vive con quel tre cilindri. Un peccato però che quei vizi di carattere siano rimasti. E’ vero, il posteriore con il mono è stato migliorato ma continua a pompare forte in apertura. E’ molto morbido, sembra che non ha controllo in rilascio. Molto sfrenata. Bello invece il sistema ABS – le strade di Palma di Maiorca hanno portato a vivere il suo intervento qualche volta – ma è tutto l’impianto frenante a lavorare bene, cosi come la forcella che ammortizza bene le asperità.

Insomma, la MT09 è sempre lei. Ha i suoi vizi, i suoi piccoli difetti, ma non puoi fare a meno. Ti basta spalancare quella manopola destra per vivere quel lato oscuro del Giappone.

Tester e sensazioni di guida: Emanuele Freddo

Piace e non Piace

PIACE:
– Il motore ed il suo tiro
– il telaio
– è una moto che fa del divertimento immediato il suo credo
– estetica migliorata

NON PIACE
– la sella ha degli spigoli leggermente troppo duri. Dopo alcuni chilometri si sente il dolore
– Il mono posteriore risulta ancora troppo morbido
– La mappatura A è troppo brusca e incontrollabile alla prima apertura del gas

Yamaha MT09: Scheda tecnica

Motore 3 cilindri, raffreddato a liquido, 4 tempi, DOHC, 4 valvole
Cilindrata 847 cc
Alesaggio x corsa 78,0 mm x 59,1 mm
Rapporto di compressione 11,5 : 1
Potenza massima 84,6 kW (115CV) @ 10.000 giri/min
Limited power version N/A
Coppia massima 87,5 Nm (8,9 kg-m) @ 8.500 giri/min
Lubrificazione Carter umido
Frizione in bagno d’olio, dischi multipli
Alimentazione Iniezione
Accensione TCI
Avviamento Elettrico
Trasmissione Sempre in presa, 6 marce
Trasmissione finale Catena
Fuel consumption 5,5 l/100km
CO2 emission 127 g/km
Telaio
Telaio A diamante
Sospensione anteriore Forcella telescopica
Escursione anteriore 137 mm
Inclinazione canotto sterzo 25º
Avancorsa 103 mm
Sospensione posteriore Forcellone oscillante, (leveraggi progressivi)
Escursione posteriore 130 mm
Freno anteriore Doppio disco idraulico, Ø 298 mm
Freno posteriore Disco idraulico, Ø 245 mm
Pneumatico anteriore 120/70ZR17M/C (58W) (Tubeless)
Pneumatico posteriore 180/55ZR17M/C (73W) (Tubeless)
Dimensioni
Lunghezza 2.075 mm
Larghezza 815 mm
Altezza 1.120 mm
Altezza sella 820 mm
Interasse 1.440 mm
Altezza minima da terra 135 mm
Peso in ordine di marcia (compresi serbatoi olio e carburante pieni) 193 kg
Capacità serbatoio carburante 14 L
Quantità olio motore 3,4 L

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