Home Moto3 2016, Sky Racing VR46 Team in “chiaroscuro”. L’autogoal su Fenati. Bulega, il valore aggiunto

Moto3 2016, Sky Racing VR46 Team in “chiaroscuro”. L’autogoal su Fenati. Bulega, il valore aggiunto

La “classe cadetta” fra show, talenti, delusioni e polemiche

A fine mondiale parlano i numeri e solo quelli contano con i “ma” e i “se” che fanno da contorno ma non la storia, neppure quella del motociclismo, neppure quella della Moto3. Dunque, ricapitoliamo: Brad Binder (Ktm), 21enne sudafricano, campione del Mondo (319 punti), Enea Bastianini (Honda), 19enne riminese, vice iridato (177 punti), Jorge Navarro (Honda), 20 enne spagnolo, terzo posto (150 punti), davanti a Francesco Bagnaia-Mahindra (145), Joan Mir-Ktm con l’aureola di rookie 2016 (144), Fabio Di Giannantonio-Honda (134), la freccia capitolina ultimo arrivato che ha messo a frutto il 2105 con la World Cup 250 Ktm e fa suo il duello dei debuttanti “tricolori” con Nicolò Bulega-Ktm (129), poi Jakub Kornfeil-Honda (112), Andrea Locatelli-Ktm (96) e Romano Fenati-Ktm decimo classificato (93) davanti a Niccolò Antonelli-Honda (91).

Nello sport, se non proprio nella vita, chi vince ha ragione e chi perde ha torto. Binder ha meritato il titolo perché è il pilota che ha vinto più gare, il più costante ed esperto, con la moto più competitiva, un Team di poche parole e di molti fatti. Ciò vale, pur con le ovvie e dovute differenze sia per Bastianini che per Navarro, giovani piloti già di grande esperienza pur se non sempre lineari, molto veloci, su grandi moto gestite da Team adeguati. Punto.

Perché qui si inserisce lo Sky VR46 Racing Team (ad inizio campionato con Fenati prima guida, con Migno di rincalzo e l’outsider 16enne rookie Bulega e poi, dopo la polemica rottura con il pilota ascolano, in pista con Migno, Bulega e Lorenzo Dalla Porta, già leader del Cev), cioè la squadra di Valentino Rossi nel Mondiale Moto3, non una qualsiasi bensì in assoluto la compagine fra le più forti sotto ogni profilo (mediaticamente e finanziariamente la numero uno) e anche la più discussa, non fosse altro perché il promoter-titolare è il 9 volte iridato pesarese, il Team manager è il nipote del 13 volte campione del Mondo Angel Nieto e il “boss” di riferimento è Uccio Salucci, l’alter ego di Valentino.

Siamo partiti in questo post con i numeri (la classifica iridata) e con i numeri proseguiamo: alla fine, dopo 18 round, il primo pilota del VR46 Team è il rookie Bulega (7° con129 punti) – in lotta fino all’ultimo per la top five – seguito da Migno (17° 63 punti) e da Lorenzo Dalla Porta 30° (12 punti). Diciamo subito che vedere Fenati al 10° posto finale –pur avendo disputato solamente le prime dieci gare su 18 – non solo lascia l’amaro in bocca ma dimostra l’evidente autogoal – un karakiri! – del Team incapace di gestire un rapporto certo non facile ma che un minimo di capacità di analisi realistica e professionale avrebbe dovuto imporre il proseguimento della partnership fino a fine campionato, dove con tutta probabilità Romano – pilota con prestazioni a volte sotto tono (sul bagnato) ma comunque di forte spessore, di fatto andato in tilt per l’arrivo in squadra del ciclone Bulega – sarebbe arrivato a podio e forse non nel gradino più basso.

Va anche ricordato che l’unica vittoria 2016 del VR46 Team porta proprio la firma di Fenati (in America), cui vanno anche le due pole di Losail e Mugello, il secondo posto di Le Mans ecc., quel Romano molto atteso nel suo nuovo qualificatissimo Team (Ongetta-Honda insieme a Jules Danilo) proiettato col dente avvelenato verso il 2017. Tant’è.

E’ stato, quello della Moto3, un campionato di alto profilo tecnico e combattuto alla baionetta, con qualifiche sempre tiratissime e gare infuocate con grandi e avvincenti volate per il podio e la top ten e oltre e anche con record di cadute. I numeri non esprimono appieno quanto di buono hanno saputo fare lo stesso Migno (ottimo terzo nella chiusura stagionale di Valencia bissando Assen e con una serie di qualifiche al top: secondo tempo al Mugello, Assen, Brno, Motegi e terzo tempo ad Assen ecc,), purtroppo nell’altalena di alti e bassi penalizzanti per la sua classifica finale.

Soprattutto i numeri non mettono a fuoco il potenziale, per i più inaspettato quanto eclatante, espresso dal 16enne Nicolò Bulega (17 anni proprio a fine campionato), pilota-rivelazione 2016 (insieme a Fabio Di Giannantonio e a Joan Mir) capace di centrare due stupendi podi (2° a Jerez e terzo a Motegi) e segnare straordinari tempi sul giro in qualifica (gran pole a Jerez, 2° a Phillip Island, 3° tempo ad Assen, Misano, Phillip Island ecc.) e soprattutto protagonista di duelli all’OK Corral, su circuiti quasi tutti sconosciuti, spesso facendosi largo nel gruppone con rincorse ritenute impossibili, concluse in volate da cardiopalma a ridosso del podio, con distacchi di pochi millesimi dal vincitore.

I fatti, cioè il modo e le capacità dimostrate in qualifica e in gara, la sensibilità tecnica e la qualità tattico-strategica, la struttura fisica e mentale, il senso della sfida irreverente, la voglia indomita della battaglia comunque, inducono a ritenere Bulega il pilota italiano più promettente, con maggiore potenzialità di sviluppo. In Nicolò c’è l’indole del campione, la “stoffa” – pur con i colori non del tutto definiti – di chi usa magistralmente ago e filo per costruire la tela del successo, al contempo baionetta e fioretto, con tocchi di genio, sregolatezza e concretezza, tutti segnali che indicano la presenza indelebile del talento. Un fuoriclasse? Lo dirà il tempo, già dal 2017. Qualche sbavatura? Ci sta. La strada della (quasi) perfezione è lunga assai.

E quando la dea bendata, come nelle ultime gare, ci mette lo zampino, di traverso (4 zeri, tre volte centrato dai kamikaze di turno, ultima gara a Valencia con un legamento della clavicola ko), non resta che stringere i denti e guardare avanti. E’ mancata la vittoria? Non scherziamo. Al debutto iridato, chi a 16 anni poteva pretendere di più.

E Dalla Porta? Lorenzo, dominatore del Cev, raccoglie poco in questa avventura mondiale, prima con la Honda del Team Estrella Galicia e poi, da Silverstone, con la Ktm Sky VR46 in sostituzione di Fenati. Solo un 4° miglior tempo a Sepang dopo il 10° tempo a Silverstone e a punti solo nel GP del Giappone, undicesima piazza. Carniere non certo ricolmo, tutt’altro, anche se il 19enne asso di Montemurlo si è prodigato con sprazzi degni di nota. Alla fine i risultati non sono arrivati. I motivi possono essere diversi: la difficoltà di adattamento alla nuova moto e al nuovo Team, corse particolarmente difficili talvolta anche per le condizioni meteo, un pizzico o forse più, di sfortuna. Ciò detto, così come nel Cev i risultati esaltano Dalla Porta, nel Motomondiale non lo annoverano, fin qui, fra i protagonisti. Riscossa nel 2017 con Mahindra?

Già si volta pagina verso il 2017. Ktm ha pronte nuove moto particolarmente evolute, ma le altre Case non sono da meno. Il VR46 Team ha chiuso una stagione con il podio di Migno, corroborante ma non sufficiente a riportare i “conti” in positivo, di certo con risultati al di sotto delle aspettative. Il Team si trova in mano un gioiello qual è Nicolò Bulega, il valore aggiunto. Va coltivato, senza forzature né esagerazioni specie sul piano mediatico. Nicolò ha una propria identità, un mix di umiltà e fierezza degni di un ragazzo già maturo, deve continuare a crescere senza strappi, forgiandosi sul campo, rimanendo se stesso, in pista e fuori.

Ultime notizie su Moto3

Tutto su Moto3 →