Home MotoGP: Ducati, i “perché” di un successo … annunciato

MotoGP: Ducati, i “perché” di un successo … annunciato

Il trionfo di Dovizioso e della Ducati a Sepang viene da lontano proiettandosi nel 2017. Aspettando Jorge Lorenzo

Per molti appassionati “da divano” la grande vittoria di Andrea Dovizioso e della Ducati sull’infido tracciato di Sepang, penultimo round iridato 2016, è stata una sorpresa. Come se il trentenne pilota romagnolo di Forlimpopoli (già campione del Mondo nel 2004 in 125 su Honda) e la Casa di Borgo Panigale fossero semplicemente degli outsider, o peggio.

Caso mai, c’è da meravigliarsi che nel 2016 siano arrivate “solo” due vittorie (l’altra è stata ottenuta magistralmente al GP d’Austria da un superbo Andrea Iannone con il Dovi secondo) dopo qualifiche e gare dove spesso è mancato solo u pizzico di fortuna per altri trionfi. Tant’è.

Una domanda s’impone: perché oggi Ducati è tornata sul gradino più alto del podio? Il caso? La manina della dea bendata? Non scherziamo. Nel 2016, pur non in modo lineare, le moto bolognesi hanno ridotto il gap che avevano nelle ultime stagioni, addirittura dimostrandosi superiori alla concorrenza di colossi quali Honda, Yamaha, Suzuki, nei propulsori, di grande potenza che hanno permesso alle Rosse velocità di punta superiori alle altre. Ma non solo.

Nel togliersi doverosamente il cappello di fronte alla capacità di tenuta (anche psicologica…) e di sviluppo dimostrata da Ducati e di fronte alla capacità di un pilota di grande maturità e “saggezza” quale Dovizioso (anche Iannone, pur spesso tradito dalla sua indole barricadiera, ha dimostrato di essere competitivo e molto veloce sul giro) non possiamo non ricordare che in questa stagione la MotoGP si è presentata con nuovi regolamenti tecnici con novità importanti riguardanti soprattutto l’elettronica (centralina unica e software unificato) e le nuove Michelin da 17 pollici (al posto delle precedenti Bridgestone da 16,5), gomme che nel corso della stagione hanno creato non pochi problemi (specie per l’anteriore) anche di sicurezza.

Noi di Motoblog, lo scorso gennaio, una settimana prima dei test di Sepang avevamo affrontato di petto le novità tecniche preannunciando quel che poi sostanzialmente è accaduto fin qui. In sintesi, avevamo scritto: “Ci saranno sorprese!”: non verranno scombussolate le carte ma si produrranno variazioni nella scala dei valori in campo.

9 vincitori diversi quest’anno ne sono la prova e soprattutto il “recupero” di Ducati e l’arrivo al gran trotto della nuova Suzuki e, perché no, anche i primi passi forieri di un buon futuro, dell’Aprilia.

Abbbiamo scritto a gennaio: “Con queste novità su centralina e gomme, Team e piloti faticheranno di più nella messa a punto ottimale della moto, dovendo cercare un diverso equilibrio, in particolare rispetto ai classici problemi della frenata, della percorrenza in curva, della accelerazione”. Non è successo così, ad esempio, per Honda (di fatto salvata da Marquez…) ma non solo per Honda?

La centralina unica e il software unificato e meno evoluto ha livellato i valori in campo “favorendo” – bisogna dirlo chiaro – proprio la Ducati. Perché? Perché la Casa di Borgo Panigale ha sempre lavorato con Marelli conoscendo alla perfezione questo tipo di centralina, centralina che invece ha dato problemi alla concorrenza.

Ma Ducati non si è limitata a gestire bene questo suo “vantaggio” perché ha giocato altrettanto bene le altre sua validissime carte: il motore di elevatissima potenza finalmente ben gestibile a tutti i regimi; il pacchetto aerodinamico con le appendici frutto di studi che vanno oltre la penetrazione aerodinamica (Cx) ma coinvolgono i carichi verticali; un Team di grande esperienza molto affiatato e unito attorno al suo “gran capo” Gigi Dall’Igna cui va anche il non piccolo merito di aver indirizzato nel 2015 questi regolamenti.

Infine, ma non per ultimo, la qualità dei due ploti ufficiali – pur molto diversi fra loro – l’impegno totale dei piloti-collaudatori, nonché il supporto di Stoner, utile per lo sviluppo e di forte stimolo per tutta la squadra, anche se permangono non chiari alcuni aspetti della sua utilizzazione.

Insomma un gran lavoro che ha cominciato a dare i suoi frutti. Ducati ha in Dovizioso una “certezza”. Aspettando Jorge Lorenzo, grande pilota cui non è chiesto il ruolo di “star-primadonna” ma di giocarsi – alla pari dell’italiano – il titolo 2017. Vietato cullarsi negli allori…

Ultime notizie su MotoGP

Tutto su MotoGP →