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Suzuki SV650: il nostro test su strada e in pista

Chi l’ha detto che servono 180 cv per divertirsi? La nuova Suzuki SV650 regala divertimento e piacere di guida inaspettati per la categoria, a un rapporto qualità/prezzo praticamente imbattibile

Nata nell’ormai lontano 1999 quando il mercato era in mano alle naked di media cilindrata, la Suzuki SV650 diventò ben presto un best-seller per la casa di Hamamatsu, tanto da fare la parte del leone nelle statistiche riguardanti le moto più vendute del Vecchio Continente.

Da allora ne è passato di tempo: nei 17 anni che ci separano dal suo lancio commerciale, questa fortunata bicilindrica prima si è evoluta, poi ci ha “salutati” ed è ora tornata più determinata e divertente che mai.

Eh si, perché la SV650 -disponibile allora in versione nuda ed “S”, cioè semicarenata- subì un energico restyling nel 2003, per poi sparire dai concessionari nel 2008: la naked di Hamamatsu venne sostituita nei listini Suzuki (ma non nel cuore degli appassionati) dalla Gladius, valida motocicletta a cui però mancava forse l’appeal dell’antenata.

Così il brand nipponico ha deciso di rispolverare un nome e un concetto di moto -imperniato sulla semplicità e il divertimento- che fece incetta di vendite all’inizio degli anni 2000: SV appunto, un inno all’essenzialità che non si dimentica di uno dei principali obbiettivi che una moto dovrebbe avere: coinvolgere il suo pilota e divertirlo, al di là delle prestazioni assolute.

E dopo averla provata l’impressione è quella che ad Hamamatsu abbiano fatto proprio centro.

Suzuki SV650: com’è fatta?

Snella, essenziale, che sprizza maneggevolezza da tutti i pori. Semplcità: questa la parola d’ordine che gli ingegneri e i designer della casa nipponica sembrano aver seguito nella progettazione e nel disegno di questa “nuda”.

Dimenticatevi le linee tormentate e talvolta un po’ “pesanti” di molte naked sul mercato: la SV650 non si perde in fronzoli, nemmeno quando la si ammira parcheggiata sul cavalletto laterale.

L’impressione è quella che i tecnici Suzuki abbiano voluto compiere una sorta di ritorno alle origini, a quelle caratteristiche che avevano reso vincente la SV molti anni fa e che, con la Gladius, si erano forse un po’ perse di vista.

Pura sostanza insomma, declinata in modo da offire non tanto prestazioni esagerate quanto il massimo piacere di guida: una moto intuitiva, adatta ai neofiti ma in grado di non annoiare nemmeno i motociclisti più esperti.

Non siamo di fronte a una supersportiva, questo è chiaro: la SV è una due ruote che fa del pragmatismo una dote assoluta. Niente potenze esagerate o soluzioni da Superbike: ma sulla piccola V-Twin di casa Suzuki c’è tutto quello serve per rendersi desiderabile dai meno esperti ma anche il necessario a strappare a un sorriso a piloti più smaliziati.

Forme semplici, quelle della “Suzu”, che con la sua pulizia estetica richiama alla mente proprio quelle doti che la rendono tanto apprezzabile una volta saliti in sella.

Le soluzioni stilistiche adottate mischiano dei classici leitmotiv del mondo naked (gruppo ottico anteriore tondo, dimensioni compatte) ad accattivanti dettagli figli del decennio che stiamo vivendo.

Le sinuose curve del codone dotato di fanale posteriore a LED fanno il paio con un serbatoio affusolato della capacità di 14.5 litri, e vengono esaltate dalle livree particolarmente azzeccate.

Quattro, infatti, le colorazioni disponibili: oltre all’immancabile blu tipico delle due ruote di Hamamatsu (Metallic Triton Blue) ci sono il bianco perlato Pearl Glacier White, l’acceso rosso Pearl Mira Red, e l’elegante nero Metallic Mat Black.

Una moto, insomma, che va dritta al sodo: perché ricercare inutili complicazioni e prestazioni da capogiro, quando il piacere di guida è qualcosa che va ben oltre i freddi numeri e le “chicche” da Race Replica?

Con i 6490 euro necessari ad acquistare la SV650 (100 in più per la versione dotata di ABS) ci si porta a casa un mezzo economico, affidabile e capace di regalare momenti di grandissimo divertimento in sella.

Suzuki SV650: la tecnica

Semplicità sì, ma al passo con i tempi: non pensiate che l’essenzialità che caratterizza la SV650 sia il tentativo di camuffare una dotazione povera e datata. Il solo propulsore, rispetto a quello montato sulla Gladius, conta ben 60 componenti aggiornati, mentre sono più che altrettanti (80) quelli che hanno interessato la ciclistica.

Il bicilindrico a V da 645 cc coniuga infatti prestazioni più che dignitose a consumi davvero da commuter, oltre che garantire basse emissioni inquinanti grazie all’omologazione Euro 4: si parla di appena 26 km/l dichiarati dalla casa, con un’erogazione divenuta addirittura più fluida e corposa ai bassi e medi regimi.

La doppia accensione (twin spark, ciè due candele per cilindro) e la distribuzione a 4 valvole per testata permettono dati di potenza e coppia assolutamente sufficienti: i cavalli erogati sono 76 a 8500 giri, mentre sono 64 i Newton-metri forniti dal V-Twin (8100 rpm).

Il comparto elettronico attinge alle stesse componenti che già ritroviamo su motociclette che costituiscono la fascia alta del listino di Hamamatsu, come la GSX-S 1000.

Il sistema di iniezione SVDT conta su due corpi farfallati da 39 mm, mentre il computer di bordo , il Suzuki Easy Start System e il Throttle-body Integrated Idle Speed Control (TI-ISC) permettono una miglior gestione della potenza e un’ottimizzazione dei consumi.

Anche airbox, radiatore e impianto di scarico sono stati riprogettati rispetto a quelli della Gladius: il 2-in-1 ha un design più semlice e gradevole rispetto a quello montato sulla progenitrice, sebbene le normative Euro 4 richiedano un silenziatore decisamente… corpulento.

Rispetto alla moto di cui prende il posto, la SV650 garantisce inoltre una significativa riduzione di peso: sono ben 8 i kg persi in seguito a una “dieta” che ha permesso di fermare l’ago della bilancia a 197 kg in ordine di marcia.

Il telaio è stato riprogettato con un occhio di riguardo per la compattezza e la leggerezza. Per quanto riguarda il resto della ciclistica, all’anteriore troviamo una forcella tradizionale da 41 mm (125 di corsa) mentre a lavorare sul retrotreno è un mono-ammortizzatore (63 mm di corsa) il cui precarico è regolabile in 7 posizioni.

L’impianto frenante Nissin è invece composto da due dischi anteriori da 290 mm abbinati a pinze a due pistoncini. Con 100 euro in più rispetto al prezzo di partenza (per un totale di 6590 euro) si può avere anche l’ABS.

I cerchioni in lega a 5 razze vestono, di primo equipaggiamento, pneumatici Dunlop Qualifier con misure 120/70 e 160/0.

Suzuki SV650: come va?

Se da ferma la Suzuki SV650 colpisce e incuriosisce, è quanto invece si sale in sella che la piccola naked giapponese rapisce letteralmente il pilota e ne conquista il cuore, con la sua ricetta semplice ed efficace.

Già a guardarla conferisce una sensazione di agilità e maneggevolezza uniche: è però nel salirci che ci si rende conto di quanto sia compatta. Le dimensioni sono così contenute da dare l’impressione di stare guidando una moto di cilindrata inferiore, come una 400 o una 300.

Ciò che però rappresenta un punto di forza per i meno alti, può invece configurare un handicap non indifferente per chi supera il metro e 80: l’interasse cortissimo e le quote ciclistiche molto compatte, unite a una triangolazione manubrio-sella-pedane più adatta a chi non è particolarmente alto, rendono la piccola Suzuki un po’ striminzita per chi ha dimensioni più… importanti.

Per una persona di media statura, tuttavia, il comfort è più che buono: l’aria si fa sentire com’è ovvio che sia su una naked, ma la posizione di guida non risulta troppo affaticante nemmeno sui lunghi trasferimenti. Le vibrazioni di questo bicilindrico, inoltre, sono ridottissime: nonostante il suo brio questo V-Twin non scalcia e trasmette pochissime pulsazioni al pilota.

Un po’ più sacrificata è la posizione del passeggero, la cui seduta è piuttosto alta e forse fin troppo da moto sportiva. Anche in due, comunque, la SV diverte molto e non fa troppo rimpiangere altre moto più turistiche: in coppia si viaggia tutto sommato bene, se si parte consapevoli che le dimensioni della moto non sono certo quelle di una grossa tourer.

In città la SV650 guizza agile nel traffico, forte del suo ottimo bilanciamento dei pesi e di una ciclistica che assorbe bene le asperità del fondo stradale. In queste circostanza si apprezza molto anche il caratterere pastoso e docile del propulsore, che a bassi e medi regimi riesce a tirar fuori da ogni situazione con il giusto vigore.

E’ tuttavia quando la si porta su strade più movimentate che la naked Suzuki tira fuori un carattere “peperino” che forse non ci si aspetterebbe: quando la strada si fa tortuosa, la SV650 diventa una compagna di giochi fantastica, capace di divertire molto più di quanto quei 76 cv potrebbero far pensare.

Sul misto stretto, la bicilindrica di Hamamatsu sorprende anche i più esperti: il tiro brioso del V-Twin, la sua erogazione piena e l’ottimo bilanciamento ciclistico rendono un vero spasso percorrere qualunque strada ricca di curve. Facile da inserire in curva e stabile anche nelle pieghe più lunghe e veloci, la SV non mostra mai esitazioni o incertezze nemmeno quando si forza un po’ il ritmo.

Anzi, se si inizia a spingere con più decisione la 650 cc di casa Suzuki asseconda i bollenti spiriti del pilota con grandissimo piacere: al salire dei giri quello che ricordavamo essere un propulsore elastico e pastoso diventa un frullino capace di allungare fino a 10.000 giri, aiutato da un cambio preciso e molto rapido negli inserimenti.

Tra le curve, insomma, la SV sfodera un animo da vera e propria fun-bike: all’apertura del gas il bicilindrico di Hamamatsu risponde sempre ottimamente, supportato da una ciclistica mai inadeguata e da un impianto frenante capace di decelerazioni davvero notevoli.

Con la giusta confidenza, la piccola bicilindrica non si tira indietro nemmeno quando quando si vuole dare un po’ di spettacolo a ruota anteriore alzata: se si desidera fare un po’ i “tamarri”, un colpetto di frizione è quanto basta a sollevare l’avantreno ed esibirsi in lunghi wheeling degni di moto ben più “cavallate”.

L’ottimo equilibrio che rende così piacevole la SV650 su strada è anche quello che ne fa anche una buona compagna di pistate: per chi non ha la pretesa di avere 180 cv sotto al sedere o per chi è alle esperienze tra i cordoli, la piccola Suzuki è un’ottima compagna di avventure.

Ovviamente non è un missile in senso assoluto perché la cavalleria non è certo roba da far impallidire, ma l’ottima ciclistica e un bilanciamento delle masse davvero sorprendente fanno di questa bicilindrica un mezzo piacevole anche per i track-day su circuiti stretti e poco veloci.

Non è pensata per la pista, questo è certo, ma sa farsi valere anche in circuito soprattutto per quanto riguarda il divertimento che regala al pilota: uno dei pochi limiti è costituito dalla posizione un po’ bassa di pedane e protezione scarico, che grattano facilmente sull’asfalto. Tuttavia, non tutto il male viene per nuocere: costituiscono infatti un ottimo campanello d’allarme che ci indica che forse stiamo un po’ esagerando.

In conclusione, questa SV650 sa mettere in mostra una doppia personalità che la rende adatta a molteplici utilizzi e a diverse tipologie di clientela. Può comportarsi come una tranquilla naked da passeggio adatta a chi non ha ancora molta esperienza, ma sa anche cambiare faccia e rivelarsi una efficace arma per divertirsi quando iniziano le curve.

Che voi cerchiate un facile ed economico commuter o che vogliate una compagna sfiziosa per sgroppate sui passi, questa Suzuki saprà darvi ciò che cercate, soddisfandovi in (quasi) ogni frangente.

Suzuki SV650: le evoluzioni del nostro stuntman

Quando insistiamo nel dirvi che la SV650 è una moto estremamente divertente, non vi stiamo prendendo in giro. E nemmeno quanto sosteniamo che, con un po’ di “manico”, la piccola V-Twin di Hamamatsu si presti anche a evoluzioni che normalmente vediamo fare a super-naked ben più grosse e potenti.

Non ci credete? Beh, dovrete rivedere le vostre posizioni di fronte alle foto del nostro stunt-man ufficiale, Emanuele Freddo, che ha portato la SV650 al limite.

E forse anche un po’ oltre.

Certo, sono ben pochi quelli che riescono a fare ciò che fa Emanuele, e chi scrive è ben lontano anche solo dalla metà quello che vedete in questi scatti… ma se siete particolarmente portati per le acrobazie su due ruote (o sarebbe meglio dire “su una ruota”?”) sappiate che la SV è pronta ad assecondarvi senza troppi capricci.

Se pensavate che per esibirvi in lunghe impennate servissero i 180 cv delle nuove hyper-naked, beh… questa Suzuki è pronta a smentirvi. Se pensavate che per degli stoppie da capogiro servissero pinze Brembo radiali e Ohlins da svariate migliaia di euro… ricredetevi.

Anche una naked economica, se progettata bene ed equipaggiata con i giusti componenti, può farvi scendere dalla sella con un sorriso a 32 denti stampato sulla faccia.

Pregi & Difetti

Piace

Carattere
Consumi
Motore brioso fin da subito
Maneggevolezza
Compattezza

Non piace

Finiture poco curate
Dimensioni troppo contenute per i più alti

Test su Strada: Emanuele Macaluso
Test in Pista: Emanuele Freddo

Nella pagina successiva, le caratteristiche tecniche

Suzuki SV650: caratteristiche tecniche

Misure

Lunghezza 2.080 mm
Larghezza 745 mm
Altezza 1.085 mm
Altezza sella da terra MIN 785 mm
Interasse 1.440 mm
Peso a secco 195 Kg

Motore

Cilindrata 645 cc
Tipo motore termico
Tempi 4
Cilindri 2
Configurazione cilindri a V
Disposizione cilindri longitudinale
Inclinazione cilindri a V 90
Raffreddamento a liquido
Avviamento elettrico
Alimentazione iniezione
Alesaggio 81 mm
Corsa 62,6 mm
Frizione multidisco
Numero valvole 4
Distribuzione bialbero
Potenza 76 cv – 56 kw – 8.400 rpm
Coppia 7 kgm – 64 nm – 8.100 rpm
Emissioni Euro 4
Depotenziata Sì
Tipologia cambio meccanico
Numero marce 6
Capacità serbatoio carburante 13,8 lt
Trasmissione finale catena

Ciclistica

Telaio A traliccio in alluminio
Sospensione anteriore Forcella da 41mm.
Escursione anteriore 130 mm
Sospensione posteriore Monoammortizzatore posteriore con precarico regolabile su sette posizioni.
Escursione posteriore 134 mm
Tipo freno anteriore doppio disco
Misura freno anteriore 290 mm
Tipo freno posteriore disco
Misura freno posteriore 220 mm
ABS Sì
Tipo ruote integrali
Misura cerchio anteriore 17 pollici
Pneumatico anteriore 120/70 ZR 17″
Misura cerchio posteriore 17 pollici
Pneumatico posteriore 160/60 ZR 17″

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