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Mahindra fa la spesa in Europa: acquisiti BSA e Jawa

Negli ultimi giorni il colosso indiano ha completato l’acquisizione di due storici marchi europei, BSA e Jawa. Annunciata la produzione di nuovi modelli entro due anni

Vi avevamo parlato qualche tempo fa dell’intenzione di Mahindra di mettere le mani su uno degli storici marchi inglesi degli anni ’50-’60, la BSA. Alla fine, la volontà del colosso indiano di portarsi a casa una parte ingente del patrimonio motociclistico dell’ex madrepatria si è concretizzata in questi giorni, con l’annuncio dell’acquisizione del brand BSA.

Dopo le indiscrezioni di maggio è infatti arrivata la conferma che il gigante asiatico attivo nei settori dell’automotive, del motociclismo e anche in quelli navale e aerospaziale, ha acquistato per la cifra di 3.4 milioni di sterline il 100% delle quote azionarie del glorioso marchio britannico, ormai sostanzialmente fermo da molti anni.

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Formalmente l’acquisizione è stata effettuata da una società sussidiaria di Mahindra & Mahindra Limited, la Classic Legends Pvt Ltd (CLPL): l’acquisto di tutte le 120.000 azioni (al costo di 28.33 sterline l’una) dà quindi il diritto agli indiani di costruire e vendere motocicli e accessori con il marchio BSA.

Nata nel 1861 come produttrice di armi da fuoco leggere, la Birmingham Small Arms Company iniziò a produrre motociclette agli inizi del secolo scorso, per poi venire chiusa nel 1979 dopo aver incarnato il mito della due ruote d’Oltremanica assieme a Norton e Triumph. Dopo travagliate vicende, il marchio fu acquistato da una compagnia di Southampton che produsse alcune monocilindriche marchiate BSA e motorizzata Yamaha.

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Nei mesi scorsi si era vociferato di un interesse di Mahindra nei confronti del marchio Norton, brand ancora “vivo” seppur relegato in una ristrettissima di mercato fatta di esclusive (e costosissime) cafè racer.

L’acquisizione di BSA, marchio inattivo da decenni in campo motociclistico, permette invece al colosso indiano di ripartire da zero, plasmando la produzione a proprio piacimento e senza vincoli alcuni. Non è la prima volta che le big companies indiane “fanno la spesa” in Gran Bretagna: è già successo con marchi prestigiosi come Jaguar e Land Rover (TATA) e per un altro simbolo del motociclismo made in UK, Royal Enfield.

E sarebbero proprio le R.E., popolarissime nel mercato interno indiano, ad essere nel mirino di Mahindra: l’acquisto di marchi europei di grande spessore permetterebbe di contrastare le vendite delle inossidabili “cugine” monocilindriche.

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Non si è tuttavia fatto in tempo a “battere” la notizia del passaggio di mano di BSA che la stessa Mahindra ha annunciato di aver concluso le trattative per l’acquisto di un altro storico brand del Vecchio Continente: parliamo di Jawa, marchio ceco celebre per le sue ronzanti due tempi e icona del motorismo d’Oltrecortina durante la Guerra Fredda.

Fondata nel 1929, Jawa ottenne negli anni ’60 anche alcuni successi nel Motomondiale, per poi dedicarsi -dal punto di vista sportivo- quasi esclusivamente alla costruzione di moto da speedway. Per anni considerate obsolete per il mercato occidentale, le Jawa stradali potrebbero conoscere una seconda primavera sul mercato indiano, ed essere in breve tempo sostituite da nuovi modelli grazie agli ingenti investimenti promessi da Mahindra.

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Dal 2011 Mahindra compete nella classe inferiore del mondiale GP, l’ex 125 ed ora Moto3, contando su un reparto corse con sede in Italia: ed è proprio questo il centro di sviluppo che il gigante indiano pare intenzionato ad utilizzare per la progettazione delle nuove motociclette marchiate Jawa e BSA.

Il fatto che il Peugeot Motorcycles (di cui Mahindra è azionista di maggioranza) sia entrata in Moto3 con una MGP30 rimarchiata con il Leone Rampante potrebbe addirittura far pensare che tra le intenzioni degli indiani ci sia anche quella di rilanciare BSA e/o Jawa nel mondo delle corse su pista: ovviamente queste, per ora, rimangono solo speculazioni.

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Stando alle dichiarazioni dei vertici Mahindra, i nuovi modelli “indo-europei” dovrebbero venire sviluppati e commercializzati entro 2 anni, e potrebbero anche ricadere in nicchie di mercato “sino ad ora inesplorate”.

Dobbiamo prepararci a delle moto pensate per soddisfare anche i gusti europei? Vedremo.

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Via|Bennets

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