Home CIV Moto3 Misano, non è tutto oro quel che luccica. “Fenomeni” cercasi

CIV Moto3 Misano, non è tutto oro quel che luccica. “Fenomeni” cercasi

Cronaca del 5° e 6° della Moto3 del Campionato Italiano Velocità 2016 che si son corsi nel week-end a Misano

Nell’assolato caldissimo week-end di Misano il 5° e 6° round del CIV ha offerto gare spettacolari sollevando anche interrogativi cui va data risposta, in particolare riguardo alla Moto3. Motoblog ha fatto la cronaca delle due intense giornate di gara e qui – appunto – analizziamo in sintesi il valore tecnico e agonistico del risultato delle due corse di sabato e domenica della categoria più attesa, la Moto3. Marco Bezzecchi, come noto, ha centrato con la sua Mahindra marcata Peugeot una doppietta che parla da sola. In entrambi i round il 18enne pilota riminese, campione italiano in carica Moto3, qui al CIV come wild card, ha avuto la meglio sul 20enne di Camposampiero Manuel Pagliani (Honda Geo), già “tricolore” della categoria 2015.

Due corse tirate, con Marco e Manuel assoluti protagonisti, con Ieraci due volte terzo. Alle loro spalle, lotte furibonde da far accapponare la pelle. Belle gare, abbiamo detto, ma ben al di sotto di quanto visto al Mugello in Gara2 con una decina di piloti in volata-fotofinish per la conquista del podio. Comunque onore a chi vince e quindi giù il cappello davanti a Bezzecchi e anche a Pagliani e al 16enne di Giulianova Bruno Ieraci (TM), nuovo leader in Campionato anche grazie all’ennesima caduta del 17enne riminese del Sic58 Team Mattia Casadei. Diciamo subito che Bezzecchi ha vinto senza strafare, giocando un po’ al gatto col topo, e che Pagliani, dopo varie scaramucce, ha tirato i remi in barca puntando a raccogliere punti importanti per il campionato, dopo il doppio zero dei primi due round sul bagnato di Vallelunga.

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La moto affidata nel CIV a Bezzecchi aveva un altro passo (superiore) rispetto a tutte le altre concorrenti, moto innovativa che – si dice – Mahindra ha dato a Marco – pilota impegnato quest’anno nel CEV mondialino – quale test in vista del mondiale di settembre proprio a Misano, moto addirittura in proiezione mondiale 2017. E qui, appunto, sorge la prima domanda. Come mai Bezzecchi ieri a Misano domina i due round del CIV mentre fin ora nel CIV non ha certo brillato, oggi in classifica solo 16esimo (14 punti) contro i 143 punti del dominatore Lorenzo Dalla Porta? Non solo. Il miglior tempo (in Gara 1) di Bezzecchi è stato: 1’44.718 (Pagliani in Gara 2: 1’44.676). Il miglior tempo assoluto Moto3 del we al “Marco Simoncelli” è l’1’43.903 di Pagliani in Q2. Nel 2015 la pole era stata di Bezzecchi: 1’44.565. Sempre nel 2015 il miglior tempo in Gara 1 di Foggia (1’44.696) e in Gara2 di Groppi (1’44.536). Nel mondiale 2015 Bastianini segnò la pole (1’42.486) e in gara Kent fece il giro veloce (1’42.209).

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Non è difficile prevedere che nel round iridato di settembre i protagonisti della categoria cadetta facciano saltare il muro dell’1 e 42 rifilando alla Moto3 del CIV ben oltre 2 secondi al giro. Da dove viene tutto questo gap? Di certo da un mix composto in modo non paritario da moto-team-gomme-pilota. Ripetiamo ancora che ai piloti del CIV (ma anche ai Team ecc.) va il plauso e il riconoscimento per qualità e impegno su tutti i fronti, in pista e fuori, sapendo quanto è difficile la via del successo. Ma, ciò detto, c’è evidentemente una “gonfiatura”, specie sul valore attuale e reale dei piloti, dove si … “spreca” la parola “fenomeno”. Nella Moto3 del CIV ci sono diversi piloti di 15-16-17 anni (ma ciò vale anche per il CEV e per il mondiale), indubbiamente con pregi e limiti dati evidentemente dall’inesperienza, piloti – bisogna dirlo per il loro bene – spesso e troppo frettolosamente etichettati quali… campioni, specie quelli che hanno la valigia… “piena”.

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Qui (ci riferiamo ai 15-16enni) siamo in presenza di campioncini, alcuni con ottime qualità e in forte crescita, ma con una strada per niente scontata che solo il tempo – con i risultati in pista – sarà in grado di dimostrarne il reale valore. Per gli altri, i “seniores” di 18-19-20 anni, la ribalta internazionale già dimostra quanto la scrematura sia pesante e quanto – salendo – il vertice si restringa sempre più, tant’è che ancora oggi in MotoGP l’italiano di punta resta il “vecchietto” Valentino Rossi. Il vivaio “tricolore” è una realtà ma c’è una “bolla” esageratamente gonfiata, con i rischi conseguenti. Serve un bagno di umiltà? Sicuramente serve tornare con i piedi per terra. Non è facile passare dai sogni alla realtà non sempre desiderata: a 16 anni fenomeni e poi via via perduti per strada. C’è un ambiente, anche nel CIV, “gonfiato” che riflette una realtà distorta. Chi riporta l’ambiente al sano realismo?

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