Home Yamaha Tracer 700: primo contatto

Yamaha Tracer 700: primo contatto

Abbiamo provato la Tracer 700, l’ultima arma di Yamaha per un turismo facile, divertente ed economico, senza essere mai “cheap”

Agile, divertente, comoda, facile ed economica: così abbiamo definito la Yamaha MT-07 quando è uscita e nello stesso modo abbiamo etichettato, aggiungendo “bella e ben fatta” come aggettivi, la XSR 700 e non potevamo quindi che guardare con fiducia all’uscita della terza moto, quella dedicata al turismo, basata sulla piattaforma del bicilindrico da 700 centimetri cubici di Iwata, ossia la Yamaha Tracer 700. Se oggi si parla tanto di piattaforme, in realtà non c’è poi nulla di nuovo all’orizzonte: nel mondo delle moto, una volta sviluppato un buon motore e trovata una chiave che renda soddisfatti i clienti, s’è sempre cavalcata l’onda e i motociclisti più attenti hanno sempre saputo apprezzare i vantaggi che derivano da questa consuetudine.

Sì, perché progettare una moto da zero significa metterci almeno tre anni, oltretutto ritrovandosi sempre una grande quantità di inconvenienti ed imprevisti da ovviare, rischiando poi di non riuscire a far felici gli acquirenti, oltretutto vedendo inevitabilmente lievitare i costi di produzione che vanno poi ad incidere sui costi che l’acquirente finale deve sostenere. Ecco quindi il perché ci piace l’idea di una piattaforma per tre modelli molto diversi tra loro, come appunto la MT-07, destinata all’urban commuting “sprint”, la XSR 700, che strizza l’occhio agli amanti delle linee classiche, ma che non vogliono rinunciare ad un po’ di sano divertimento di guida ed ora la Tracer 700, per chi vuole sfidare le strade di tutto il mondo (o più realisticamente di tutta Europa) senza ritrovarsi a pagare cifre mostruose.

Il grande vantaggio di questa Tracer 700 è che si va a collocare tra le turistiche di media cilindrata, con un prezzo d’acquisto alla portata di moltissime tasche, 7.890 € f.c., e soprattutto, grazie alla configurazione del motore, con non tantissimi cavalli di potenza massima, ma praticamente sempre disponibili, riesce a coniugare il divertimento di guida con basse spese di gestione, soprattutto per quanto riguarda bollo ed assicurazione. Ma invece di addentrarci in elucubrazioni di natura economica, cominciamo a vedere come è stata realizzata questa Yamaha Tracer 700.

Yamaha Tracer 700: com’è

Abbiamo accennato al motore, che in effetti è il vero e proprio cuore attorno a cui si sviluppa questo progetto e ritroviamo quello stesso propulsore che, sempre come già detto, ci ha sempre convinto ed entusiasmato, ossia il bicilindrico con architettura CrossPlane da 689 cc. Senza entrare troppo in sterili tecnicismi, andiamo diretti alla sostanza e diciamo che grazie agli scoppi irregolari dei due cilindri ed alla fasatura a 270° (vi assicuriamo che se ce lo chiedete convintamente nei commenti facciamo un articolo apposta per spiegare le varie tipologie di motore) i 74,8 cavalli di potenza massima e soprattutto i 68 Nm di coppia massima, spingono forte la moto ai bassi, ai medi e agli alti regimi, conferendo quel carattere brioso e frizzante che tanto ci ha convinto sulle altre due sorelle, la MT-07 e la XSR 700.

Se il motore, quindi, rimane pressoché invariato, ben diverse sono l’estetica e soprattutto le quote ciclistiche della Tracer 700. Troviamo sempre una sospensione anteriore con escursione da 130 mm, così come al posteiore il monoammortizzatore con escursione da 142 mm, però cambia il modo in cui sono regolate, per offrire un maggior comfort sul guidato e, soprattutto, aumenta, seppur di poco, l’interasse che arriva a 1.450 mm, così come aumenta il peso che si attesta ora sui 196 chilogrammi in ordine di marcia, contro i 182 chilogrammi della MT-07 ABS.

A proposito di ABS, stavolta allestisce di serie la Tracer 700 e va a completare l’impianto frenante, costituito da un doppio disco da 282 mm e pinze a quattro pistoncini all’anteriore ed un disco singolo da 245 mm al posteriore. Per completare la parte ciclistica della Tracer 700, menzioniamo gli pneumatici che sono Michelin Pilot 4, rispettivamente, da 120/70 R17 M/C 58W all’anteriore e da 180/55 R17 M/C 73W al posteriore.

Passando all’aspetto estetico si nota subito il cambio di sella che, al contrario della Tracer 900, è un pezzo unico e non sdoppiata tra pilota e passeggero e si trova a 835 mm di altezza dal suolo. Spiccano anche i paramani a forma di lama con indicatori di direzione integrati ed il parabrezza dalla forma assai singolare, oltretutto regolabile in altezza agendo manualmente: allentando i due grossi “galletti”, lo si può semplicemente tirare su e giù, proprio come avevamo già visto sulla SuperTénéré.

Concludiamo parlando di optional. Colpisce, innanzitutto, la barra che unisce le due estremità del manubrio, dall’aspetto “industrial” e pensata per poterci ancorare il navigatore e altri gadget. A parte questo, nel catalogo si possono trovare decine di soluzioni per le più disparate esigenze: borse rigide, semirigide o morbide, manopole riscaldate, sella comfort, paramotore, faretti supplementari e tutti quei gadget che tanto fanno impazzire i patiti del turismo estremo. Prima di passare all’analisi del comportamento in strada, essendo questa moto votata a far risparmiare quanto più possibile a chi la compra, conviene segnalare una lodevole iniziativa di Yamaha, proprio in tal senso.

Sono infatti disponibili una serie di pacchetti per allestimenti di varia natura che fanno risparmiare un po’ di soldi rispetto all’acquisto dei singoli optional; facciamo un esempio: acquistando il pacchetto Touring Hard, che comprende i supporti per le borse laterali, le due borse City Matt Black ed il set serrature borse laterali, si pagano 1.128,33 €, mentre acquistando le stesse parti separatamente si dovrebbero sborsare ben 1.410,42 €. Molti i pacchetti di questo tipo, motivo per cui forse conviene fare un salto in concessionaria a farseli illustrare per bene, prima di ordinare la nuova Tracer 700.

Finiti i consigli di ordine pratico/economico, passiamo a vedere come s’è comportata la Yamaha Tracer 700 su uno dei percorsi motociclistici più belli del mondo, ossia le Dolomiti del Trentino, dove siamo saliti e ridiscesi per più di 200 chilometri, valicando ben otto diversi passi.

Yamaha Tracer 700: come va

Cominciamo subito a parlare della posizione in sella. Chi scrive rappresenta la categoria dei più alti, mentre molti colleghi, che ho sbirciato e studiato durante il giro montano, rappresentano quella dei “diversamente alti”. Avendo quindi sott’occhio entrambe le possibilità, possiamo subito affermare che, nonostante la Tracer 700 non abbia quella corporatura massiccia delle turistiche più vendute, soddisfa perfettamente le esigenze di tutti. Chi, come me, ci sale chiedendosi se le ginocchia troveranno riparo negli scassi del serbatoio, viene subito rassicurato da una posizione comoda e ben protetta, mentre chi solitamente ha paura dell’effetto seggiolone e di non riuscire a toccare con i piedi, rimane comunque felice di scoprire che si riesce perfettamente a toccare a terra.

Anche la triangolazione con le pedane ed il manubrio, rende molto buona la posizione di guida, alta e dominante sulla moto e che consente di indirizzare sempre con massima precisione la Tracer che, grazie al suo peso veramente contenuto, effettua rapidi cambi di direzione e riesce ad affrontare in modo egregio anche il misto più stretto. Anzi, l’interasse maggiore, rispetto alla MT-07, e la posizione di guida più dritta, danno una maggiore sensazione di stabilità e la moto non presenta quei piccoli nervosismi che sono magari divertenti sulla MT-07, ma che avrebbero stonato su una moto adatta a fare turismo, anche per lunghe tratte.

Il motore è sempre lui, una piacevole conferma. Nonostante l’abbiamo provato in quota, quindi con un calo prestazionale dovuto al minor afflusso d’ossigeno nella camera di combustione, rimane scattante e brioso e consente ripartenze aggressive all’uscita dei tornanti più stretti, quelli che costringono ad un sensibile calo di regime. Su una cosa bisogna fare un po’ d’attenzione: si deve cercare di non mettere la prima, ma di affrontare comunque i tornanti in seconda, perché talvolta, altrimenti, si rischia qualche sobbalzo quando si rilascia la frizione stando ancora in un regime medio. Non abbiamo avuto modo di verificare il calo di emissioni dovuto all’adozione degli standard Euro4, ma fortunatamente nemmeno abbiamo registrato cali prestazionali dovuti sempre all’incremento di restrizioni da parte della normativa anti inquinamento.

Altre cose che ci sono piaciute molto sono: strumentazione, protezione aerodinamica e freni. La prima è molto semplice, chiara e ben leggibile in ogni circostanza, perfino quando si ha il sole a picco che normalmente rende difficile la lettura del display che risulta assolutamente ben organizzato ed anche con una nota estetica molto apprezzabile. Per quanto riguarda l’impianto frenante c’è poco da dire: assolutamente ben calibrato per il peso e le prestazioni della moto, risulta efficace in ogni circostanza, rendendo l’ABS niente di più che un “telone di sicurezza” da utilizzare unicamente in situazioni estreme, dal momento che non è mai entrato in funzione se non quando, volutamente, siamo andati a strapazzare oltremodo leva e pedale dell’impianto frenante.

La protezione aerodinamica è come la posizione in sella e riesce a mettere d’accordo tutti gli esponenti dell’umana statura. Con il cupolino nella posizione più bassa, solo gli alti troveranno turbolenze al di sotto del casco, mentre in posizione completamente alzata, ripara completamente i più bassi e lascia scoperta solo l’estremità superiore del casco degli alti, creando nel flusso d’aria una continuità che non va a dar fastidio a collo e spalle. Le sospensioni meritano un discorso a parte, così come la sella.

Entrambe sono di buona fattura e ben calibrate per la moto e, soprattutto per il prezzo della Tracer 700. Le sospensioni reagiscono molto bene anche in condizioni di sconnesso ed in velocità e non vanno mai a compromettere l’assetto di guida, così come la sella di serie risulta immediatamente comoda ed accogliente, almeno per le prime 2-3 ore di guida consecutiva, mentre a lungo andare si può avvertire un lieve fastidio alla zona del coccige, forse complici anche le sospensioni un po’ secche nella risposta e la mancanza del “pomellone” laterale per regolare a piacimento il precarico.

Se il problema sella è facilmente ovviabile acquistando quella comfort, o facendola imbottire maggiormente da un tappezziere di fiducia, per le sospensioni c’è poco da fare, vista appunto la mancanza di regolazione del precarico e la totale mancanza di regolazioni alla forcella; ecco, forse in questo caso ci sarebbe piaciuto trovare un pacchetto di sospensioni completamente regolabili nel vasto catalogo di optional, così da soddisfare chi non si fa problemi a metter mano al portafoglio per una comodità totale.

In definitiva il giudizio è più che positivo: la Tracer 700 riesce a garantire l’agilità e brillantezza della MT-07 e della XSR 700, ma con meno ruvidità ed una maggiore comodità di guida, potendo effettivamente candidarsi come compagna ideale per un turismo di medio, ma anche di lungo raggio, così come dell’urban commuting all’insegna della comodità e praticità, con costi d’acquisto e gestione veramente interessanti.
Che altro dire: complimenti a Yamaha che sembra aver messo le esigenze dei motociclisti al centro della sua politica costruttiva!

Yamaha Tracer 700: le caratteristiche tecniche

Motore
Motore: 2 cilindri, 4 tempi, raffreddato a liquido, DOHC, 4 valvole
Cilindrata: 689 cc
Alesaggio x corsa: 80,0 mm x 68,6 mm
Rapporto di compressione: 11,5 : 1
Potenza massima: 55,0 kW (74,8CV) @ 9.000 giri/min
Coppia massima: 68,0 Nm (6,93 kg-m) @ 6.500 giri/min
Lubrificazione: Carter umido
Frizione: in bagno d’olio, dischi multipli
Alimentazione: Iniezione
Avviamento: Elettrico
Trasmissione: Sempre in presa, 6 marce
Trasmissione finale: Catena
Consumo carburante dichiarato: 4,3 l/100km
Emissioni CO2 dichiarate: 100 g/km

Ciclistica
Telaio: A diamante
Sospensione anteriore: Forcella telescopica
Escursione anteriore: 130 mm
Inclinazione canotto sterzo: 24,8º
Avancorsa: 90 mm
Sospensione posteriore: Forcellone oscillante, (leveraggi progressivi)
Escursione posteriore: 142 mm
Freno anteriore: Doppio disco idraulico, Ø 282 mm
Freno posteriore: Disco idraulico, Ø 245 mm
Pneumatico anteriore: 120/70 R17 M/C 58W
Pneumatico posteriore: 180/55 R17 M/C 73W

Dimensioni e pesi
Lunghezza: 2.138 mm
Larghezza: 806 mm
Altezza: 1.270 mm
Altezza sella: 835 mm
Interasse: 1.450 mm
Altezza minima da terra: 140 mm
Peso in ordine di marcia (con serbatoi pieni): 196 kg
Capacità serbatoio carburante: 17,0 Lt
Quantità olio motore: 3,0 Lt

Ultime notizie su Yamaha

News e anteprime delle moto Yamaha. XJ6, R6, R1, FZ8, Super Ténéré 1200 e tutti i modelli storici, collezionismo, foto spia, concept, prezzi, prestazioni, schede tecniche, prove su strada, presentazioni, commenti e anteprime.

Tutto su Yamaha →