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Ducati XDiavel S: la prova su strada

Abbiamo preso la più americana delle Ducati, la XDiavel S, e portata sull’asfalto italiano per vedere come sia veramente: ecco la Abbiamo preso la più americana delle Ducati, la XDiavel S, e portata sull’asfalto italiano per vedere come sia veramente: ecco la nostra prova

Prova Ducati XDiavel S – Era pieno inverno quando abbiamo preso l’aereo e attraversato due continenti ed un oceano per andare in California a vedere l’ultimissima nata in casa Ducati, la sport cruiser XDiavel. Il palcoscenico di prova era sicuramente quello più adatto a lei, quelle strade californiane che hanno ispirato designer e progettisti di Borgo Panigale per creare una versione dragster che affiancasse la muscolosa Diavel e, nell’articolo sul primo contatto, avevamo constatato quanto fosse appunto adatta a quel tipo di cultura motociclistica.

Dalla splendida San Diego l’abbiamo guidata fino al confine messicano e ritorno, rimanendo incantati dal grosso motore e dai tanti gadget tecnologici che la connotano, ma questo non poteva certo bastare per dichiararci soddisfatti, per poter dire di conoscerla bene e di averla studiata in ogni suo aspetto.

Un mesetto dopo quell’esperienza, abbiamo assistito alla presentazione della gamma Ducati 2016 presso il concessionario ufficiale Ducati Roma, dove decine di professionisti in giacca e cravatta (e, a onor del vero, molti pantaloni con risvoltino) si sono letteralmente lanciati sulla XDiavel S per farcisi immortalare, snobbando letteralmente tutte le altre moto di Borgo Panigale e dicendosi pronti a sborsare i 22.900 € f.c. che servono a metterne una in garage.

E allora c’è venuta la domanda: ma una moto costruita palesemente per la cultura a stelle e strisce, che fa pensare alle lunghe percorrenze in solitaria attraverso lande desolate ed assolate, come se la caverà invece in un inferno di cemento e macchine come la Capitale della patria del motociclismo?!

La risposta la troverete continuando a leggere, per scoprire come sia andata la XDiavel S sul difficilissimo campo di prova di Roma, ma prima di ciò: un breve riepilogo sulle caratteristiche tecniche della Ducati XDiavel S

Ducati XDiavel S: come va

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Diciamolo schiettamente: questa moto è di una bellezza imbarazzante, tanto quando fa bella mostra di sé, parcheggiata e silenziosa con qualsivoglia sfondo dietro, quanto nel momento in cui ci si avvicina e la si mette in moto, sentendo il rumore meraviglioso che esce dallo scarico mozzo sdoppiato. Eppure, questa volta abbiamo cercato di mettere da parte il fattore estetico, per non farci condizionare troppo e vedere realmente come si comporti nel guidato.

Appena si sale in sella le sensazioni sono contrastanti: da una parte la seduta bassa, con le braccia quasi completamente distese, diciamocelo senza peli sulla lingua, è molto, ma molto figa; ci si sente terribilmente a stelle e strisce, il tamarro che è dentro ogni motociclista comincia a scalpitare e a farsi sentire, felice di una postura di guida a metà tra Easy Rider e un supereroe della Marvel, oltretutto essendo ben coscienti dell’enorme motore che si ha tra le gambe, capace di strappare gli adesivi a blasonatissime moto supersportive.

D’altro canto, una volta che l’ego s’è gonfiato a dismisura e ci si sente pronti a sfidare perfino Wolverine a chi sia più tamarro, le pedane rimettono subito al proprio posto anche le facce più toste, visto che 90 su 100, quando si va a mettere la prima, si trova il vuoto dove dovrebbe esserci il cambio, “ciccando” clamorosamente la manovra da tipo duro, pestando invece l’asfalto e facendo una grigia figura, dato che le pedane si trovano una trentina di centimetri più avanti del solito.

Certo, dopo un po’ che la si guida ci si abitua alle pedane avanzate e, anzi, siamo certi che queste rappresentino proprio un plus per molti, proprio per quella sensazione di potenza e superiorità che conferiscono alla posizione di guida.

Trovata quindi la prima, la inseriamo, lasciamo la frizione e partiamo per scoprire seriamente come si comporti. Inutile dirlo, quando c’è un rettilineo libero, la voglia di girare la manopola del gas è tantissima e, se assecondata, ci si ritrova a compiere degli scatti a dir poco sbalorditivi, con la XDiavel che si trasforma in un vero e proprio dragster, potente e piazzato, lanciato in avanti come un missile terra terra.

L’enorme gomma posteriore gioca un ruolo fondamentale nell’economia generale della moto e rappresenta tutta l’eccellenza di progettazione e realizzazione di Pirelli: tanta trazione e solidità sul rettilineo, quanta aderenza e sostegno in piega sono le caratteristiche che la rendono così importante.

Oltretutto, grazie al profilo molto curvo, ispirato alle gomme da pista, l’angolo di piega che si può raggiungere è veramente notevole, tanto che quando ci si butta nella curva e si pensa di essere ormai al limite, si può invece forzare ancor di più ed avere tanto altro margine di battistrada prima di arrivare a toccare con le pedane, vero ed unico limite alla capacità di curvare di questa XDiavel.

Buttarsi in curva o, per dirla meglio sul versante della guida sportiva, è uno dei momenti più divertenti, per quanto inizialmente destabilizzanti, della XDiavel. Sì, perché le prime volte che ci si lascia prendere dal motore veramente generosissimo, viene spontaneo, magari su una bella statale solitaria lontana dai centri abitati, guidare la XDiavel come una moto qualunque e quindi, all’avvicinarsi della curva, tirare ben bene i freni, decelerare e, appunto in maniera del tutto spontanea, spingere sulla pedana interna alla curva per buttarcisi dentro, solo che, sempre a causa delle pedane avanzate, le prime volte si sente un repentino vuoto allo stomaco, dal momento che pur spingendo non si riesce a buttar giù abbastanza la moto.

Per ottenere lo stesso risultato, quindi, si deve utilizzare tutto il corpo e farci un po’ l’abitudine e soprattutto, una volta riusciti nell’intento, resistere alla tentazione di allungare la mano in percorrenza di curva per toccare l’asfalto.

C’è da dire che nel guidarla “normalmente”, non si possono non apprezzare i potentissimi freni, che fanno decelerare come se si aprisse un paracadute, proprio come in una gara di drag, oltretutto sempre con la sicurezza derivante dall’ABS che preserva da brutte sorprese perfino se si strizzano troppo i freni a moto piegata. Ci sono tante cose a bisogna farci l’abitudine, appunto.

L’XDiavel piega egregiamente, almeno fino alle pedane come già detto, solo che si deve un po’ “ritarare” la testa del pilota. È evidente che non è certo per il misto stretto ed i passi montani italiani che è stata pensata questa moto che, comunque, non si comporta male nemmeno in circostanze tanto lontane dal suo habitat naturale.

In mancanza degli infiniti rettilinei che attraversano i deserti del sud ovest americano, quale potrebbe quindi essere il suo habitat naturale nella nostra penisola? A discapito dell’esagerato motore, probabilmente il suo campo di gioco ideale è inaspettatamente la città ed i piccoli spostamenti.

Sì, perché se si pensano di percorrere lunghe distanze, la sella risulta essere non comodissima, anche per il calore che sale dal motore e che non viene schermato adeguatamente dal materiale termoassorbente incollato sotto di essa. Per quanto riguarda il passeggero, invece, potrete contare su due selle incluse nel prezzo: una più imbottita ed accogliente e con lo schienalino per non perdersi nessuno per strada quando si “decolla” girando la manopola del gas, o più realisticamente per quando si fanno gite in compagnia, ed una più minimale che non prevede la presenza a bordo di nessuno al di fuori del pilota, visto che la parte di sella dedicata al passeggero è assolutamente simbolica: una sorta di monoposto e mezzo, insomma.

Anche la sospensione posteriore non gioca a favore dei lunghi spostamenti, e probabilmente nemmeno idonea a buche ed asperità tipiche delle grandi città, visto che, forse a causa della sua posizione quasi orizzontale, trasmette i colpi in modo secco alla colonna vertebrale.

Proprio in questo senso abbiamo sentito molto la mancanza del “pomellone” che c’era invece sul Diavel, capace di ammorbidire la sospensione per renderla più idonea ai tratti dissestati delle città, anzi, a dirla tutta, visto il tripudio di tecnologia che sfoggia la XDiavel, forse non avrebbero guastato le eccellenti sospensioni elettroniche che invece allestiscono Multistrada e Panigale, per potersi creare un setting da città, morbido e confortevole, ed uno più “sportivo” e duro per quando si vuole divertirsi in extraurbano.

Se ci sono mancate le sospensioni elettroniche, abbiamo invece avuto sotto gli occhi, per tutto il tempo della prova, il bottone che attiva il Ducati Power Launch che ci ha stuzzicati ed allettati non poco, lo confessiamo.

I primi tentativi per provarlo non sono andati a buon fine: anche su strade non molto frequentate, quando ci siamo messi fermi e con piedi a terra, da una parte della carreggiata, abbiamo attivato il DPL e abbiamo girato a morte la manetta del gas, nonostante il motore girasse a “soli” 8.000 giri, il suono che usciva dagli scarichi era tale che le forze dell’ordine di tutto il centro Italia hanno pensato all’unisono, mentre convergevano per multarci: “questi sono quelli di Motoblog con l’XDiavel!”… attira un po’ l’attenzione, ecco.

Alla fine siamo andati in un luogo segreto, isolato e chiuso al traffico e abbiamo finalmente provato il dispositivo ed il nostro responso è: fantastico! Te ne stai lì, col petto che grava sul serbatoio, tutto caricato in avanti, con i piedi a terra e la manopola del gas tutta aperta che fa strillare questo demone di moto, poi all’improvviso rilasci la frizione, con graduale violenza, e ti ritrovi sparato in avanti come se un’enorme fionda fosse stata rilasciata, con lo stomaco che si stringe per l’accelerazione repentina, come succede ai piloti dei caccia militari. Veramente una sensazione fantastica che riporta alla mente le gare illegali di accelerazione che si vedono nei vari film hollywoodiani.

Ecco, per l’appunto questa visione, fa però sorgere spontanea una domanda: ma se le gare di accelerazione sono, almeno in Italia e nella Comunità Europea, illegali e le piste per gare di drag racing si contano sulle dita di una sola mano, qual’è esattamente l’utilità di avere un dispositivo simile, piuttosto che delle utilissime sospensioni elettroniche?

Questa considerazione riassume perfettamente la filosofia costruttiva che ha dato vita alla Ducati XDiavel S. Alla base di molte scelte è difficile non notare lo zampino degli esperti di marketing che guardano e cercano di attrarre quei professionisti “pecunia-muniti” che rimangono, giustissimamente, affascinati da un’estetica mozzafiato, più che da un’impeccabile funzionalità studiata da vecchi e smaliziati ingegneri motociclisti, capaci di vedere e prevedere le esigenze di chi passa gran parte del suo tempo in sella.

E allora andiamo a vedere come i tecnici e responsabili marketing di Borgo Panigale abbiano allestito questa bellissima Xdiavel.

Ducati XDiavel S: com’è

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Nonostante la XDiavel derivi direttamente dal Diavel, che non sostituisce in gamma, lo ricordiamo, bensì affianca, le differenze sono molte, sostanziali e profonde. Certo, rimane la bellissima ruota posteriore da 240 mm con profilo SBK, appositamente realizzata da Pirelli, capace di garantire 40° di piega (contro i 45° del Diavel, per via delle pedane basse della versione X), così come il possente serbatoio da 18 litri e, in generale, quella linea cattiva e un po’ cyber punk che fa pensare alla moto di Judge Dredd, il personaggio della DC Comics, ma in buona sostanza è proprio un’altra moto.

Innanzitutto il motore: ad allestire l’XDiavel c’è il potentissimo e generosissimo Testastretta DVT da 1.262 cc, capace di tirar fuori 156 cavalli a 9.500 giri ed una coppia impressionante, che si attesta ad un massimo di 13 kgm a 5.000 giri il che significa una potenza leggermente inferiore rispetto al Diavel, ma che arriva molto prima ed in modo più impetuoso.

Anche la trasmissione finale è completamente diversa e, laddove solitamente ci aspettiamo di trovare una catena, stavolta, per la prima volta in Ducati, appare una larga cinghia che immediatamente rimanda agli stilemi americani.

Fra le varie parti che spiccano, nel disegno generale della moto, c’è certamente il monoammortizzatore montato quasi orizzontalmente e regolabile in precarico ed estensione, mentre all’anteriore, sempre a proposito di sospensioni, troviamo una robustissima forcella con steli rovesciati da 50 mm, completamente regolabile.

Anche da un punto di vista “elettronico” l’XDiavel parte dalla sorella senza la X, per poi distanziarsene con dispositivi unici. Ci sono ovviamente gli ormai famosissimi Riding Mode (Sport, Touring ed Urban) completamente regolabili e personalizzabili, il comando del gas Ride by Wire, il Ducati Traction Control disinseribile e/o regolabile in 8 livelli, il display TFT con duplice illuminaione, per il giorno e per la notte che cambia automaticamente e l’accensione senza chiave, o meglio, senza blocchetto, dato che la chiave funziona da trasponder e, tenendola in tasca, permette di azionare il bloccasterzo e l’accensione semplicemente agendo sugli appositi pulsanti.

Quello che invece ha l’XDiavel in esclusiva, almeno limitatamente alla famiglia Diavel, è innanzitutto il cornering ABS di Bosch che permette di strizzare energicamente i freni senza il rischio di incontrare da vicino l’asfalto, perfino se si è piegati nella percorrenza di una bella curva.

Non solo sicurezza, ma anche esclusività estetica su XDiavel come ben testimoniano il fanale diurno a LED, che ha la forma di una U rovesciata e rende assolutamente inconfondibile lo sguardo di questa muscolosissima sport custom, oltre ad una caratteristica che ci risulta assolutamente esclusiva nel mondo delle moto, ovvero i blocchetti retroilluminati di rosso: una vera e propria chicca per i maniaci dei particolari extralusso.

Ma la vera nota esclusiva di questa XDiavel si riassume con un acronimo di tre lettere: DPL, ossia Ducati Power Launch. La novità assoluta sta nel fatto che, per la primissima volta, si trova un dispositivo Launch Control su una moto non da pista, non destinata al mondo delle competizioni tra cordoli e tribune.

Il DPL, infatti, è un assistente di partenza, come si potrebbe dire in italiano, regolabile in tre posizioni che consente di massimizzare l’efficacia della moto quando scatta il verde del semaforo. In buona sostanza, una volta inserito il DPL, si tiene il gas spalancato, con il motore che abbassa il fuori giri a 8.000 giri/minuto e, come si ha il segnale di partenza, si rilascia la frizione in modo allegro (ma non di scatto, perché sennò la moto si spegne) e la centralina massimizza la potenza erogata, preservando la frizione e impedendo slittamenti, impennate e burn out, controproducenti quando si cerca l’accelerazione vincente.

In definitiva, quindi, ci troviamo di fronte a 247 chilogrammi (in ordine di marcia) di tecnologia, esclusività, lusso e prepotenza motoristica che fanno venire l’acquolina in bocca non solamente agli appassionati americani, ma come detto e visto, anche a quelli nostrani.

È una moto che attira sguardi e apprezzamenti da chiunque la veda passare, che farà girare la testa alla bella ragazza all’aperitivo (a cui però dovrete pagare un taxi, qualora decida di venire a vedere la vostra collezione di farfalle a casa) e che, se avete un buon avvocato o amici in polizia, vi farà vincere gare di accelerazione anche contro macchine sportive da centinaia di migliaia di euro.

Di contro, non è la moto con cui affrontare la vita del moto appassionato medio che vuole usare la sua due ruote per viaggiare, per fare romantiche scampagnate fuori porta, men che mai per strapazzarla sui passi montani che caratterizzano le Alpi e l’Appennino.

Un oggetto di estrema e rara bellezza, con componentistica raffinata ed avveniristica che sottolinea l’esclusività di chi la possiede, una moto capace di far diventare chi la sfoggia il destinatario di complimenti e lodi, oltre che di attrarre migliaia di curiosi che lo gratificheranno chiedendo ogni tipo d’informazione su questo mezzo così assurdamente bello.

In buona sostanza, la XDiavel è forse l’emblema più eclatante del progetto espansionistico che Ducati sta mettendo in atto: una moto super esclusiva degna di un top brand, che rappresenti la maestria italiana nel campo estetico, elettronico e della realizzazione di motori, soprattutto nel crescente mercato americano (e di conseguenza quello asiatico), dove appunto sta ottenendo risultati impressionanti in termini di vendite e dove l’estetica e l’esclusività contano molto più delle reali prestazioni e delle soluzioni tecniche per spingere un po’ più in su l’asticella del limite della guidabilità, dove, sintetizzando, la personalità conta più delle prestazioni.

Pregi & Difetti

Piace

Motore
Estetica
Accelerazione
Freni
Elettronica
Esclusività

Non Piace

Estrema rigidità sospensioni
Comfort sella
DPL

[progressbar title=”VOTO FINALE” percentage=”no” value=”8″]

Nella pagina successiva, le caratteristiche tecniche

Ducati XDiavel S: le caratteristiche tecniche

Ducati XDiavel S: le caratteristiche tecniche

Motore: Ducati Testastretta DVT con sistema Desmodromic Variable
Timing, Bicilindrico a L, 4 valvole per cilindro, Dual spark,
Raffreddato a liquido
Cilindrata: 1.262 cm3
Alesaggio x Corsa: 106 x 71,5 [mm13]
Rapporto di compressione: 13:1
Potenza: 156 CV (114,7 kW) a 9.500 giri/minuto
Coppia: 13,1 kgm (128,9 Nm) a 5.000 giri/minuto
Alimentazione: Iniezione elettronica Bosch, Corpi farfallati ellittici Øeq 56 con
sistema full Ride-by-Wire
Scarico: Girotubi e silenziatore in acciaio inossidabile con doppia uscita, catalizzatore e 2 sonde lambda
Omologazioni: EURO 4
Cambio: 6 marce
Frizione: Multidisco in bagno d’olio con comando idraulico, Sistema di
asservimento ed antisaltellamento
Telaio: Traliccio in tubi di acciaio
Interasse: 1.615 mm
Inclinazione cannotto: 30°
Avancorsa: 130 mm
Sospensione anteriore: Forcella regolabile Ø 50 a steli rovesciati in acciaio, nella versione S con DLC
Escursione ruota anteriore: 120 mm
Ruota anteriore: Fusa in lega leggera 3,5″x17″; versione S: Fusa e lavorata in lega leggera 3,5″x17″
Pneumatico anteriore: Pirelli Diablo Rosso II, 120/70 ZR17
Sospensione posteriore: Ammortizzatore posteriore regolabile in precarico ed estensione con serbatoietto remoto, forcellone monobraccio in alluminio con fuso inferiore/traliccio superiore; versione S con forcellone anodizzato naturale e spazzolato

Escursione ruota posteriore: 110 mm
Ruota posteriore: fusa in lega leggera 8,00″ x 17″; versione S fusa e lavorata in lega leggera 8,00″ x 17″
Pneumatico posteriore:Pirelli Diablo Rosso II 240/45 ZR17
Freno anteriore: 2 dischi semiflottanti da 320 mm, Pinze Brembo monoblocco
M4-32 ad attacco radiale a 4 pistoncini e pompa radiale,
Cornering ABS Bosch di serie; versione S con pinze Brembo monoblocco
M50 ad attacco radiale a 4 pistoncini
Freno posteriore: Disco da 265 mm, Pinza flottante a 2 pistoncini, Cornering
ABS Bosch di serie
Capacità serbatoio benzina: 18 l
Peso a secco: 220 kg
Peso in ordine di marcia: 247 kg
Altezza sella: 75n5 mm
Strumentazione (cruscotto): TFT 3.5” a colori e modulo spie separato
Elettronica Ducati: Riding mode, Ducati Safety Pack (Cornering ABS Bosch +
DTC), Ducati Power Launch, RbW, Cruise control, Hands-free
Garanzia: 24 mesi
Versioni: Biposto
Incluso nell’equipaggiamento standard: Impianto luci full-led, Commutatori manubrio retroilluminati; nella versione S: Impianto luci full-led con DRL, Commutatori manubrio
retroilluminati, Modulo Bluetooth, Infotainment, Motore nero lucido con cartelle copricinghia lavorate, Sella premium, Specchi retrovisori in alluminio lavorati dal pieno

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