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Amarcord: Fantic Caballero

Caballero: il mitico cinquantino da regolarità di casa Fantic


Il viaggio nel passato tra le moto, e i cinquantini, immortali della rubrica Amarcord torna all’inizio degli anni Settanta, quando l’enduro si chiamava Regolarità e i cinquantini avevano le marce. Se avete una moto o un ciclomotore che vi sono rimasti nel cuore e volete raccontarci la vostra storia, mandate una mail a [email protected] allegando se possibile qualche vostra immagine dell’epoca.

Fondata a Barzago (LC) nel 1968 da Henry Keppel e Mario Agrati, due ex dirigenti Garelli, la Fantic Motor, dopo aver prodotto minibike soprattutto per il mercato americano, ben presto concentrò la sua produzione sui cinquantini da fuoristrada, in particolare da Regolarità. Il primo Caballero, denominato TX-9 Caballero Super Cross, fu presentato al Salone del ciclo e motociclo di Milano nel 1969, dotato di propulsore a due tempi P4-SS marchiato Motori Minarelli con cambio a quattro marce e potenza, a norma di codice, di 1,25 CV a 5.000 giri (che salivano a 6,2 CV a 8.600 giri sui modelli destinati all’esportazione), alimentato con carburatore Dell’Orto SHA 14/12 (UB20S sui modelli Export), mentre la miscela era al 5% di olio.

Venne messo in vendita nel 1970 al prezzo di 164.000 lire. Dopo poco tempo la produzione venne distinta in due modelli differenti. Nel 1971 infatti erano due le versioni sul mercato di questo cinquantino, la Super Special 4 marce (che sostituì il Super Cross), con motore P4 SP, e la Competition 6 marce con motore P6 SP.

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Il primo costava nel 178.000 lire ed era caratterizzato dalla colorazione rossa, mentre il sei marce, contraddistinto dal colore blu, 209.000 lire. Bei tempi, eh? Entrambi adottavano un motore da 49,6 cc con 5,5 CV a 8.500 giri, alimentato con un carburatore Dellorto UB 20 S (in seguito sostituito dal SHB 19/19), per una velocità massima dichiarata di 70,5 km/h, ovviamente non a norma con il codice della strada, che all’epoca, e fin dal 1958, prevedeva un limite di potenza fino a 1,5 CV e di velocità su strada piana fino a 40 km/h, limiti che vennero poi eliminati nel 1987.

I due modelli erano quindi destinati alle competizioni e all’esportazione, ma vennero approntate anche le versioni “codice” con carburatore 14/12 e potenza di 1,25 CV. All’epoca il codice della strada non limitava il numero di marce, come fece negli anni seguenti, ponendo come limite prima i quattro e poi in seguito, a partire dal 1989, i tre rapporti, quindi anche i modelli con cambio a sei marce, purché limitati con carburatore 14/12, erano perfettamente legali.

Nel 1973 comparve la terza serie, quella più fortunata, e contemporaneamente venne lanciata anche la versione da 125 cc. In quell’anno erano disponibili ben tre modelli: il “base” Super Special 4 marce, sempre con cilindro in ghisa e potenza di 1,2 CV a 4.400 giri (7 CV a 9.000 giri la versione “full power”) e i modelli Regolarità 6 marce (che costava all’epoca 255.000 lire) e Regolarità 4 marce, con motore dotato di cilindro in lega leggera con canna in ghisa, anch’essi disponibili in versione codice, con 1,35 CV a 4.800 giri, e in versione Export con carburatore Dell’Orto SHB 19/19B, 6 CV a 9.000 giri di potenza e velocità massima di 85 km/h.

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Due anni dopo le versioni con potenza codice tornarono a essere due: il TX 192 Regolarità Super 4 marce e il TX 96 Regolarità 6 marce, entrambi con parafanghi in plastica anziché in metallo. A questi si affiancarono il TX 160 Regolarità Competizione, quest’ultimo targato come un motociclo in quanto sviluppava una potenza di 9 CV ed era alimentato con carburatore Mikuni da 22 mm, e il TX 190 Regolarità Casa 6 marce.

Nel 1978 uscirono di produzione i modelli della serie TX 94/TX 96, con telaio grigio, e la nuova gamma si compose unicamente della serie TX 160 e TX 190, ora con telaio rosso. Il 1979 fu uno degli ultimi anni di successo per il Caballero, che nel frattempo aveva adottato anche il serbatoio in plastica.

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In quell’anno erano infatti nuovamente presenti in listino ben 3 modelli da 50 cc: Il TX 191 Regolarità Super 6M e i conosciuti TX 190 Regolarità Casa (sempre con cambio a 6 marce) e TX 160 Regolarità Competizione, comunemente chiamato “Mik 26”, per via della dicitura sulla targhetta laterale, che identificava appunto l’alimentazione con carburatore Mikuni VM da ben 26 mm. Quest’ultima versione disponeva tra l’altro di una potenza davvero stupefacente per un cinquantino, pari a 12 CV a 12.750, che superava di gran lunga quella di 1,5 all’epoca imposta dal codice, rendendo anche il Mik 26 destinato solo alle competizioni… teoricamente!

La produzione del Caballero cessò nel 1981 e la Fantic si concentrò maggiormente sul settore del trial, anche se nella prima metà degli anni Ottanta mise in commercio altri fortunati cinquantini da enduro (ma non solo) come il Raider o l’Oasis, ma si trattava di modelli molto più “civilizzati”, dotati di indicatori di direzione, portapacchi e pneumatici meno tassellati. Nel ’90 ci fu il ritorno del nome Caballero, nelle versioni RS ed RC, su un modello da enduro tutto sommato non disprezzabile, ma che non riuscì a seguire le orme del nobile antenato.

L’enduro in quegli anni cominciava a sentire una certa mancanza di nuove leve; i giovani erano infatti sempre più attratti dalle competizioni su pista e dunque il rinnovato Caballero 50, che era in tutto e per tutto un mezzo specialistico, non ottenne un grosso successo di vendita. A metà degli anni Novanta la Fantic fu costretta a chiudere i battenti e il nome Caballero rimase solo nei ricordi fino al 2006, quando la società venne riacquistata e iniziò nuovamente la produzione di modelli da fuoristrada, con motori a due e quattro tempi e cilindrate comprese tra 50 e 300 cc, che non a caso portano ancora questo glorioso nome, sebbene i tempi siano cambiai, e non poco.

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