Home MotoGP Austin 2016: pericolo scampato, arrivata la dura Michelin

MotoGP Austin 2016: pericolo scampato, arrivata la dura Michelin

Nella notte arrivato lo stock di gomme asimettriche con uno step più duro sia sul lato sinistro che sul lato destro, più sofferente nella giornata del venerdi

Alla fin fine il pericolo di avere un secondo capitolo dopo la ‘tragedia sportiva’ argentina è stato scongiurato. Tanto rumore per nulla? Dipende da come lo si vuol vedere il bicchiere. Protagonista di questa storia è sempre lei, la Michelin. Che, a finire sul patibolo dei colpevoli non ci sta fino in fondo.

Cosa è successo al CotA di Austin? Dovessimo analizzare solamente la realtà del venerdi, ci sarebbe da preoccuparsi, ed anche tanto: in pratica le squadre della MotoGP avevano a disposizione solamente una soluzione più morbida che si deteriorava fortemente sul lato destro. Il motivo, al netto della scelta del Bibendum, era anche dovuto all’aggressività dell’asfalto e alla poca gommatura che il CotA aveva, migliorata turno dopo turno di prove libere.

“Ma come? Un altro errore di Michelin? Possibile ci siano gomme sbagliate?” facile azzardare la definizione analizzando solo quello che si vedeva. In realtà, la casa francese, proprio a seguito di quanto accaduto in Argentina, ha mostrato una buona capacità di reazione, realizzando una nuova produzione, un nuovo stock di gomme.

Anzi, a dirla tutta gli stock sono stati due: quello più morbido, arrivato in tempo, ed uno più duro arrivato nella notte.

Come specificato dagli stessi uomini del Bibendum, la gomma asimmetrica giunta ad Austin offre è una copertura media, ma con uno step più duro sul lato destro ed uno più duro su quello sinistro in quanto a carcassa. Insomma, un gradino superiore in termini di durezza rispetto alle gomme che nei primi due turni di prove libere i piloti MotoGP hanno utilizzato. Una gomma fondamentale perchè, come anche specificato da Piero Taramasso, manager Michelin ai microfoni di Sky Sport, sarà con molta probabilità la scelta per la gara.

Insomma, dopo le grandi critiche che la Michelin ha ricevuto in questi primi mesi, tra lo scoppio di Baz, il dechappamento sulla moto di Redding e, più di ogni cosa, l’impossibilità a completare una distanza di gara a Rio Hondo, bisogna sottolineare la reattività del produttore francese. La prestazione non è mai stata messa in discussione come il record della pista di Losail aveva dimostrato.

Ora anche la capacità di reagire: in meno di una settimana dal disastro argentino, ecco due nuovi stock completamente prodotti da zero. A vedere il bicchiere mezzo vuoto si può constatare il ritardo dell’arrivo in pista. A vedere quello mezzo pieno, va sottolineata la forza di reagire, in un banco di prova molto complicato come Austin, dove anche la stessa Bridgestone ha sempre sofferto problemi di usura. Una piccola dimostrazione per una casa che ha raccolto una grande sfida: ritornare nella top class del motociclismo con anche la variante di un’elettronica meno sofisticata, data dalla centralina unica.

Ciò non toglie i problemi che sono stati riscontrati nel passato (sui casi di Redding e Baz ancora prima ci torneremo per spiegare meglio) ma è dagli errori che si impara. E Michelin sembra stia imparando la lezione.

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