Home Sponsor e Team, quando i “veleni” interni portano audience. Il caso Rossi-Lorenzo-Marquez e Fenati-Bulega

Sponsor e Team, quando i “veleni” interni portano audience. Il caso Rossi-Lorenzo-Marquez e Fenati-Bulega

L’importanza degli sponsor nelle corse motociclistiche. Cosa accade quando ci sono “confronti” interni vedi Rossi-Lorenzo (Marquez) e Fenati-Bulega?

L’assioma: “Bene o male, l’importante è che se ne parli” non è solo un modo di dire ma una regola del marketing che coinvolge anche il motociclismo, specie il rapporto fra aziende sponsor e Case-Team-piloti sponsorizzati.

E’ evidente che una azienda investe, non solo economicamente, nello sport – nel nostro caso il motociclismo – per un adeguato ritorno in termini di immagine, alias pubblicità. Sponsorizzare un campione o un team al top dell’interesse del pubblico e dei media è un affare pubblicitario: investo “1” per avere 2 o -meglio- 200 o 2000. E’ in base al grado di capacità di produrre pubblicità a favore dello sponsor che si soppesa il valore economico di una sponsorizzazione che è una operazione economica di natura commerciale, un investimento pubblicitario e d’immagine. Oggi, nell’era dello sport-spettacolo, lo sponsor non paga per “avere” ma paga per “essere”.

L’ultimo esempio, il più significativo, viene dal colosso Sky, presente nel motociclismo non come semplice azienda che appiccica un proprio adesivo su un testimonial (moto o pilota) ma “a tutto tondo”: esclusivista dei diritti tv del motomondiale, in primis in Italia, ma facendo ruotare il proprio interesse nel motociclismo con al centro l’uomo simbolo delle corse, Valentino Rossi.

Non manca niente, almeno sul piano potenziale. Perché sul piano pratico conta la “sostanza”: gare avvincenti, campionato combattuto, milioni di persone davanti alla tv, “propri” piloti e “proprio” Team competitivi, possibilmente vittoriosi. Gare piatte, campionati monotoni, campioni privi di carisma fanno perdere pubblico, sponsor, appetibilità alle corse. Sotto questo punto di vista quanto ha pesato in positivo e in negativo la nota vicenda “velenosa” di fine 2015 ma tutt’ora in piedi fra Rossi e il binomio spagnolo Lorenzo-Marquez e il recente brutto battibecco di Losail fra i due “galletti” Fenati-Bulega dello Sky VR46 Team?

Non c’è dubbio che in termini quantitativi, il riscontro c’è stato (anche troppo?) ma la medaglia, anche in questi casi, ha due facce. Un conto è la “quantità”: l’audience, il tam-tam mediatico, l’interesse degli appassionati e non; un conto è la “qualità” del ritorno di immagine. I protagonisti (piloti-team e anche sponsor) portano a casa la notorietà. Ma la reputazione? La gente (forse) si ricorderà del brand ma ne ricaverà una sensazione positiva o a lungo andare prevarranno insofferenza, fastidio, rifiuto?

Nel motociclismo i due “galli” nello stesso pollaio hanno sempre prodotto scomode coabitazioni quanto non veri e propri disastri. Il compagno di squadra è il primo avversario da battere. Ma la rivalità interna deve essere di stimolo per essere più competitivi, se sfocia in rissa e in rancore produce solo danni.

Come abbiamo già scritto su Motoblog: “Fenati e Bulega, alla loro prima gara nello stesso Team, sono stati brillanti protagonisti in corsa quanto scadenti, a caldo, subito dopo il traguardo. Ma vittoria e podio, a Losail, sono andati ad altri e specie a Fenati ma anche a Bulega va chiesto come affrontano questo passaggio in vista delle prossime corse, se col proponimento di rivincita verso gli avversari o per consumare una vendetta contro il proprio compagno di squadra”. Serve perciò nel Team una elevata capacità di gestione degli equilibri interni. E serve una qualità specifica nella gestione della comunicazione su misura per il motociclismo e non fatta calare dall’alto come un vestito che può andare bene a tutto e tutti, sempre e comunque. La storia delle corse insegna che l’Azienda sponsor sta al… gioco fin che gli conviene giocare. Chiaro?

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