Home Schwantz: “Michelin? Potrebbe alterare i valori in campo”

Schwantz: “Michelin? Potrebbe alterare i valori in campo”

L’ex campione del mondo della classe 500cc: “se la Honda rimarrà poco competitiva, scommetto che cambierà qualcosa a livello gomme, perchè la Honda ha ancora una voce importante”

Il mondiale MotoGp è in rampa di lancio e con se la stagione 2016, con il suo carico di bagagli che prevede il ritorno di Michelin e di un’elettronica unica, targata Magneti Marelli. Variabili intervenienti che hanno leggermente rimescolato i valori in campo. Inutile rimanere ancora su posizioni spiegate più volte: Yamaha sembra essere al momento la casa più in forma, Honda soffre in termini di accelerazione, Ducati dovrà confermare la competitività della GP15 con la nuova Desmosedici.

Un elemento però accomuna lo sviuppo di ogni prototipo, e questo avviene praticamente da sempre: far lavorare al meglio le gomme. Se infatti la sinergia moto-gomme-pilota non è perfetta, il risultato non arriva. Una situazione che, negli ultimi anni con la Bridgestone ed il suo regime di monogomma, aveva comportato un livellamento prestazionale decisamente elevato, basato su gomme in grado di offrire un grip enorme, praticamente infinito, con una durata che poteva andare ben oltre la lunghezza di una corsa. Chiaro, la casa nipponica riusciva ad offrire una varietà di mescole e strutture, che dovevano adattarsi alle condizioni climatiche, del circuito e delle condizioni dell’asfalto in termini di abrasività, di grip.


Con Bridgestone, nonostante qualche piccola polemica passata, principalmente demagogica – si ricordi il caso di Assen 2015 con mescole del 2014 per venire incontro alle necessità del circuito olandese – si è sempre rimasti su di un clima di percezione equa. Questo anche perchè il modus operande di casa Bridgestone, avendo la propria casa base in Giappone, doveva essere cadenzato in termini di organizzazione e spedizione dei lotti di pneumatici con sommo anticipo. Ai tempi del duopolio Michelin-Bridgestone i francesi riuscivano ad ottenere prestazioni migliori proprio perchè in grado di sviluppare, sulla base delle indicazioni dei piloti ufficiali, quelle che venivano definite gomme della notte. Era una pratica che funzionava per tutti gli ufficiali, principalmente per i piloti sviluppatori.

Una scelta lavorativa che aveva portato al dominio del Bibendum, ma che aveva sollevato alcune questioni di carattere polemico su chi dovesse avere tali gomme e perchè doveva avere tale vantaggio. Sia chiaro, non ci riferiamo, in maneira dietrologica a Rossi come ad un altro pilota: ogni pilota con trattamento ufficiale Michelin riceveva tale trattamento (lo Stoner che nel suo libro autobiografico denunciava tale stranezza, ad esempio, nel suo anno da rookie con LCR, non può esser preso ad esempio, in quanto pilota clienti) e ciò con comportava necessariamente un miglioramento delle prestazioni. Basti pensare a quel Sete Gibernau che, nel gran premio di Cina del 2005, non ascoltò i consigli degli uomini francesi, utilizzando una copertura che, con il suo modo di guidare e con l’assetto scelto, lo rendevano più veloce.
DOHA, QATAR - MARCH 04:  Marc Marquez of Spain and Repsol Honda Team rounds the bend during the MotoGP Tests In Doha at Losail Circuit on March 4, 2016 in Doha, Qatar.  (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)
Una scelta controcorrente quella consigliata dall’ingegnere Michelin, il cui risultato lo portò a chiudere quarto a 18 secondi dalla vetta per un degrado eccessivo. Tale situazione cessò di esistere con l’avvento della stagione 2007 e il limite di gomme per ogni week-end. Un limite presente ancora oggi, ma che non ha impedito ad un campione come Kevin Schwantz di sollevare alcune questioni sul futuro del campionato. In un’intervista rilasciata a motorsport.com al bravo collega David Malsher, il texano non le manda a dire: “Per quanto Dorna pensi di avere il controllo della situazione, Michelin ha la capacità di sviluppare gomme in maniera tale da far girare le cose in una direzione differente, e poter alterare i valori in campo”. L’inizio dunque è di quelli con il botto

E’ chiaro che la Michelin farà di tutto per pensare solamente a realizzare gomme competitive, ma una volta che conoscerà moto, piste e piloti, ci potrà essere sempre un’occasione per un cambiamento in qualsiasi momento della stagione

Ciò che ho capito è che a Lorenzo piacciono gomme con tanto grip sulla spalla (come per le Bridgestone ndr) e quando Bridgestone aveva portato una gomma buona in qualsiasi condizione, ma non eccellente, Valentino gli è stato davanti. Quando però la gomma dava tanto grip, Jorge era il più veloce in pista. Ora Michelin sembra aver eliminato questo rendimento un pò vago dando tanto grip sulla spalla

A sentire il campione del mondo di Suzuki però, Honda potrebbe mostrare il proprio peso specifico: “Potrebbe esserci un tipo di gomma che favorisce Lorenzo o qualche altro costrutore. E ve lo dico, se la Honda rimarrà poco competitiva, scommetto che cambierà qualcosa a livello gomme, perchè la Honda ha ancora una voce importante

Una disamina effettuata da un campione del mondo che però, a ben vedere, non dice nulla di nuovo rispetto a situazioni passate. Tolto il periodo in cui si poteva sfornare una gomma ‘ad hoc’ sia per Michelin che per Bridgestone (la mossa di Ducati di passare ai giapponesi nel 2005 fu volutamente per questo motivo), le scelte di un costruttore variano in base a tantissimi fattore e, ciclicamente hanno favorito una casa piuttosto che un’altra, un costruttore piuttosto che un altro. Vedere dello ‘sporco’ senza una controparte che spieghi le motivazioni di una scelta e, sopratutto, senza delle prove tangibili a sostengo, risulta un pò parziale come analisi. E’ certo però che uno come Schwantz non parla mai a caso, per il suo storico e per la sua conoscenza. Staremo dunque a vedere. Losail è alle porte…
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