Home WSBK 2016: 7 Case in pista, ma non è tutto oro quel che luccica. Aspettative e dubbi su Aprilia-Ioda

WSBK 2016: 7 Case in pista, ma non è tutto oro quel che luccica. Aspettative e dubbi su Aprilia-Ioda

Mondiale WSBK al via con 7 case in pista. Ma le case ufficiali quante sono?

E’ bastato il primo test stagionale della MotoGP a Sepang per occupare tutti gli spazi, non solo mediatici, del motociclismo. Bene, si dirà, anche se a soffrirne per prima è la Sbk, con il mondiale alle porte per il primo appuntamento 2016 a Phillip Island il prossimo 22 febbraio.

Non ci soffermiamo, stavolta, sullo stato di salute strutturale – non certo eccellente – del mondiale delle derivate dalla serie dove permane, al di là dei soliti proclami propagandistici, uno stato di confusione sull’identità, l’organizzazione, il futuro di questa categoria che tanto ha dato (e può dare) al motociclismo nazionale e internazionale.

Guardando il campionato 2016 superficialmente emerge un quadro apparentemente florido con ben sette Case impegnate – si dice ufficialmente o in veste semiufficiale, che non è la stessa cosa – con in testa Kawasaki, Ducati, Yamaha (ufficialissime, appunto) e Honda, Aprilia, MV Agusta, Bmw (presenti, ma senza l’aureola e l’impegno diretto).

Avremo tempo e modo per analizzare la situazione di una stagione dove le “verdone” restano le più competitive anche perché con due manici del livello di Rea e Sykes, con le “rosse” di Borgo Panigale (anche qui con ottimi driver a cominciare da Davide Giugliano) certamente in lotta per il titolo, con scampoli di gloria per le rientranti Yamaha e per Honda, forte di un pilota tosto ed esperto qual è Hayden.

E Aprilia? E MV Agusta? E Bmw? Qui ci soffermiamo sulla prima. La Casa di Noale, come noto, punta tutto sulla MotoGP e alla fine, dopo i soliti “stop and go” (corro, non corro?) ha comunque deciso in zona Cesarini per il “sì” affidando le sue 4 cilindri al Team Ioda Racing di Giampiero Sacchi con in sella il 31enne sammarinese Alex De Angelis e il 22enne cesenate Lorenzo Savadori.

Tagliamo corto: fa certamente piacere salutare il permanere in Sbk di una Casa dal palmares di Aprilia, con le RSV4 protagoniste delle ultime stagioni e tutt’ora competitive. Il Team di Sacchi, che saluta la MotoGP per l’avventura in Sbk, ha le carte in regola per ben figurare, così come i due piloti, non certo dei novellini, anche se Alex deve dimostrare di essere tornato ok dopo il brutto incidente del 2015 e Lorenzo deve “imparare” in fretta la Sbk e le slick Pirelli.

Tutto bene, allora? No. Perché non è chiaro il “contenuto strategico” dell’operazione e soprattutto non sono chiare le potenzialità tecniche (il pacchetto moto-motori ecc.) legate ovviamente agli obiettivi e alle disponibilità economiche.

Le RSV4 Aprilia, per poter reggere l’urto di moto in forte evoluzione quali per prime le Kawasaki, le Ducati, le Yamaha, necessitano – specie dopo la prima fase del campionato – dello sviluppo, in primis quello dei propulsori.

E’ oggi Aprilia in grado di garantire questo sviluppo o l’accordo con Ioda prevede semplicemente la … “via corta” del rapporto esclusivamente commerciale fra Casa e “cliente” fra chi vende (affitta) e chi compra (gestisce): ti affidiamo pro tempore le moto poi arrangiatevi voi da soli?

La Casa di Noale spreme oggi tutte le proprie energie – tecniche, organizzative ed economiche – per la MotoGP e non ha certo né tempo, né struttura, né soldi per altro, in questo caso per la Sbk, ritenuta (sbagliando?) in questa fase, non più strategica.

L’Aprilia in pista dà lustro e tono al mondiale Sbk 2016 ma il gioco deve valere davvero la candela: senza lo sviluppo tecnico dei motori, immediato e costante, il flop è assicurato. Cui prodest?

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