Home Moto3, aspettando Yamaha… Ducati e Aprilia. La categoria cadetta forgia nuovi talenti ed è “utile” alla MotoGP

Moto3, aspettando Yamaha… Ducati e Aprilia. La categoria cadetta forgia nuovi talenti ed è “utile” alla MotoGP

Il boss di Yamaha Racing, Lin Jarvis guarda alla MotoGP del dopo 2016 pensando di portare – dal 2017 – nel “pollaio” della Casa dei tre diapason Maverick Vinales e Alex Rins, oggi entrambi 21enni.

Il boss di Yamaha Racing, Lin Jarvis guarda alla MotoGP del dopo 2016 pensando di portare – dal 2017 – nel “pollaio” della Casa dei tre diapason Maverick Vinales e Alex Rins, oggi entrambi 21enni.

Si tratta indubbiamente di due giovani talenti spagnoli nel “mirino” dei top team: Vinales sulla nuova Suzuki è stato la rivelazione della premier class nel 2015 mentre Rins è stato il vice iridato della Moto2. Fa bene, quindi Yamaha, al di là dei vincoli contrattuali in essere, a guardare al futuro che comincia già in questa stagione, con i contratti dei big Jorge Lorenzo e Valentino Rossi in scadenza.

Non affrontiamo in questo post la questione del futuro di Lorenzo e di Rossi, anche se restiamo convinti che niente è scontato sia per l’italiano che per il maiorchino.

Qui interessa ribadire un concetto di fondo: che è la Moto3 la forgia che scopre e lancia i “giovani leoni”. Vinales nel 2013 ha vinto il mondiale Moto3 su Ktm alla sua seconda stagione (terzo posto su Honda) dopo il debutto iridato 2011 in 125 su Aprilia. Rins ha debuttato (quinto su Honda) nel 2012 in Moto3 proseguendo nel 2013 (secondo su Ktm) e nel 2014 (terzo su Honda) poi – come detto – la medaglia d’argento in Moto2.

Sono solo due esempi, senza citarne altri, a cominciare dal fenomeno dei fenomeni, Marc Marquez. Insomma, se ce ne fosse ancora bisogno, si dimostra la validità tecnico-agonistica della Moto3, indispensabile per la individuazione, la formazione, lo sviluppo dei nuovi campioni, piloti che dopo la durissima selezione, saranno poi le nuove “star” della MotoGP.

Perché, allora, una Casa fortemente ancorata nelle corse qual è la Yamaha non si impegna con una propria moto, direttamente o con un Team di riferimento, nella categoria Moto3? Dopo tutto, non è la Moto3 GP di 250cc., la nipotina della MotoGP 1000 cc, utile anche allo sviluppo “in provetta” e “sul campo” del bolidone a quattro cilindri?

In passato altre Case (specie italiane) utilizzavano sul banco motori che altro non erano che una “frazione” (spesso un quarto) di propulsori pluricilindrici di cubatura quattro volte superiore portando in pista anche una motina completa, utile per capire meglio pregi e difetti della sorellona maggiore. Non a caso Ktm e Honda sono da tempo in piena bagarre nella Moto3, con positivi riscontri di immagine e immagazzinando esperienza che va ben oltre i confini della categoria di ingresso del motomondiale, oramai ciliegina prelibata anche di altri campionati nazionali e internazionali.

“Purtroppo – si lamenta Lin Jarvis – non abbiamo squadre in Moto3 e in Moto 2 (qui il discorso è diverso perché trattasi di una “monomarca” n.d.r.), quindi non possiamo allevare talenti nelle classi minori”. Appunto. Lo stesso discorso può valere anche per Ducati e Aprilia, sia sul piano – come già detto – del rapporto “diretto” fra Moto3 e MotoGP ma anche di una possibile traduzione dell’esperienza in Moto3 nel settore commerciale, con il mercato (non solo asiatico e/o dei paesi in via di sviluppo) sempre più interessato a moto di serie di 250 cc e di 500-600 cc.

In tal senso un esempio di qualità viene dalla modenese ORAL ENGINEERING in partnership con l’asiatica KYMCO, sempre più validamente impegnati in Moto3 – nel 2016 moto completamente nuova affidata al 18enne capitolino Simone Mazzola – come base di una collaborazione per le nuove moto di serie nelle piccole e medie cilindrate del colosso di Taiwan.

Qui si vuole aprire solo una riflessione sapendo che l’ingresso in Moto3 di altre Case, oltre a galvanizzare il motomondiale, può produrre quel “valore aggiunto” ambito anche da realtà di alto lignaggio quali Yamaha, Ducati, Aprilia, ecc. Non è solo una questione di costruzione del “vivaio” piloti – che pure conta – o di immagine, ma anche di apporto tecnico cha dalla Moto3 può essere riversato in MotoGP.

Comunque, pur con tutto il rispetto per l’iniziativa, non si può pensare che le nuove leve siano un “affare” da delegare in toto (o quasi) al VR46 Team di Valentino Rossi…

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