Home MotoGP, è Lorenzo il “Number one”. Ma Rossi accusa: “Biscottone!”. Campionato “fasullo” o Valentino “fuorigiri”?

MotoGP, è Lorenzo il “Number one”. Ma Rossi accusa: “Biscottone!”. Campionato “fasullo” o Valentino “fuorigiri”?

Jorge Lorenzo Campione del Mondo MotoGP 2015. Valentino Rossi sbotta, c’è stato il classico “Biscottone!”.

Dall’ultimo decisivo round di Valencia è Jorge Lorenzo a uscirne trionfatore, vincendo gara e titolo iridato della premier class. Il 28enne maiorchino della Yamaha conquista il suo quinto titolo mondiale (tre in MotoGP) dopo una stagione difficile, combattuta e ricca di colpi di scena e di strascichi polemici, meritandosi la palma iridata.

Rossi, in testa alla classifica per 17 gare su 18, è stato il pilota più costante; Marquez il più veloce ma anche con più errori; Lorenzo il pilota più completo e non certo “succhiaruote” con le sue sonanti 7 vittorie stagionali, psicologicamente inossidabile, capace di superare momenti disastrosi e gap di classifica molto pesanti, destabilizzando proprio il pesarese compagno di squadra, sempre più nella spirale polemica da lui stesso alimentata alla vigilia di Sepang nella improvvida esternazione contro gli “spagnoli” e rilanciata ieri “fuori misura” subito dopo la corsa di Valencia.

Movistar Yamaha's Spanish rider Jorge Lorenzo celebrates on podium winning the race and the 2015 MotoGP world championship tiltle after the MotoGP motorcycling race at the Valencia Grand Prix at Ricardo Tormo racetrack in Cheste, near Valencia on November 8, 2015. AFP PHOTO/ JAVIER SORIANO        (Photo credit should read JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images)

La condotta di Marquez nelle due ultime gare è discutibile come discutibili sono gli interventi parlati e scritti (il dopo Sepang, la richiesta anti Rossi al Tas di Losanna ecc.) di Lorenzo. Ma Rossi è andato oltre, sputando il rospo e mille veleni contro tutto e tutti, calcando la mano come mai nessun altro aveva mai fatto nel motomondiale – proprio ieri dopo la corsa di Valencia – contro il (presunto) “complotto” degli spagnoli (Marquez per primo) a suo danno, di fatto delegittimando il titolo di Lorenzo e l’intero campionato, con frecciate velenose in molte direzioni, Honda compresa.

Ci ripetiamo: pur nella loro diversità di comportamenti in pista e fuori, Lorenzo, Rossi, Marquez – tutti e tre – meriterebbero il titolo iridato “alla pari”. Ma nelle corse vince uno solo e ha vinto meritatamente Jorge Lorenzo.

Tanto di cappello a Valentino Rossi cui il mancato obiettivo dell’agognato titolo numero 10 nulla toglie e nulla aggiunge alla sua carriera prestigiosa; e – comunque – un grosso applauso va a Mar Marquez, con ancora il gap dell’esagerazione in pista e fuori, ma indubbiamente il fuoriclasse dall’indiscutibile talento che ha in mano il futuro prossimo della MotoGP. Tutto bene, dunque? Tutt’altro.

Movistar Yamaha's Spanish rider Jorge Lorenzo celebrates winning the race and the 2015 MotoGP world championship tiltle after the MotoGP motorcycling race at the Valencia Grand Prix at Ricardo Tormo racetrack in Cheste, near Valencia on November 8, 2015.    AFP PHOTO / JAVIER SORIANO        (Photo credit should read JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images)

Perché, appunto, il “Je accuse” di Rossi (che non è uno qualsiasi…), getta un’ombra scura sul motomondiale, lascia pesantemente il segno, alimenta lo scontro esasperato delle tifoserie chiamate alle “crociate” con la strumentalizzazione dei Vip (fino al nostro primo ministro), porta i media a schierarsi dietro le bandiere nazionali, chiama soprattutto in causa Dorna e FIM.

Ecco. Delle due, l’una: se ha ragione Rossi, il titolo di Lorenzo è “fasullo” e la condotta di Marquez va sanzionata. Ma se Rossi ha torto e il “complotto” degli spagnoli, il “gioco a squadre” è solo frutto di una dura sconfitta che brucia fino a mandare in tilt il 9 volte campione del Mondo?

Dorna e FIM, che hanno il diritto-dovere di dimostrare di essere davvero i garanti dell’intero motomondiale, non possono fare orecchie da mercante. Idem il Tas di Losanna. Il mondiale 2015 è chiuso ma la telenovela continua, forse sui binari della farsa.

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