Home MotoGP: quando la “scia” alimenta polemiche. Il caso Lorenzo-Iannone…

MotoGP: quando la “scia” alimenta polemiche. Il caso Lorenzo-Iannone…

A Phillip Island è “esplosa” la questione della scia in qualifica, cioè il problema dei piloti che si attaccano a un altro per essere più veloci.

A Phillip Island è “esplosa” la questione della scia in qualifica, cioè il problema dei piloti che si attaccano a un altro per essere più veloci e quindi poter abbassare il proprio tempo sul giro e partire più avanti in gara.

Un tema poco dibattuto ma un nodo che sempre più crea polemiche e dissapori fra i piloti, ovunque, non solo nel motomondiale e non solo in MotoGP. Stavolta, appunto a Phillip Island, la scia è tornata di grande interesse perché Jorge Lorenzo ha vivacemente protestato contro Andrea Iannone, accusato dal maiorchino di averlo ripetutamente atteso in pista ed essersi volutamente messo sulla coda della sua M1, disturbandolo e, di fatto, rubandogli il secondo miglior tempo, quindi una manciata di metri di vantaggio nella partenza in gara.

Non è un problema di poco conto perché domani Lorenzo potrebbe trovarsi davanti, alla prima curva dopo la partenza, non solo il poleman Marquez ma anche il ducatista Iannone, evidentemente un pilota in più da superare per il maiorchino che ha l’obiettivo della vittoria.

Ciò detto, ha davvero ragione Lorenzo e hanno ragione i giudici di gara che in Moto3 hanno penalizzato alcuni piloti rei di aver girato in qualifica troppo piano perché in attesa di uno più veloce di cui prendere la scia?

Chi scrive ritiene che i regolamenti sono oggi anche troppo restrittivi e che – salvaguardando la sicurezza – il pilota in pista per le qualifiche ha il … “diritto” di fare la sua strada (senza interferire con quella degli altri) con la velocità che ritiene opportuno.

PHILLIP ISLAND, AUSTRALIA - OCTOBER 16:  Jorge Lorenzo of Spain and Movistar Yamaha MotoGP rounds the bend during free practice for the 2015 MotoGP of Australia at Phillip Island Grand Prix Circuit on October 16, 2015 in Phillip Island, Australia.  (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Nella storia del motomondiale quanti piloti hanno vinto gare e (anche) titoli – meritatamente – succhiando la ruota altrui? Non facciamo nomi per non buttare benzina sul fuoco.

Di fatto, il pilota che rallenta per agganciare un altro ritenuto più veloce, non lo fa (solo) perché la scia permette di essere “trainato” sul dritto da chi sta davanti e quindi aumentare la propria velocità di punta.

Come ben si sa, non conta tanto la velocità massima sul rettifilo ma il tempo sul giro più basso possibile. Quel che davvero conta – a tutti i livelli, MotoGP compresa – è caso mai agganciarsi a un pilota (del livello di Lorenzo) per “copiare” il suo punto di staccata, le zone di accelerazione dopo ogni curva, la migliore traiettoria e così via.

La controprova? Ci sono piloti (vedi Moto3 ecc) con la più alta velocità di punta ma con tempi sul giro mediocri: dietro a questi piloti (con moto molto competitive) non si attacca mai nessuno. Perché? Perché l’operazione porterebbe ad alzare e non ad abbassare il tempo sul giro.

Quindi ognuno faccia il proprio gioco, anche in qualifica, sempre ricordando che le corse non sono il ballo delle novizie.

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