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Moto3, Mugello day after: il “sogno infranto” di Kevin Sabatucci

Paolo Simoncelli, patron del Team Sic58, ha dato il ben servito a Kevin Sabatucci

C’è chi ride e c’è chi piange: è così nel motociclismo, nello sport, nella vita. Nella Moto3 del CIV al Mugello che ha laureato “tricolore” il piè veloce Marco Bezzecchi su uno strabiliante Fabio Di Giannantonio è il 16enne pilota Kevin Sabatucci a piangere lacrime amare.

Cosa è successo? Che il giovanissimo pilota ascolano, dopo l’ultima gara del CIV, ha ricevuto il “benservito” da Paolo Simoncelli, patron del Team Sic58. “Oggi (ieri ndr) – scrive l’affranto Kevin su Facebook – dopo aver fatto l’ultima gara del campionato e aver dato tutto ma tutto me stesso per finire quindicesimo ho preso la batosta più grande della mia vita rientrando nel box quando Paolo mi ha detto “signor Sabatucci il prossimo anno non correrai più con noi”. Lì mi è caduto un sogno addosso, ho pianto e credo che ci starò ancora male per un bel po”.

Come non comprendere lo stato d’animo di questo pilota-ragazzino? Diciamo che, (quasi) sempre chi scrive queste note sta dalla parte del pilota, l’artefice principale delle corse, quello che rischia. Con altrettanta chiarezza diciamo che la visuale del pilota non è sempre la più corretta nel vedere la realtà e nel valutarne le conseguenze rispetto a quanto succede in pista e rispetto ai risultati.

Kevin è, oltre un ragazzo d’oro sotto ogni profilo, un buon pilota. Forse il pilotino marchigiano pensava di poter ripetere quasi “automaticamente” i successi riportati in precedenza nelle categoria promozionali, contando anche sul supporto di un Team di gran livello, qual è, appunto, quello di Paolo Simoncelli.

Ma anche qui la medaglia ha due facce, in questo caso, il nome “importante” del Team ha avuto per Kevin l’effetto boomerang. Invece di procedere con linearità nel processo di “crescita” Kevin si è trovato in una “sovra esposizione” mediatica (e non solo), con un peso eccessivo di responsabilità che invece di favorirlo lo ha… spiazzato. Non è facile gestire una tale situazione e non è facile gestirsi, in pista e fuori, specie in un mondo (anche quello del Civ) dove c’è chi cerca lo scoop a scapito della “sostanza”, dove si punta più sull’immagine “costruita” che sui risultati reali ottenuti in pista solo con un lavoro incessante e lontano dai riflettori.

Kevin è tutt’altro che un pilota scarso, è di buon livello, come altri nel Civ. Ma come altri (non solo nel Civ) si è fatto spingere in una spirale dove ti viene affibbiata l’etichetta del “fenomeno”, una etichetta che può portare il protagonista ai sette cieli ma che può anche riservare conseguenze spiacevoli.

Qui è “caduto” Kevin, prima esaltato… troppo, poi – evidentemente tirate le somme dei risultati non adeguati rispetto alle aspettative – con il foglio di via e tanti saluti. Kevin non è il primo e non sarà l’ultimo. Non si vogliono affibbiare “colpe” né al pilota né al Team né a nessun altro. Si tratta solo di prendere atto di una situazione che fa male a un ragazzino che ama questo sport più di se stesso e che al motociclismo dà tutto. Siamo certi che fa male anche (anzi più di tutti) a un uomo di grande esperienza e di rara sensibilità qual è Paolo Simoncelli.

Come difendiamo il pilota al contempo difendiamo il Team che non è una succursale delle Dame di San Vincenza ma una azienda, con bilanci (anche economici) che devono quadrare. Evidentemente qui i conti non sono tornati e il Team ha dovuto prendere – riteniamo non a cuor leggero- una drastica decisione. A Kevin diciamo solo: manda giù il rospo senza recriminazioni, riparti con umiltà da dove sei arrivato facendo tesoro del passato, non mollare! E in bocca al lupo!

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