Home Josh Brookes a Motoblog: “Vincere in BSB per tornare nel Mondiale SBK… e al TT”

Josh Brookes a Motoblog: “Vincere in BSB per tornare nel Mondiale SBK… e al TT”

Abbiamo incontrato il funambolico pilota australiano alla vigilia del suo ennesimo assalto al titolo della British Superbike con la nuova Yamaha R1: ecco cosa ci ha raccontato.


Nel 2015, Josh Brookes tenterà ancora una volta l’assalto al prestigioso titolo della British Superbike insieme al team Milwaukee Yamaha, ma questa volta avrà una nuova arma a sua disposizione: l’attesissima Yamaha YZF-R1 2015. Lo scorso anno, il 31enne pilota australiano ha chiuso il campionato britannico in quarta posizione dopo essere stato a lungo in lotta per la corona (poi andata all’eterno Shane ‘Shakey‘ Byrne su Kawasaki), cogliendo quattro vittorie e diversi podi, e con l’arrivo della nuova moto al posto della ‘vecchia‘ R1 ed il supporto diretto della casa di Iwata è sicuramente uno dei favoriti della vigilia.

Brookes è stato due volte vice-Campione BSB (nel 2010 con Honda, nel 2012 con Suzuki) e nella sua carriera vanta anche partecipazioni ai Mondiali Superbike e Supersport (terzo assoluto nel 2008) e anche al Tourist Trophy dell’Isola di Man, dove nel 2013 stupì tutti facendo registrare il giro più veloce di sempre per un debuttante. Lo abbiamo incontrato un paio di settimane fa in occasione della presentazione ufficiale dei team Yamaha Racing 2015, approfittandone per parlare della nuova stagione della British Superbike, della nuova moto e anche di Road Racing.

01 josh brookes

Nuova stagione, nuova moto. Quali sono i tuoi obiettivi per questo 2015 in sella alla nuova R1?

“E’ difficile da dire a questo punto, ma gli obiettivi sono più o meno gli stessi per tutti i piloti, nel senso che tutti vogliono vincere. L’anno scorso siamo arrivati molto vicini al titolo, rimanendo nelle prime posizioni per tutta la stagione. Purtroppo alla fine abbiamo avuto un calo prestazioni. Se guardo alla stagione 2014 nella sua totalità, quindi non alla singola gara, credo si possa dire che, in generale, mi è mancato un secondo al giro. Ed era su questo secondo ‘mancante’ che dovevamo lavorare: bastava qualcosa di piccolo, magari sul peso o al motore, per avere più chances di titolo e vincere più gare. E spero che questo piccolo miglioramento arriverà da sé con la nuova moto.”

“No, non ancora, ma credo che, se riuscivo comunque a vincere con la vecchia moto, sia facile immaginare che avrò ancora più possibilità di vittoria con quella nuova. Gli obiettivi rimangono quelli, ma con la nuova R1 dovrebbero essere molto più realistici. Quest’anno credo di avere davvero una grossa possibilità.”

“E’ difficile da dire, perché le cose cambiano ogni anno e c’è sempre qualcuno che non ti aspetti che poi è lì a lottare con i primi. Per come sono messe le cose adesso, devo per forza considerare Byrne come uno dei pretendenti: è il campione BSB in carica, ha un sacco di esperienza…”

E sembra non invecchiare mai…

“Si, è vero [ride]. Comunque, oltre all’esperienza, ha un grande team. Ogni volta che qualcuno gli si avvicina, loro investono altri soldi per ristabilire il gap.”

British Superbike Championship - Round 12

Pensi che il team Solicitor Kawasaki sia così decisivo?

“Sì. Paul Bird è il proprietario, ed è molto ricco. La situazione è semplice: quando servono altri soldi, lui firma un assegno [mima il gesto] è la questione è chiusa. Gli altri team invece hanno sempre delle questioni di budget, con cui devono fare i conti. Quindi Byrne sarà di sicuro nella lotta.”

Chi altro?

“Penso Kyonari, che l’anno scorso si è messo in grande evidenza. La sua BMW ha una grande potenza, anche se forse non è la migliore in termini di maneggevolezza, ma lui è capace di ottenere il massimo dalla moto sfruttando quella potenza come si deve. Dopo due anni di risultati tutt’altro che buoni, l’anno scorso c’è stato un grande revival di Kyonari in BSB: non so cosa sia successo, se sia scattato qualcosa nella sua mente, nella sua vita privata o chissà cos’altro, ma qualcosa è cambiato e lui è tornato fortissimo.”

Siete stati anche compagni di squadra, se non ricordo male…

“Sì, nel 2010 [nel team HM Plant Honda], e per questo so bene quanto ‘Kyo’ può essere veloce. L’ho visto in prima persona nel mio stesso garage, con la mia stessa moto, tutti i giorni, e so quanto può essere impressionante.”

Team Milwaukee Yamaha - BSB 2015

E cosa mi dici invece del tuo nuovo compagno e connazionale Broc Parkes? Cosa credi potrà combinare nel suo primo anno di British Superbike?

“Penso che abbia buone possibilità di fare bene. Per adesso è ancora un’incognita, perché bisognerà vedere come si abituerà al campionato e alle nuove piste, ma è comunque un pilota navigato che è in giro da un sacco di anni e ha un sacco di esperienza. Credo che lavoreremo bene insieme per trovare il miglior set-up per la moto, e se lui troverà il giusto feeling sarà sicuramente una minaccia per tutti.”

“Oltre a questi, vedo bene Michael Laverty, che magari non sarà uno sfidante per il titolo ma sarà sicuramente in grado di vincere delle gare. Quest’anno sarà con la BMW del team Tyco, quindi con una moto veloce e un grande team. Ed io lo so bene, visto che ho fatto delle buone stagioni con loro.”

Team Milwaukee Yamaha - BSB 2015

A proposito dei tuoi anni con il team Tyco: nel 2013 hai sorpreso un po’ tutti con la tua decisione di andare a correre il Tourist Trophy dell’Isola di Man. E’ raro vedere un pilota da circuito andare a correre a Manx. Ne ho parlato l’altro giorno anche con Matteo Baiocco, che ha corso nella BSB, e lui mi diceva come il Road Racing, che per molti appassionati italiani è una corsa un po’ folle, sia visto come una cosa assolutamente ‘normale’ in Inghilterra. Tu, da australiano che corre da tanti anni in Europa, come sei arrivato alla decisione di fare il TT?

“Devo dire che anch’io, crescendo e guardando quelle corse in TV, ero convinto che i piloti fossero pazzi e la gara troppo pericolosa. Poi, nel 2009, ci sono andato in qualità di ospite della Honda, una casa che ha una grande tradizione in quell’evento che continua ancora oggi. Come ospite, avrei dovuto sfilare sul tracciato del Mountain, e non appena ci sono entrato ho sentito subito questa forte sensazione di ‘purezza’ della competizione, l’eccitazione e il feeling delle vere corse. Ti assicuro che è una cosa che senti nell’aria.”

“Da quel giorno ho iniziato a chiedermi come sarei potuto andare in una corsa del genere, e poi ho iniziato a credere di poter correre. A quel punto, si trattava di capire come e quando avrei potuto parteciparvi. Le cose poi sono andate avanti abbastanza veloci. Ne parlai presto con il team [Honda], dicendogli che era qualcosa che volevo provare a fare, ma loro mi rispondevano: “No, tu sei matto!”, “Lascia perdere, non potrai combinare nulla!”, oppure “Sei già un grande pilota da circuito, non hai nessun bisogno di farlo.”

“Ma a me piaceva troppo l’idea, sentivo che era qualcosa che volevo e dovevo fare. Volevo correre quella corsa e assaporare quel feeling e quell’atmosfera di cui avevo avuto solo un assaggio. Alla fine sono riuscito a convincere la gente che volevo fare il TT e che ero assolutamente serio a riguardo. In seguito ho imparato la pista, andandoci tante volte, e nel 2013, quando finalmente sono riuscito a correrci, è stato assolutamente fantastico, uno dei momenti più eccitanti della mia carriera.”

josh brookes

E sei diventato subito ‘best-newcomer’, il miglior debuttante nella storia del Tourist Trophy…

“Il punto è che quando conosci la moto e conosci il tracciato, non ti accorgi del pericolo. E non sembra più una cosa ‘da pazzi’. Sei tu che azioni acceleratore e freni, e quindi è una tua scelta. Sei tu che prendi le decisioni, e se senti la paura andrai più piano. Se non sai dove ti trovi non apri il gas, ma quando ti senti a tua agio, conosci la moto e conosci la pista, con tutte le sequenze delle curve etc, e raggiungi quello stato in cui senti che tutto è sotto controllo e nelle tue mani, allora riuscirai a sentire questo enorme senso di libertà, come un uccellino che vola nel cielo. E’ questo il feeling che si ha il TT. E così, come un uccellino decide lui dove vuole andare, il pilota ha in mano tutte le decisioni. Al TT è il pilota che sceglie.”

Hai in programma di tornarci?

“Sì, mi piacerebbe, ma il team vuole che io resti concentrato sulla stagione in circuito. Sai com’è, la moto è nuova e loro, giustamente, vogliono che sia subito un successo in pista. Vogliono che tutte le energie, la concentrazione ed il lavoro vadano nella direzione della vittoria in BSB. Io, in fin dei conti, sono una piccola parte di questo grosso puzzle, e non voglio certamente deluderli, quindi quest’anno il focus rimarrà questo e tutte le mie energie saranno puntate in questa direzione, senza altre distrazioni.”

“Io, da parte mia, comprendo e rispetto pienamente la decisione del team. Non è una mia scelta comunque: se dipendesse esclusivamente da me, correrei al TT anche quest’anno. L’unica cosa certa, comunque, è che prima o poi ci ritornerò: su questo non ho alcun dubbio.”

Josh Brookes TT 2013 (5)

Parlando ancora di TT e di Yamaha R1, come vedi le chances di Michael Dunlop, che da quest’anno è anche lui alle dipendenze del team Milwaukee Yamaha?

“Sarà fortissimo, non ci sono dubbi. In realtà io sono geloso della sua posizione nella vita: talento fantastico, grande abilità, tantissima esperienza nonostante sia ancora così giovane, una moto fantastica e un grande team alle spalle. Avrà grande successo, non ho alcun dubbio a riguardo.”

Poco fa ho parlato con Andrea Dosoli [Responsabile Corse Yamaha per la nuova R1] e lui mi ha detto che Yamaha però non è ufficialmente coinvolta in questa nuova impresa di Dunlop e del team Milwaukee…

“Si, questo è vero, ci sono anche delle particolari situazioni contrattuali legate al TT, ma secondo me non sarà affatto un problema. La squadra ha grande esperienza in questa manifestazione, ci hanno corso per tanti anni, quindi sanno bene come preparare una moto per questo particolare evento. Il supporto ufficiale dei costruttori è decisivo nelle competizioni in circuito, per le quali serve uno sviluppo continuo della moto per rispondere anche alla crescita delle moto concorrenti, ma per le corse su strada il discorso cambia.”

“Il Road Racing è unico, è una cosa a sé: non servono grossi investimenti dalle case, non servono ore e ore di test, e neppure troppe parti speciali. Quello che serve è una moto affidabile, con buona maneggevolezza e potenza, e credo che la nuova R1 lo sia. Su questa base devi preparare la moto per il TT in modo che sia il più performante possibile per la strada, considerando tutte le buche e le vibrazioni che potrebbero danneggiare le parti standard. Ma questa è una cosa che il team Milwaukee sa già fare molto bene.”

British Superbike Championship - Race Day

Hai guidato in molti campionati e con tante moto diverse. Ce n’è qualcuna che ricordi con maggior piacere o che è stata particolarmente importante nell’ambito della tua carriera?

“E’ difficile rispondere. Quando io ho iniziato a correre, era ancora l’epoca delle ‘2 tempi’, ed era quello il mio obiettivo. Volevo correre con una 250 nel Motomondiale, per poi magari arrivare alle 500. Ma io provengo da una famiglia normale, che non aveva i soldi per permettermi di seguire quella strada, perché quelle moto erano costose ed era molto difficile riuscire ad entrare in quei campionati.”

“Ho avuto molta difficoltà per trovare spazio all’epoca delle ‘2-tempi’, e dopo un po’ ho dovuto rinunciare a questo obiettivo, che era il mio sogno. Era naturalmente un’altra epoca, ma per me, proveniente dall’Australia, quella strada si è chiusa molto presto. Ho comunque mantenuto la mia passione per le ‘2-tempi’, che rimangono moto da sogno per me, ma ora ho altri obiettivi nel mondo delle Superbike.”

Magari potresti correre con una due tempi al Classic TT…

“Si, è vero, ci ho già pensato. Anche perché al Classic TT dell’ anno scorso, Bruce Anstey ha vinto con una 500 facendo il record della pista per le ‘2-tempi’.”

Ultima domanda: quali sono i tuoi pronostici di quest’anno per i Mondiali MotoGP e Superbike?

“Io non guardo il Mondiale SBK. Lo so che è strano. Certa gente capirà, altri no. Il punto è che il Mondiale Superbike è dove io voglio essere, e per questo, quando lo vedo, divento geloso e nervoso. Non so, sono delle emozioni che provo: non mi piace guardare il Mondiale Superbike, non riesco a fare il tifo per un pilota.”

Beh, Yamaha avrà bisogno di due piloti per tornare nel Mondiale Superbike l’anno prossimo…

“Già, e per questo avrò bisogno di vincere il titolo British Superbike.”

Per la MotoGP invece?

“Per quanto riguarda la MotoGP, il favorito non può che essere Marquez. Ovviamente tutti noi amiamo Valentino [Rossi] e non mi dispiacerebbe vederlo vincere. Per molti anni sono stato tifoso di Jorge [Lorenzo], che era un po’ il ‘nuovo arrivato’ e voleva imporsi, mentre Rossi era già un campione affermato, quindi non mi dispiaceva troppo non vederlo vincere. Adesso però le cose sono cambiate, sono passati tanti anni, e vorrei rivedere Rossi di nuovo davanti a tutti. Se riuscisse a ritrovare la forma e a sfidare seriamente Marquez sarebbe fantastico, ma comunque credo che anche Lorenzo sarà comunque nella lotta.”

Team Milwaukee Yamaha - BSB 2015

Ultime notizie su Yamaha

News e anteprime delle moto Yamaha. XJ6, R6, R1, FZ8, Super Ténéré 1200 e tutti i modelli storici, collezionismo, foto spia, concept, prezzi, prestazioni, schede tecniche, prove su strada, presentazioni, commenti e anteprime.

Tutto su Yamaha →