Home Gabriele Del Torchio: “gli Stati Uniti sono diventati il primo mercato per Ducati”

Gabriele Del Torchio: “gli Stati Uniti sono diventati il primo mercato per Ducati”

Per la prima volta Ducati vende di più all’estero. +21% il fatturato 2011, e novità in arrivo all’Eicma


Gabriele Del Torchio è il fautore di una rinascita aziendale. Da 5 anni al comando della rossa di Borgo Panigale, il manager ha saputo interpretare le richieste del mercato abbracciando nuovi modi di fare moto, facendo cambiare rotta a tutta la Ducati per cavalcare l’onda della crisi senza sprofondare nei suoi abissi. C’è del merito in tutto questo, e i numeri lo dimostrano.

“Nonostante la crisi, il 2011 per noi è stato un anno da record, durante il quale siamo stati costantemente in crescita. Rispetto al 2010 abbiamo totolazzato un +21% nel nostro fatturato, immatricolato 42.200 moto (l’80% in più dell’anno precedente) e visto la nostra market share ampliarsi di due punti percentuali.” commenta Del Torchio con orgoglio a Panorama.it

Nella crescita stato per stato è impossibile tralasciare il valore degli Stati Uniti, che hanno superato l’Italia e sono diventati il mercato di riferimento per Ducati: “la penetrazione nei mercati stranieri è parte integrante della strategia Ducati da lungo tempo. Le Ducati posteggiate tra le strade degli Usa rispetto alle giapponesi? La differenza è schiacciante, 10 a 0 per noi. E’ un successo, quello che siamo riusciti a ottenere sul mercato americano, che ci rende orgogliosi e che si aggiunge al +30% in Germania e al raddoppio nel far east. In Italia, certo, le cose sono andate meno bene (-5% rispetto allo scorso anno) ma il calo è stato comunque di gran lunga inferiore a quello del mercato nel suo complesso (20% circa).”

Ducati 1199 Panigale Mega gallery
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Prime Immagini Definitive ed Ufficiali della nuova Diavel
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Agli italiani però l’estero fa ancora paura, soprattutto se si tratta di creare uno stabilimento nel lontano oriente. Tanti hanno paura di vedere una Ducati completamente delocalizzata in un futuro, ma GDT rassicura: “D’altra parte, la delocalizzazione che per noi non significa produrre, bensì assemblare all’estero, è stata una scelta obbligata, soprattutto per cercare di ridurre i costi dei dazi doganali. In tutto ciò, ricordiamolo, portiamo con orgoglio in giro per il mondo il vessillo italiano.Se proprio dobbiamo individuare la prossima frontiera direi l’America Latina. Ma non sarà l’unica. E non intendiamo affatto dimenticare l’Europa.”

La Ducati sta cambiando molto, e con lei cambiano gli appassionati del marchio, che si allontana dalla tradizione ma mantiene un’identità forte: “Nel far nascere quel capolavoro di meccanica come la 1199 ci siamo posti più di una volta il problema di dover contrastare la disaffezione degli appassionati del nostro Marchio e rispondere in modo costruttivo alle accuse di rinnegamento delle origini. Del resto, pur in questo contesto, non abbiamo potuto fare a meno di constatare che il segmento più amato dai ducatisti si stava contraendo sempre più pericolosamente e rimanervi ostinatamente ancorati avrebbe significato un’enorme sofferenza del nostro business. Da qui l’idea di includere tra i capisaldi della nostra strategia l’esplorazione di nuovi segmenti.”

Alla richiesta di anticipazioni sul futuro più prossimo, l’AD spiffera: “Posso solo dirvi che a novembre, durante il prossimo Eicma, ci sarà una novità che – ancora una volta – lascerà tutti a bocca aperta.” Come tutti gli ultimi anni, quindi, ci sarà una nuova moto, totalemente inedita. Anche se in MotoGP si soffre, in Ducati Motor Holding hanno tutte le ragioni per sorridere.

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