Home Peugeot 515 Concept: design e storia nell’elettrica del futuro

Peugeot 515 Concept: design e storia nell’elettrica del futuro

Un nostro lettore, studente di Bike Design, presenta il suo progetto Peugeot 515 Concept


Nessun render ufficiale, nessun comunicato stampa da parte di Peugeot e nessuna rivoluzionaria concept da ammirare ai vari saloni internazionali. La creazione in questa gallery arriva da Simone Madella, un giovane studente di Bike Design che ha elaborato un concept guardando al futuro dello stile ma con un occhio al passato. Riportiamo qui sotto le sue stesse parole, che non potevano spiegare in maniera migliore il progetto Peugeot 515 Concept:

“La mia attenzione si è concentrata sulla Peugeot 515 ( 3 record du mund ) del 1934. Questa moto ai sui tempi battè 3 record del mondo, spinta da un mono a 4t di 500cc capace di spingerla fino a 140mph, che per l’epoca era tanta roba. Sulla falsa riga del Peugeot EX1, volevo creare una moto elettrica che battesse alcuni record, come velocità, durata, affidabilità,tempi di ricarica e che ricalcasse lo stesso animo corsaiolo con cui era stata costruita.

Per prima cosa ho deciso di mettere un grande motore elettrico nella ruota posteriore, un pacco batterie al centro ( con apposita cover e fori di ventilazione ). La disposizione dei pesi concentrati verso il basso, porta all’abbassamento del baricentro, il che diventa sinonimo di maggior agilità e stabilità. Sotto il pacco batterie troviamo una pinna avente dei sensori, capaci di analizzarre le condizioni dell’asfalto : bagnato, buche , sporco etc…. e di comunicarle dunque al pilota.

Peugeot 515 Concept
Peugeot 515 Concept
Peugeot 515 Concept
Peugeot 515 Concept
Peugeot 515 Concept
Peugeot 515 Concept
Peugeot 515 Concept
Peugeot 515 Concept

Un’altra peculiarità è il telaio in fibra di carbonio che funge sia da struttura portante ma anche da elemento estetico, quasi come fosse scolpito da un pieno.
La sella ricalca l’old style, quando si cercava il comfort mettendo molle fra la sella e il corpo del motociclo . La sella è divisa in due parti ognuna di esse dotata di ammortizzatori regolabili.

In fine la ciliegina è l’assenza del mozzo di sterzo. Infatti abbiamo una sfera, contenuta in un gusco, che sfrutta lo stesso principio di quando teniamo con due dita una sfera, applicando due forze contrarie , sullo stesso asse , di compressione ai lati opposti. Essa si potrà muovere soltanto nella direzione perpendicolare alle forze stesse. Al posto delle dita abbiamo due coni rovesciati e per applicare la forza , una sorta di ammortizzatore regolabile. Allentando la pressione la sfera sarà svincolata e sarà possibile cambiare l’interasse.Anche le misure non sono convenzionali, infatti è lunga 1981 mm e alta 900mm.”

Noi troviamo la sua idea semplicemente spettacolare ed innovativa. Simone, quando diventerai un designer di fama mondiale, ricordati di noi!

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