Home MotoGP: Dani Pedrosa, il gigante! Rossi-Ducati con gap di quasi mezzo minuto: o svolta o divorzio!

MotoGP: Dani Pedrosa, il gigante! Rossi-Ducati con gap di quasi mezzo minuto: o svolta o divorzio!

Chi pensava a Dani Pedrosa fuori gioco, o peggio, al pilota in declino oramai fuori dalla lotta per la vittoria, si deve ricredere. Il primo stupendo posto del Sachsenring, dopo le note disavventure, non solo segna il trionfo dello spagnolo della Honda ma apre prospettive nuove nel proseguo di un mondiale con più pretendenti al


Chi pensava a Dani Pedrosa fuori gioco, o peggio, al pilota in declino oramai fuori dalla lotta per la vittoria, si deve ricredere. Il primo stupendo posto del Sachsenring, dopo le note disavventure, non solo segna il trionfo dello spagnolo della Honda ma apre prospettive nuove nel proseguo di un mondiale con più pretendenti al titolo e sicuramente più equilibrato ed effervescente.

Oggi, in un circuito tecnico e guidato come quello tedesco, è Casey Stoner a uscirne ridimensionato. Non tanto per la terza piazza, sempre importante per i punti nel carniere, ma per le modalità con cui il terzo gradino del podio è giunto. “Liquidato” di forza dal proprio compagno di squadra, qui particolarmente ispirato, il canguro è anche costretto alla fine a subire il sorpasso di Jorge Lorenzo, una beffa o una sberla a seconda dei punti di vista, che dimostra però la difficoltà dell’australiano nel concludere a proprio vantaggio il tete-a-tete infuocato.

Il podio Pedrosa-Lorenzo-Stoner fotografa il livello attuale di competitività: tre piloti dalle caratteristiche molto diverse, ma tre giganti. Dietro a loro c’è un’altra corsa, anzi due e più di due. C’è la corsa degli “sconfitti” di lusso, con un gap di circa 10 secondi: i giovani Dovizioso, Spies e Simoncelli. Dovi non riagguanta il podio, non regge il passo dei compagni di squadra Pedrosa e Stoner, ma piega le velleità di Spies (un velocissimo che però s’ingarbuglia spesso) e vince il braccio di ferro tricolore con Sic, che quando va davvero forte cade e quando non cade, comunque commette come oggi l’errore, e non riesce a reggere il passo del trenino dei battistrada.

Poi c’è la corsa di quelli col gap da mezzo minuto, una volta terreno di piloti privati, mestieranti in cerca della diaria, oggi prateria di gente dal calibro di Bautista e Hayden, con moto super ufficiali e sotto i riflettori perché in lotta con il binomio su cui regge tutta la baracca, Rossi-Ducati, nono in classifica, a 27,576 secondi da Pedrosa.

Dalla debacle delle qualifiche, per Valentino e la moto bolognese è cambiato qualcosa? Niente! Forse in Casa Ducati c’è più confusione di prima, c’è la stessa illusione, in bilico fra demoralizzazione e arroganza, che oramai scambia i desideri con i fatti reali. Se non si prende atto del fallimento di questo progetto e non lo si rivolta come un calzino, il binomio Rossi-Ducati ha solo una prospettiva: il divorzio. Per il bene del pilota, per il bene della Casa. Tutto il resto è marketing per gonzi, cioè aria fritta.

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