Home Colin Edwards: “Fisicamente, Austin è la pista più impegnativa del Mondiale”

Colin Edwards: “Fisicamente, Austin è la pista più impegnativa del Mondiale”

Alla vigilia del suo GP ‘di casa’, l’esperto pilota texano condivide le sue riflessioni sul Motomondiale e sulla sua FTR-Yamaha: “Aleix Espargarò impressionante, io ho qualche problema con l’anteriore.”


Se non altro per motivi geografici, Colin Edwards è sicuramente uno dei piloti più attesi dell’ormai imminente Gran Premio delle Americhe di Austin, nel suo Texas (clicca qui per orari e copertura televisiva). Dopo il debutto di questa pista nel Motomondiale dello scorso anno, l’esperto pilota del team NGM Forward Racing – fresco 40enne – si appresta a tornare sul circuito di casa con una moto finalmente competitiva, la FTR-Yamaha ‘Open’, che però in questa prima parte della stagione ha fatto meraviglie solo nelle mani del suo compagno di squadra, il rampante Aleix Espargarò, che inevitabilmente ha messo un po’ in ombra il vecchio campione.

Nonostante qualche problema di adattamento alla moto ancora irrisolto, Edwards si dice comunque soddisfatto della sua nuova FTR-Yamaha, ed in una recente intervista rilasciata al sito ufficiale del Motomondiale ha spiegato:

“Il motore è Yamaha, e anche il telaio: da quello che ci hanno detto, è quello che aveva Tech3 l’anno scorso. Stesso discorso per il forcellone. Poi ci sono elementi quali le piastre di sterzo e altre piccole parti che abbiamo dovuto fare noi, incluso il serbatoio. E poi, naturalmente c’è l’elettronica imposta dalla Dorna. Quindi si può dire che buona parte della moto sia Yamaha, con una parte FTR e con l’elettronica Dorna. E’ una specie di collage, ma funziona!”

“Quello che abbiamo avuto da Yamaha è quello che avremo: non credo che riceveremo altro, altri pezzi ‘extra’ da loro. Adesso tocca a Forward Racing, FTR e Mark Taylor [Direttore Tecnico di FTR] capire cosa fare.”

GALLERY COLIN EDWARDS MOTOGP 2013

Dopo aver vinto due titoli mondiali in Superbike ed essere passato in MotoGP, Edwards ha trascorso buona parte della sua carriera nel Motomondiale in sella alla Yamaha M1, un elemento che, teoricamente, avrebbe dovuto favorirlo nel processo di adattamento alla Yamaha ‘Open‘, ma lo statunitense ha poi scoperto che questo non era esattamente il caso:

“Questa moto non è come le Yamaha M1 che ho guidato in passato: è un po’ diversa, e va guidata diversamente. Aleix ci si è adattato subito – il che è stato abbastanza impressionante per me – mentre io ho dovuto modificare un po’ il mio stile di guida. A dir la verità non credo di aver ancora compreso perfettamente come la si deve guidare, ma ci sto arrivando piano-piano. Ho guidato moto per 22 anni e ho un certo mio stile personale, ma a questa moto non sembra piacere quello stile: devo solo guidare più ‘sul posteriore’, quindi non in modo bilanciato o spingendo troppo sull’anteriore. Serve un po’ di tempo per capire come va guidata, e questo è proprio quello su cui abbiamo lavorato fino ad ora.”

“Secondo me la moto fa tutto benissimo tranne curvare, ed è questo l’elemento che mi ha dato i maggiori grattacapi. Io sono sempre stato un pilota che guida ‘sul davanti’, mi piace avere un certo tipo di feeling con l’anteriore: migliore è il mio feeling con l’avantreno, più veloce sono. Il mio problema è che ho ‘zero feeling’ con l’anteriore, e sto facendo fatica a trovarlo con questa moto. Quindi sto cercando ‘lasciarmi trasportare’, del tipo: “Beh, sembra che sono andato bene nell’ultimo giro, proviamo a spingere ancora di più e vediamo che succede”. Ma comunque l’anteriore rimane il nostro problema principale, l’area nella quale cercheremo di migliorare.”

GALLERY COLIN EDWARDS MOTOGP 2013

Per il popolare ‘Texas Tornado’, questa è anche la terza stagione alle dipendenze del team italiano NGM Forward Racing di Giovanni Cuzari, una squadra che in pratica ha visto crescere nella Premier Class:

“Quando ci fu il primo approccio, ovviamente sapevo che non avevamo nessuna possibilità di vincere, ma c’era l’opportunità di poter costruire qualcosa con il team, contribuendo a costruire il team stesso. Allora fu quella la mia motivazione principale: aiutare la crescita del team, che a quei tempi, in pratica, era un team Moto2. Non si trattava di costruire un impero, ma piuttosto un team fondamentalmente sano, e ha funzionato. Abbiamo iniziato con una moto [la Suter BMW nel 2012], poi siamo passati ad un altra [la FTR-Kawasaki dell’anno scorso], e ora ne abbiamo una con cui possiamo essere davvero competitivi. Direi che le cose sono andate proprio nel modo che avrei voluto: è stato un successo! Costruire questa squadra, che ora ha una sua ‘presenza’ in griglia, è stata una cosa che mi ha dato grande soddisfazione.”

GALLERY COLIN EDWARDS MOTOGP 2013

Con 40 primavere alle spalle, Colin Edwards è di gran lunga il decano dei piloti della MotoGP, ma nonostante ciò non si sente esattamente nella posizione di dare consigli ai giovani piloti:

“Probabilmente l’unico consiglio che posso dare ai giovani riguarda l’umiltà: essere ‘normali’ ed essere ‘se stessi. Io non credo di essere mai cambiato, mi capita ancora di dire cose che a certa gente non piace – gli sponsor di solito [ride] – ma per me è solo una questione di dire la verità. Non so, non ho mai avuto un motivo per cambiare, e se dovessi dare un consiglio sarebbe quello. Ma questi sono ragazzi che corrono in moto, capiranno tutto da sé senza che io debba insegnare loro nulla.”

GALLERY COLIN EDWARDS MOTOGP 2013

Mancano ormai poche ore ai primi turni di libere per il GP delle Americhe, ed Edwards ha anche detto la sua in riferimento alle caratteristiche al moderno e spettacolare Circuit Of The Americas (COTA), che da domani sarà teatro del secondo round stagionale:

“Austin è probabilmente uno dei circuiti più impegnativi del calendario. Mi pare non ci siano altri circuiti nel Mondiale dove si usa la prima marcia, mentre qui la devi usare tre volte in un solo giro. Ogni volta che si va a tutto spiano in accelerazione su queste moto e bisogna frenare e scalare fino alla prima marcia… si tratta di un qualcosa di piuttosto faticoso, figuriamoci a doverlo fare tre volte per ogni giro. Poi, dopo la curva 1, c’e la sequenza di curve 2, 3 e 4 in sequenza, con tutti quei cambi di direzione che alla moto non piacciono troppo. Quindi c’è molto lavoro da fare: secondo me, Austin è una delle piste più impegnative dal punto di vista fisico.

GALLERY COLIN EDWARDS MOTOGP 2013

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