Home Kevin Schwantz: “sarò lieto di contribuire alla crescita del nuovo circuito in Texas”

Kevin Schwantz: “sarò lieto di contribuire alla crescita del nuovo circuito in Texas”

La notizia dell’ultima ora è questa: la Dorna sembra aver portato a casa un accordo di 10 anni con il Texas, che costruirà un circuito in cui far correre le tre categorie del Motomondiale e la Formula1 a partire dal 2013. Come abbiamo scritto poco fa, è dura vedere uscire dal calendario piste storiche del



La notizia dell’ultima ora è questa: la Dorna sembra aver portato a casa un accordo di 10 anni con il Texas, che costruirà un circuito in cui far correre le tre categorie del Motomondiale e la Formula1 a partire dal 2013. Come abbiamo scritto poco fa, è dura vedere uscire dal calendario piste storiche del motomondiale in favore di progetti ancora ignoti, ma ci sono i fervidi sostenitori di questo nuovo progetto, come Kevin Schwantz.

A giudicare dalle sue parole, sembra averci messo il suo zampino nella decisione finale di Carmelo Ezpeleta: “Avendo seguito lo sviluppo di questo impianto sin dall’inizio, sono sinceramente entusiasta e penso che avremo un ottimo risultato finale”, ha dichiarato Schwantz a motogp.com. “Dal punto di vista di un pilota, che è fondamentalmente anche il mio punto di vista, ritengo sarà un grande circuito: lungo, impegnativo ma allo stesso tempo sicuro. Richiederà concentrazione e grandi capacità al pilota per porsi al comando della gara”.

Poi continua, chiamando in causa i suoi amici: “Uno dei miei più cari amici qui in Texas, Tavo Hellmund, è colui che ha messo in piedi l’intero progetto. È anche uno dei tre proprietari della struttura e quando nelle fasi iniziali si discusse del tipo di circuito, si parlò di F1 ma dal punto di vista della sicurezza ci assicurammo di non fare nulla che ci impedisse un giorno di portare delle moto qui”.

“Quando è iniziata la fase di progettazione, ho avuto modo di partecipare in prima persona. Non lavoro al progetto quotidianamente, però ho preso parte a qualche riunione coi ragazzi del gruppo per accertarmi della presenza di vie di fuga per una maggiore sicurezza delle moto. Dipende tutto dai piloti: se rimangono segnati positivamente dal circuito e si sentono sicuri nel correre qui, saranno i primi a supportarlo attirando sicuramente un sacco di gente. Vogliamo che l’America ricopra un importante ruolo nel circolo MotoGP, come succede per la Spagna e l’Italia”.

Kevin pensa a tutto, anche alla logistica: “Essendo piloti sappiamo anche come le persone possano essere entusiaste di assistere a corse motociclistiche. Il nostro obiettivo è quello di creare un evento al quale tutti vorrebbero assistere e che nessuno vorrebbe perdersi. Da un punto di vista logistico, il circuito disterà meno di 10 miglia dalla capitale, con l’aeroporto a metà strada tra la città e la pista. Sono state inoltre create molte altre cose pensate appositamente per i fan e per offrire loro una esperienza il più gratificante possibile”.

Poi conclude: “Farò esattamente come ho già fatto in passato con Laguna Seca e Indianapolis. Se ci sarà bisogno di me mentre tutti gli altri saranno occupati nell’organizzazione del MotoGP, sarò lieto di contribuire. Quello che voglio fare è cercare di dare al nostro sport il riconoscimento che si merita. A Laguna Seca ci sono Wayne Rainey, Eddie Lawson e tutti gli altri ragazzi, e io dò loro una mano quando serve, cosa che sicuramente faranno anche loro qui in Texas”.

Permetteteci di essere un minimo critici nei confronti di questa inattesa e analizziamo le parole di Kevin. La sua intervista è un vero e proprio messaggio promozionale a favore del nuovo circuito, che secondo lui non sostituirà ma affiancherà gli altri due eventi oltreoceano. Tre GP in USA sono davvero indispensabili? E la tendenza a favorire un completo ricambio generazionale snobbando sempre più i circuiti storici e proponendo nuovi complessi come sta facendo la F1 non va di certo a favore degli appassionati, che alle piste storiche ci tengono eccome.

In questi giorni, inoltre, si sta ispezionando il circuito argentino di Rio Hondo, che sempre nel 2013 potrebbe sostituire il GP di Brno. Un’altra gara nel nuovo continente, questa volta al sud, e questa volta voluta da Javier Alonso, direttore di gara della Dorna. Alonso controllerà i lavori in corso per l’ampliamento e il miglioramento del circuito, che riguardano l’estensione del paddock e dependance, per soddisfare le esigenze di una gara a livello mondiale, oltre ad una più adatta conformazione per le moto, visto che questo tracciato è stato sviluppato per le gare di auto.

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