Home Max Biaggi: “Rossi era come una scimmia che si arrampicava sulla mia popolarità”

Max Biaggi: “Rossi era come una scimmia che si arrampicava sulla mia popolarità”

Il campione romano attacca Rossi nella sua biografia e durante un’intervista ribadisce di considerarlo un “clown”: “anche se alcune trovate sono state belle e gli hanno dato più importanza.”


Nonostante siano trascorsi otto anni dal loro ultimo confronto in pista (tralasciando gare benefiche varie), la rivalità tra Max Biaggi e Valentino Rossi continua a rimanere accesa e una volta ogni tanto qualcuno va a soffiare sulle braci mai spente per riattizzare un confronto che ha diviso gli italiani quasi quanto ai tempi di Coppi e Bartali.

L’ultima provocazione arriva da Biaggi: il sei volte iridato ha recentemente presentato Oltre, la sua prima autobiografia e alcuni passi del libro, specialmente quelli riguardanti il pesarese, fanno discutere. Il Corsaro Nero non ha usato mezze misure su Rossi: “Si è arrampicato sulla mia spalle sfruttando la mia popolarità come una scimmia… Mi stava accanto con la sua solita faccia da clown.”

Max, recentemente intervistato da Mediaset, non ha ritrattato queste definizioni, spiegando:

“Non correvamo nemmeno nelle stesse categorie, ma questo spiega più facilmente quanto è sta to abile proprio all’inizio ad arrampicarsi sulla mia schiena come una scimmia molto veloce. Scimmia è un modo di dire. Dopo ha iniziato a meritarsi tutto, è stato addirittura molto molto bravo e ha fatto quello che ha fatto.”

Per l’appellativo “clown”, Max si riferisce ai famosi festeggiamenti di Rossi, un istrione che ha cambiato il modo di celebrare una vittoria, introducendo il concetto di spettacolo anche fuori dalla pista. Cosa che il più serio Biaggi non ha mai apprezzato più di tanto:

“Tutte queste scenette trovate, sono un po’ da show man particolare, cosa che a volte cozza con lo sport, perché anche la moto è uno spot rude e questo suo modo era diciamo innovativo, ma non s’era mai vista una cosa del genere. E’ stata anche una bella trovata, perché alla fine gli ha dato anche più importanza del semplice risultato sportivo.”

Ancora frecciate tra i due, nonostante Biaggi sia ormai un ex e Rossi si stia preparando (anche se non a brevissimo) a diventarlo: ben diverso il rapporto tra il romano e l’amico Jorge Lorenzo, suo grande ammiratore fin dai tempi dell’infanzia e che al suo primo incontro con Biaggi, nel 2002, confessò al campionissimo di aver pianto per una sua sconfitta. Era il 2002 e il majorquino aveva solo 15 anni, ma a distanza di oltre un decennio e con 4 titoli in palmares, Lorenzo ricorda divertito questa occasione.

La morte di Doriano Romboni al Sic Supermoto Day, fa tornare alla memoria i tanti piloti caduti in pista e mai rialzatisi, come Daijiro Kato. Biaggi ha confessato di essersi odiato, dopo la morte del giapponese, perché sapeva che dopo due giorni avrebbe voluto tornare in pista per sfidare nuovamente Rossi. La morte non è un argomento per piloti:

“I piloti non parlano di morte e paura, cercano di esorcizzarle e meno le nomini meglio stanno. Un pilota quando si veste è come un cavaliere che si mette la sua corazza, indossa la sua corazza il suo elmo e infine i guanti, prima di abbracciare la moto e in quel momento pensa di essere immortale.”

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