Home Kenny Roberts incorona Marquez: “Potrebbe dominare la MotoGP per anni”

Kenny Roberts incorona Marquez: “Potrebbe dominare la MotoGP per anni”

La leggenda americana della velocità elogia il fenomeno di HRC: “Ormai è inarrestabile, ma se fosse stato su una Ducati sarebbe stata tutta un’altra storia..”

Prima di Marc Marquez quest’anno, solo un altro pilota nella storia del Motomondiale era riuscito a centrare il titolo mondiale nella Premier Class al primo tentativo: Kenny Roberts Senior. Con la differenza che ‘King’ Kenny aveva 27 anni all’epoca del suo primo titolo in 500, mentre il neo Campione del Mondo di anni ne farà 21 solamente il prossimo Febbraio.

Dopo la sua prima corona del 1978, Roberts vinse il titolo della 500 anche nei due anni successivi, sempre con Yamaha – iscrivendo così il suo nome tra i grandissimi della velocità – ma l’oggi 62enne leggenda americana crede che il giovane talento spagnolo potrà fare molto meglio di lui negli anni a venire. In alcune dichiarazioni raccolte dal solito MCN, il vecchio Campione non è stato infatti avaro di elogi nei confronti della nuova stella della MotoGP:

“A giudicare da quello che ho visto di lui in questa stagione, direi che è un ragazzo davvero eccezionale. Dal punto di vista dell’abilità nella guida, credo non ci siano dubbi sul fatto che può dominare questo sport: non trovo nessun punto debole che possa intralciarlo. Ha grande esuberanza, e proprio non riesco a vedere niente che possa turbarlo ed impedirgli di dominare la MotoGP. E’ pieno di entusiasmo, ama quello che fa, e questa è una combinazione difficile da battere. Per lui è un divertimento, e fino a quando qualcuno lo metterà in una posizione per cui non lo sarà più, non vedo chi possa fermarlo.”

In riferimento al confronto tra il suo trionfo iridato del ’78 e quello di quest’anno di Marquez, Roberts ha confessato che in quella stagione il suo atteggiamento iniziale fu per certi versi simile a quello adottato dallo spagnolo a inizio anno:

“Attorno a me non c’erano quei riflettori e quel genere di attenzione che invece ha avuto lui, ma stiamo parlando di oltre 30 anni fa, quando non si aveva a che fare con tutta la stampa e l’altra m*rda che c’è in giro adesso. Quando mi chiedevano se potevo diventare campione del mondo nel 1978, io rispondevo: “Naturalmente, certo che può succedere.” Non andavo in giro a vantarmi dicendo che l’avrei fatto, ma dicevo che era possibile. Sentivo di non dover temere nessuno, e se mi veniva chiesto rispondevo che sarei potuto diventare Campione del Mondo.”

“Al tempo non vedevo alcuna ragione per la quale non sarei potuto diventarlo: quando hai quel genere di talento, puoi provare a minimizzare la cosa quoanto vuoi ma dentro di te sai bene cosa sei in grado di fare, e deve essere stato lo stesso per Marc. Non andavo in giro a darmi delle arie, dicendo che sarei diventato il numero uno, ma il punto è che non ho mai avuto dubbi sulla mia capacità di guidare una moto meglio di chiunque altro. E quando sono stato battuto ho sempre analizzato il perché, come credo faccia anche lui. Stavo sempre a pensare a quello che potevo fare per migliorare ed essere più veloce.”

Il tre volte Campione del Mondo ha anche dichiarato di non essere rimasto affatto ‘sorpreso’ dal fatto che ci siano voluti ben 35 anni per vedere un altro ‘debuttante’ ripetere la sua storica impresa. Dopo Roberts infatti, nonostante i numerosi talenti passati per la 500 prima e la MotoGP poi, laurearsi campione della classe regina da Rookie sembrava una cosa semplicemente impossibile nell’era moderna. Marquez ha posto fine a questo mito – diventando anche il più giovane iridato di sempre nella storia della Premier Class – e Roberts crede di sapere perchè ci sia voluto così tanto:

“[Il record] non era qualcosa a cui pensavo tutte le mattine quando mi svegliavo, è saltato fuori di più quest’anno perché il mio nome è stato associato a quello di Marquez. Quando si guarda indietro a tutte le combinazioni moto-pilota che ci hanno provato, compreso il periodo nel quale le 500 erano davvero molto difficili da guidare, non si può dire che fosse un’impresa facile. E’ semplicemente un’altra epoca: passare dalle 600 cc quattro tempi alle 1000 quattro tempi è diverso dal passare da una 250 a due tempi a una 500. E la differenza più grande erano le gomme Michelin.”

“Mi ricordo Jean-Michel Bayle quando era in Yamaha: a Jerez era caduto due volte in uscita dalla curva 1 nel primo giro fuori dai box. Quello era un periodo in cui ci volevano tre giri prima che la gomma da gara iniziasse a lavorare. Adesso le gomme sono fantastiche rispetto a quelle che avevamo noi, funzionano sin da subito e ti danno un buon ‘feeling’.”

“Questa è un’altra epoca, dove le curve si fanno a grande velocità e c’è molto grip, ma Marc è uno dei pochi ragazzi che può mettere la moto di traverso quando vuole, ed è questa la differenza. La moto fa quello che lui vuole che faccia, dove e quando vuole. Fosse stato su una Ducati sarebbe una storia completamente diversa, ma a volte ti ritrovi con l’uomo giusto sulla moto giusta”.

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