Home FP1 ‘abusive’: Momoto cita in giudizio Petronas per 83 milioni di dollari

FP1 ‘abusive’: Momoto cita in giudizio Petronas per 83 milioni di dollari

Problemi burocratici legati alla versione stradale della FP1 hanno spinto il giovane marchio malesiano ad intentare causa contro il gigante petrolifero asiatico.

Vi ricordate la Petronas FP1? Era quella originale Superbike tricilindrica 900 cc ideata e realizzata dal colosso petrolifero malese Petronas – in collaborazione con Sauber Engineering – con l’obiettivo di partecipare al Mondiale SBK, con un team guidato addirittura da Sua Maestà King Carl Fogarty. La FP1, contraddistinta dalla particolare e riconoscibilissima livrea ‘verde acqua’, debuttò nel Mondiale nel 2003 e riuscì anche conquistare due podi nella stagione 2004 (uno con Troy Corser, l’altro con Chris Walker) ma in ultima analisi cadde vittima del cambio dei regolamenti SBK introdotto proprio nel 2003, che aveva alzato la cilindrata massima dei motori a 1000 cc indipendentemente dal numero dei cilindri.

Con le gambe ormai ‘tagliate’ dalle nuove norme, che la ponevano in una condizione di evidente svantaggio tecnico rispetto alla concorrenza (soprattutto nei confronti delle neo arrivate 4-in-linea 1000 cc giapponesi) il progetto della Petronas FP1 in SBK fu poi abbandonato alla fine della stagione 2006.

Per ricevere l’omologazione a partecipare al Mondiale SBK, i regolamenti dell’epoca richiedevano che fossero costruiti almeno 150 modelli ‘di produzione’, ma le Petronas FP1 sono sempre state molto difficili da reperire sul mercato. I veri ‘numeri’ della questione non sono mai stati del tutto chiari, anche se si diceva che la metà delle moto richieste fosse stata costuita in Gran Bretagna e l’altra metà in Malesia, dalla locale Modenas.

Nel 2010, a sorpresa, fu scoperto nell’Essex inglese un deposito con diverse decine di FP1 ‘stradali’ lasciate lì “a far la muffa”, il che generò diverse polemiche sulla possibilità che la società malese avesse in qualche modo ‘aggirato’ le regole per partecipare al Mondiale (visto che tutte le moto prodotte, in teoria, erano state ‘spedite’ in Malesia), ma quello fu anche l’inizio di una nuova serie di guai per un modello che si pensava fosse ormai ‘morto e sepolto’ nei meandri della memoria.

Questo inatteso ‘ritrovamento’ infatti portò alla nascita della Momoto, società malese che acquistò da Petronas tutte le moto recuperate per ‘rimarchiarle’, riportarle in Malesia e re-immetterle sul mercato domestico con il nome MM1. Il progetto però ha subito un brusco stop pochi mesi fa quando saltò fuori una storia di svariate tasse e imposte non pagate sui modelli in questione, tanto che il Governo malese dispose la confisca di tutti i 129 esemplari della FP1 ‘in mano’ alla nuova società.

La notizia di oggi – riportata da Asphalt and Rubber – è che, in seguito a questa vicenda, Momoto ha quindi deciso di portare in tribunale Petronas Technical Services per un risarcimento di entità tutt’altro che trascurabile: circa 83 milioni di dollari americani. Secondo quanto sostenuto dagli avvocati di Momoto, contrariamente a quanto discusso in fase di negoziazione del contratto, Petronas avrebbe ‘registrato’ solo 2 moto presso il Dipartimento dei Trasporti della Malesia, senza comunque mai ottenere i necessari permessi per la regolare circolazione.

Momoto inoltre accusa Petronas Technical Services di non aver pagato dazi doganali e accise varie per un totale di 9,25 milioni di dollari, e considerando che la nuova società non ha acquistato solo le moto recuperate nell’Essex ma anche tutte le altre che erano rimaste di prorpietà di Petronas, oltre ai disegni, ai progetti, ai brevetti, ai diritti etc., la richiesta totale di risarcimento arriverebbe, come precisato, alla stratosferica somma di 83 milioni di dollari.

La vicenda probabilmente andrà per le lunghe, e questo è un vero peccato perchè significa che una delle moto più ricercate dai collezionisti rimarrà ancora per un po’ un oggetto praticamente irraggiungibile. E questo senza contare che, in un primo momento, Momoto aveva anche pianificato di proseguire ulteriormente con lo sviluppo della moto in collaborazione con il telaista svizzero Suter. Si tratta sicuramente di brutto pasticcio, che speriamo possa trovare una sua soluzione quanto prima: non ci dispiacerebbe incrociare ogni tanto una FP1… o anche una MM1.

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