Home Silverstone: dominio inglese per il “fattore campo”? O è crisi del … vivaio italiano?

Silverstone: dominio inglese per il “fattore campo”? O è crisi del … vivaio italiano?

Non è il calcio, il motociclismo, e il fattore campo non conta più di tanto. Ovvio che il pilota in “casa” è spinto a dare più del … massimo (a volte, fino a oltrepassare il limite, con conseguente errore) ma i risultati dimostrano che il motociclismo (per fortuna) va ben oltre i campanilismi. Qualche esempio?


Non è il calcio, il motociclismo, e il fattore campo non conta più di tanto. Ovvio che il pilota in “casa” è spinto a dare più del … massimo (a volte, fino a oltrepassare il limite, con conseguente errore) ma i risultati dimostrano che il motociclismo (per fortuna) va ben oltre i campanilismi. Qualche esempio? Mike Hailwood vinceva (anche) in Italia e Giacomo Agostini vinceva (anche) in Inghilterra. Kenny Roberts vinceva (anche) in Italia e Ago vinceva (anche) in America.

Il preambolo per dire che nel decimo round iridato della SBK a Silverstone (circuito vecchio stampo, fra i più “tosti” del mondiale) si sono verificati due fatti degni di nota: il primo è il dominio dei piloti inglesi, il secondo è il dominio dei “giovani” sugli “anziani”. Sarà per il fattore campo? Per una semplice coincidenza? Forse no. I due elementi sono stati complementari.

Senza nulla togliere al valore dei piloti “seniores” (tant’è che il capo classifica è un … veterano come il “corsaro” …), però Silverstone, se confermato nelle prossime gare, può aprire un nuovo ciclo, con i “giovani” (solo inglesi?) a fare da lepre. Gli inglesi hanno dominato a Silverstone non perché parlano la stessa lingua del pubblico sugli spalti ma perché oggi sono loro ad essere i più “forti” in pista.

I nostri Fabrizio, Scassa, Lanzi ecc., per motivi diversi, fanno fatica. E, in generale, i piloti anziani (di ogni nazionalità) sparano le ultime (validissime) cartucce, ma saranno presto costretti a passare il testimone.

Tornando al fattore campo, nelle due gare italiane di Monza e Misano (quattro corse vinte tutte da Max Biaggi), sul podio, oltre a Max, sono saliti piloti non Made in Italy come Haslam e Corser (Monza gara due), Toseland e Crutchlow (Monza gara uno) e come Haslam (Misano gara due e qui l’eccezione di Fabrizio, terzo), Checa e Corser (Misano gara uno). Come volevasi dimostrare.

Per (nostra) fortuna Max Biaggi è … “inossidabile”. Però attendiamo i … nuovi. Forse il vivaio del motociclismo italiano batte la fiacca.

Ultime notizie su Varie

Varie

Tutto su Varie →