Home Alessia Polita: “mi sono sentita morire per Antonelli”

Alessia Polita: “mi sono sentita morire per Antonelli”

Alessia scrive una lettera aperta ai colleghi: “credo di averne abbastanza del motociclismo.”

Com’è naturale che sia, l’incidente di Andrea Antonelli al Moscow Raceway, ha destato, specialmente nei suoi colleghi, un senso di afflizione difficile da comprendere per chi non vive le due ruote in gara, tirando al massimo e correndo i rischi che questo sport così generoso e tiranno impone. Alessia Polita, che il 15 giugno scorso cadde rovinosamente sul circuito di Misano Adriatico, porterà per sempre i segni del suo incidente e dopo aver visto, dal suo letto d’ospedale, quanto accaduto nell’ultimo round della Supersport, ha deciso di scrivere una lettera aperta indirizzata ai colleghi piloti. Alessia vuole dire basta ai piloti considerati come “carne da macello” e incita i colleghi a imporsi, affinché le loro voci siano ascoltate ed evitare altri incidenti come il suo o quello di Antonelli:

“Non posso crederci, nel giro di 36 giorni 2 incidenti gravi! Le moto le amerò sempre, ma qui c’è qualcosa che non sta funzionando più! Le carni da macello sono dal macellaio. Grido a voi piloti del Civ e di qualsiasi altro campionato, le nostre voci devono essere ascoltate, non le loro. Non fate ancora una volta finta di niente! Distesa sul letto, cercando di esternare quello che sento dentro! dal 15 giugno ore 9.07 la mia vita è cambiata, i valori, l’importanza delle cose, sto lottando con le unghie e con i denti nonostante giornate di sconforto per accettare ciò che mi è successo. Oltre allo shock per aver visto che era Andrea guardo il replay e seguo la procedura di soccorso fino a quando lo portano in clinica! ma il tempo passava e ho capito subito, mi era già tutto chiaro, ormai le procedure si conoscono, noi piloti le conosciamo, il tempo di stabilizzarci e poi si parte subito in elicottero! ma l’elicottero era fermo li, speravo che uscisse quella barella da li dentro come ne sono uscita io per salire in elicottero,dentro di me ho sperato fino alla fine! Passata la mezz’ora mi sono sentita morire, non te ne andare Andrea, piuttosto vieni qua a Montecatone. Non so cosa mi abbia detto la testa, ancora sto qua che fisso il vuoto, mi domando il perchè, è vero il destino esiste, ne sono certa, ma a me sarebbe bastato un air fance e molto probabilmente non sarei rimasta paralizzata, oggi era chiaro che in quel diluvio non si doveva partire. Bho, non so, so soltanto che oggi 21 luglio io credo di averne abbastanza del Motociclismo” anche se “le moto le amerò sempre”.

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