Home Test Yamaha X-Max 250 2010, scooter “furbo” che punta sulla qualità

Test Yamaha X-Max 250 2010, scooter “furbo” che punta sulla qualità

A quattro anni dalla sua nascita il piccolo e interessantissimo Yamaha X-Max si rinnova nelle linee esterne, nella struttura del telaio e in numerosi particolari tecnici e funzionali. Uno scooter “furbo” che ha cercato sin dall’inizio di coniugare in un solo mezzo alcune delle innovazioni proposte da diverse tipologie di scooter. Sospeso a metà tra


A quattro anni dalla sua nascita il piccolo e interessantissimo Yamaha X-Max si rinnova nelle linee esterne, nella struttura del telaio e in numerosi particolari tecnici e funzionali. Uno scooter “furbo” che ha cercato sin dall’inizio di coniugare in un solo mezzo alcune delle innovazioni proposte da diverse tipologie di scooter.

Sospeso a metà tra un ruota alta e un ruota bassa, cercando al contempo di riunire in se stesso anche alcuni dei pregi tipici dei maxi scooter e dei piccoli commuter urbani. Dalla categoria dei “maxi” riprende la posizione di guida comoda, la sella larga e soffice, uno spazio sotto sella extralarge ed un ampio vano portaoggetti ricavato all’interno dello scudo ora di tipo monoblocco.

Gli pneumatici sono invece più generosi rispetto ad un classico ruota bassa con l’anteriore da 15 pollici mentre il posteriore resta da 14 pollici per non rubare spazio al sottosella. Se la guida è confortevole e la posizione del corpo lievemente seduta proprio in perfetto stile maxi scooter, l’ingombro trasversale resta quello di un ruota bassa di piccola cilindrata, così come l’agilità e la maneggevolezza che permettono al nuovo X-Max di guizzare facilmente nel più caotico traffico metropolitano.

Test Yamaha X-Max 250 2010
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Proprio queste caratteristiche ne hanno decretato il suo grande successo commerciale. Uno scooter,infatti, che ha conquistato tanto il motociclista più esperto alla ricerca di un mezzo pratico per la città senza voler rinunciare ad un valido comportamento dinamico, quanto il neofita che si avvicina al mercato delle due ruote ricercando un mezzo facile e al contempo efficiente e modaiolo.

Estetica e qualità sono stati i due punti cardini intorno ai quali è ruotato tutto il lavoro di innovazione e miglioramento introdotti su questa nuova versione ed evidenziabili per esempio attraverso le nuove plastiche più curate nelle forme e nei materiali, oltre che esteticamente più convincenti, od attraverso la razionalizzazione degli ingombri, dal nuovo scudo monoblocco, al vano portaoggetti più ampio, della sella diversamente sagomata e arricchita da una cuciture in colore rosso ed infine attraverso un telaio completamente ridisegnato, più rigido e stabile rispetto la precedente unità, accoppiato a sospensioni completamente nuove e realizzate dalla giapponese Kayaba.

Diverse anche le percentuali di distribuzione dei pesi, con un carico maggiore che grava sull’anteriore che arriva al 43% del totale contro il 40% del precedente modello, il tutto a vantaggio di un avantreno più solido e preciso. Quest’ultimo miglioramento è legato oltre che dal nuovo telaio anche al riposizionamento della batteria posta ora in una zona più avanzata e subito a ridosso del nuovo radiatore.

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La carena è stata completamente ridisegnata offrendo così un’immagine più dinamica e filante. Lo scudo è ora realizzato come struttura monoblocco e questo ha permesso di integrare meglio al suo interno sia il nuovo gruppo strumenti che un più ampio vano porta oggetti . Proprio lo scudo richiama lo stile del cugino TMAX, dal quale riprende anche l’ormai classico disegno “a boomerang” presente nella zona laterale.

Un maggior confort per il pilota è stato ottenuto grazie alla nuova collocazione delle pedane che permettono sia la classica posizione di guida sportiva con i piedi posti in basso, sia la più confortevole posizione con gambe distese, per una guida più turistica e rilassante. La nuova strumentazione con elementi circolari e corona esterna in grigio metallo appare ispirata a quella di alcune “top car”, e si rivela senza dubbio elegante, completa e facilmente leggibile. I quadranti digitali e analogici sono retroilluminati in rosso, e nella nuova versione comprendono anche il contagiri, per un tocco di sportività in più.

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Il freno a disco anteriore da 267 mm con pinza a due pistoncini e il freno a disco posteriore da 240 mm assicurano le frenate decise e sicure indispensabili nel traffico. I motori a 4 tempi Yamaha hanno un rapporto peso-potenza equilibrato e offrono lo spunto per accelerare velocemente da fermo ed un valido allungo, riuscendo facilmente a superare i 140km/h indicati dal tachimetro. Il raffreddamento è a liquido mentre l’iniezione elettronica contiene al minimo i consumi e le emissioni inquinanti, in linea con la normativa Euro 3.

Nella guida i punti di forza sono in assoluto la stabilità e la precisione dell’avantreno ben supportato da un’ottima forcella anteriore. Stabile e capace di una buona trazione anche il posteriore, che però è penalizzato da sospensioni un po’ rigide nella taratura che pur regalando sportività alla guida penalizzano inevitabilmente il comfort sui fondi più irregolari. Al top anche la frenata che si affida a dischi di grande diametro ben supportati da pneumatici di grande sezione. Molto buona anche la maneggevolezza grazie alla buona disposizione dei pesi e alla massa contenuta di questo scooter.

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Da primato infine lo spazio sotto la sella dove è possibile stipare ben due caschi integrali lasciando lo spazio anche per un piccola borsa o ad un eventuale abbigliamento antipioggia. Cellulari portafoglio e guanti invece prendono facilmente posto all’interno dei due pozzetti anteriori ricavati all’interno dello scudo. Tra i numerosi colori disponibili svetta la livrea bianca decisamente più sportiva e modaiola rispetto alle altre.

Molto interessanti anche gli optional disponibili per questo nuovo prodotto, con possibilità di scegliere o la linea sportiva che propone un parabrezza scuro e molto basso che riveste la parte alta della strumentazione in perfetto stile racing, a cui si può accoppiare un poggia schiena per il passeggero ben rifinito e dotato di una struttura in alluminio; oppure la linea touring che invece propone un parabrezza maggiorato, esteticamente meno incisivo della versione sportiva ma certamente più efficace e confortevole nell’utilizzo quotidiano, a questo si può associare una piastra portapacchi posteriore che permette di alloggiare un bauletto senza la necessità di adattatori o sistemi di ancoraggio.

Test Yamaha X-Max 250 2010
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Il nostro consiglio è però quello di mixare le due linee abbinando il comodo poggia schiena posteriore al parabrezza di maggiore diametro, dal momento che su uno scooter tanto capiente la necessità del bauletto diventa piuttosto remota.

Colori X- MAX 250: Competition White, Midnight Black, Aluminium Slate e Storm Silver.

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