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Su la Visiera: il traction control e la sicurezza dell’elettronica in MotoGP

Ultimamente, Colin Edwards ha affermato che le carriere dei piloti si sono allungate grazie all’elettronica, al Traction Control che riduce le cadute e alla sicurezza passiva nettamente evoluta. E se da un punto di vista il TC, introdotto con le MotoGP 800cc, ha messo da parte derapate e spettacolari numeri da circo, ha messo in


Ultimamente, Colin Edwards ha affermato che le carriere dei piloti si sono allungate grazie all’elettronica, al Traction Control che riduce le cadute e alla sicurezza passiva nettamente evoluta. E se da un punto di vista il TC, introdotto con le MotoGP 800cc, ha messo da parte derapate e spettacolari numeri da circo, ha messo in campo un diverso modo di concepire la guida estrema, in molti casi definita come una “guida facile e poco umana”.

Certe convinzioni sminuiscono senza dubbio il lavoro dei piloti che in realtà non fanno meno fatica per andare realmente forte. Per intenderci, nell’ultimo appuntamento dell’Estoril, Motoblog ha avuto modo di seguire da bordopista le gesta dei nostri cavalieri variopinti, e osservare attentamente le moto in uscita di curva, soprattutto nel lento “cavatappino” e nel tornantone, abbiamo notato quanto Casey Stoner limitasse l’intervento del TC a gas completamente spalancato, con un grande vantaggio in termini di erogazione della potenza.

Cosa che assolutamente non riusciva a Talmacsi, che dall’ultima posizione era quello che, smanacciando sul gas, faceva gracchiare il motore tanto da dare fastidio, facendo intervenire in maniera massiccia il TC (e tutti abbiamo visto che l’ultimo posto al traguardo non gliel’ha tolto nessuno). Questione di settaggi, è vero, ma anche questione di manico.

Già da Indianapolis il grande Vitto Guareschi ha sviluppato per tutti i piloti Ducati, un setting del TC del tutto simile a quello di Casey, se non lo stesso, che, testato anche da un novizio come Pasini, ha dato l’impressione di una guida facile come non mai. Come abbiamo visto in gara, però, questo ha migliorato di poco le prestazioni dei piloti senza mai farle eccellere.

Ritornato Stoner (quello di una volta) la Ducati si piazza al secondo posto. Il vantaggio di Stoner (che gli ha portato il mondiale nel 2007 e gli fa fare ottimi risultati con una moto non velocissima come la F09) sta nel suo polso destro, che riesce a gestire millimetricamente ogni apertura di gas come nessuno riesce a fare in MotoGP al giorno d’oggi. Anche questo è saper pilotare, e non è giusto minimizzare il valore dei riders in griglia dando tutto il merito all’elettronica.

In conclusione di questa piccola riflessione, il TC ha portato nella MotoGP un nuovo modo di correre in moto e un incremento della sicurezza attiva, sacrificando un po di spettacolo. I piloti rimangono professionisti, tutti con le loro caratteristiche e, probabilmente, portati da questo sistema ad una precisione e una delicatezza nella guida ancora maggiore, che non toglie nulla al valore del rider, anzi, ne esalta le qualità tecniche e velocistiche.

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