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Francia: 4 giorni tra i passi alpini

Pubblichiamo oggi il racconto di viaggio inviato da Giuliano Comotti che, insieme ad alcuni amici, alla fine di Giugno ha fatto un interessante motogiro di 4 giorni in Francia, attraversando 22 passi alpini e percorrendo 1700 km su itinerari davvero affascinanti. RACCONTO DI VIAGGIO Come ogni anno siamo arrivati a Giugno: è in questo periodo


Pubblichiamo oggi il racconto di viaggio inviato da Giuliano Comotti che, insieme ad alcuni amici, alla fine di Giugno ha fatto un interessante motogiro di 4 giorni in Francia, attraversando 22 passi alpini e percorrendo 1700 km su itinerari davvero affascinanti.

RACCONTO DI VIAGGIO
Come ogni anno siamo arrivati a Giugno: è in questo periodo che organizziamo la nostra avventura motociclistica in giro per l’Europa e quest’anno la scelta è caduta sulla Francia; il gruppo è il solito: io, Roberto, Sergio e Francesco con le nostre amate e inseparabili moto.

Il percorso in certi momenti è stato abbastanza faticoso, ma ne è valsa la pena: abbiamo trovato paesaggi diversi da quelli che siamo abituati ad attraversare che hanno comunque ripagato le nostre fatiche, e ho inoltre potuto riscontrare la cordialità dimostrata in ogni occasione dai francesi.

Francia: 4 giorni tra i passi alpini
Francia: 4 giorni tra i passi alpini
Francia: 4 giorni tra i passi alpini

GIORNO 1 – 19 Giugno 2009

Francia: 4 giorni tra i passi alpini
Francia: 4 giorni tra i passi alpini
Francia: 4 giorni tra i passi alpini

E’ iniziata stamattina alle 5.00 la nostra grande avventura verso la Francia: ci aspettavano circa 2.000 km e numerosi passi alpini in una zona per noi mai visitata; come al solito arrivo con ben 20 minuti di ritardo: avevo dormito poco ed ero anche molto stordito per l’ora.

Prendiamo subito l’autostrada in direzione Cuneo: 300 km abbastanza noiosi intervallati da alcune soste a base di Red Bull (abbondantemente usata da me e da Francesco per tenerci svegli); una volta arrivati alla frontiera, ovvero al Colle di Tenda, dobbiamo aspettare quasi 20 minuti per oltrepassarla perché la strada è a senso unico.

Ci dirigiamo poi in direzione di Sospel attraverso una splendida gola ed una strada molto scorrevole; una volta arrivati, saliamo a Nord verso il Col de Turini dove però incontriamo la prima difficoltà: il passo è chiuso.

Decidiamo quindi di scendere a valle e di raggiungerlo attraverso una strada parallela: abbiamo però ancora difficoltà, visto che né con il GPS né con la cartina riusciamo a trovare facilmente la strada giusta causa la mancanza di cartelli stradali, ma alla fine riusciamo a farcela.

Il clima, anche se in quota, è molto caldo e il paesaggio abbastanza deludente; dopo una sosta per il pranzo proseguiamo per le colline francesi, incontrando per la seconda volta un gruppo di centauri tedeschi.

Dopo aver passato il Col St. Martin arriviamo al Col da la Couillole, non molto alto ma dove è presente una pista da sci per l’inverno: altra sosta e poi via; in questa giornata io soffro particolarmente il caldo: non me lo aspettavo e fortunatamente ho con me degli integratori salini che mi tirano un po’ su.

Da qui scendiamo a Sud verso la cittadina di Annot e la discesa ci offre uno spettacolo bellissimo: la strada è ricavata attraverso una roccia rossa che è praticamente ovunque, stile Gran Canyon, e si possono vedere molte cascate affiorare dai costoni che si gettano in un fiume a fondovalle.

Proseguiamo in direzione Nord e, passando per il Col de la Colle St. Michel, arriviamo alla cittadina di Beauvezer, dove decidiamo di soggiornare per la notte; dopo qualche tentativo troviamo l’Hotel du Verdon, un albergo a pochi soldi ma ben sistemato, con addirittura una terrazza dove allestiamo, dopo cena, la moka per un buon caffè italiano, poi tutti a nanna aspettando la sveglia per il giorno dopo.

GIORNO 2 – 20 Giugno 2009

Francia: 4 giorni tra i passi alpini
Francia: 4 giorni tra i passi alpini
Francia: 4 giorni tra i passi alpini

La mattina del secondo giorno, dopo un’abbondante colazione, ci dirigiamo verso il primo passo della giornata, il Col de Champs: non so perché, ma oggi abbiamo percorso i chilometri con una certa calma e più che da andatura turistica sembravamo andare a passeggio, così a fine giornata abbiamo fatto registrare meno di 300 km.

Una volta arrivati in vetta lo spettacolo era bellissimo: tanta neve ancora presente sulle pendici della montagna e la favolosa compagnia di molte marmotte lungo entrambi i versanti.

Proseguiamo poi più spediti verso St. Sauveur in direzione Est ripassando per il Col da la Couillole, poi a Nord verso il Col de la Bonette: la strada è bellissima, soprattutto nella parte finale della salita; raggiunto il passo, anche se con la presenza di un po’ di neve, riusciamo ad arrivare sulla sommità della montagna dove regna uno spettacolo meraviglioso.

Continuiamo verso Nord fino a raggiungere il Col de Vars, dove effettuiamo una piccola sosta; gli scenari che si susseguono sono straordinari: avendo deciso di raggiungere il Col d’Izoard, proseguiamo ancora verso Nord ed è su questo tratto di strada che incontriamo una gara di auto d’epoca italiane con l’organizzazione italiana.

Il Col d’Izoard, anche se non molto alto, gode di una vista imponente su tutte le montagne circostanti ed essendo molto conosciuto è molto frequentato dai turisti; il nostro viaggio prosegue verso Briancon: prendiamo poi la strada in direzione Nord-Ovest verso l’ultimo passo della giornata: il Col du Lautaret.

La prima parte della strada non è molto interessante e l’asfalto lascia molto a desiderare per cui dobbiamo stare molto attenti a non cadere: quando siamo ormai in vista del Col du Lautaret, il tempo si è fatto molto minaccioso; una volta arrivati al passo, decidiamo di proseguire solo per qualche chilometro per cercare un albergo per la notte: fortunatamente troviamo subito l’Hotel Le Faranchin che, nonostante le camere un po’ piccole, offre a buon prezzo tutti i comfort, soprattutto un buon letto dove riposare.

GIORNO 3 – 21 Giugno 2009

Francia: 4 giorni tra i passi alpini
Francia: 4 giorni tra i passi alpini

Decidiamo di partire di buon’ora e alle 7 siamo già in sella, ma la mattinata è così fredda da farci indossare l’abbigliamento invernale al completo: più salivamo e più faceva freddo e, arrivati alla sommità del Col du Galibier, la moto di Roberto segnava -4°: la strada era ghiacciata e andare aventi era impossibile; fortunatamente più a valle c’era una piccola galleria, che ci ha permesso di proseguire e di raggiungere la cittadina di Valloire.

Dopo la colazione, proseguiamo verso St. Michel de Maurienne e poi in direzione Nord-Ovest verso La Chambre: una volta raggiunta quest’ultima cittadina, svoltiamo a destra in direzione Col de la Madeleine; la strada è un susseguirsi di curve e controcurve tanto che noi, come tutti gli altri motociclisti, riusciamo a stento a tenere a freno le nostre moto.

Proseguiamo verso Nord attraverso una strada statale e ci portiamo a Bourg St. Maurice, quindi ancora verso Nord verso il Cormet de Roselend e il Col de Merallet; facciamo una pausa, qualche foto, i ragazzi fanno collezione di un altro scudetto del passo, poi si riparte.

Ci mancava ancora quasi metà strada prima di arrivare ad Aosta e dovevamo passare anche per la Svizzera: ci mettiamo a testa bassa e cominciamo a macinare chilometri in fretta passando per il Col des Saisies, la città di Megeve, quella di Chamonix che offre l’emozionante vista del Monte Bianco, il Col des Montets e quindi l’arrivo in Svizzera; cara vecchia Svizzera, se non ci fossi bisognerebbe inventarti (non mi stancherò mai di dirlo).

Superiamo il Col de la Forciaz, una volta a valle facciamo il pieno di benzina e, dirigendoci verso Sud, arriviamo al Col du Grand St. Bernard: devo dire che è sempre molto affascinante passare da queste parti, anche se questa volta il clima sembrava quello del circolo polare artico.

Dopo pochi minuti ripartiamo diretti verso Aosta dove, praticamente al primo incrocio che affrontiamo, troviamo l’Hotel Mignon: 92,00 Euro per un appartamento di circa 80 mq; dopo una doccia e la cena, facciamo un giro per la città che, sebbene abbastanza vuota, ci consente comunque di apprezzarne le bellezze architettoniche, soprattutto nel centro storico.

GIORNO 4 – 22 Giugno 2009
Come la mattina precedente, anche questa è stata caratterizzata dalle basse temperature e, dopo l’ingresso in Francia e l’arrivo al Col du Petit St. Bernard, ha addirittura iniziato a nevicare!

Più avanti ci siamo addentrati in una nuvola dove non si riusciva ad andare a più di 30/40 km/h ma, una volta usciti, lo scenario che ci ha offerto il Petit St. Bernard era meraviglioso; sfortunatamente ho rovinato tutto finendo a gambe all’aria con la moto anche se ero fermo.

Dopo le scuse al fidato VFR promettendo di non fare più una cosa del genere, siamo scesi a Sud sull’unica strada che porta al Col de l’Iseran; abbiamo però trovato un cantiere stradale che, dovendo asfaltare un tratto di galleria non più lungo di 200 m, ci ha tenuti fermi più di un’ora e mezza: vi lascio immaginare la coda di moto che si è creata.

Questo però è stato un momento di seccatura ma anche di aggregazione tra noi motociclisti: c’erano soprattutto tedeschi che, come al solito, facevano un gran casino; non appena la strada si è aperta, è scattato un “gran premio” verso il Col de l’Iseran.

All’inizio la strada era molto larga ed agevole, ma col passare dei chilometri si faceva sempre più stretta: ho perciò dovuto lasciar spazio ad uno squadrone di tedeschi motorizzati BMW GS; Roberto si è stabilizzato nelle posizioni di centro gruppo, mentre Sergio e Francesco se la sono cavata meglio di tutti: alla fine il “gran premio” l’anno vinto i tedeschi, anche se la vittoria più grande è stata la foto che abbiamo fatto tutti insieme una volta arrivati al passo.

Abbiamo poi proseguito verso il Col du Mont Cenis su una strada incredibile non tanto per la velocità che si poteva mantenere, quanto per la maestosità delle pareti rocciose presenti lungo tutto il tratto; siamo poi arrivati al Col du Mont Cenis e, anche se non si è capito bene dove fosse il passo vero e proprio, abbiamo comunque apprezzato la bellezza del lago artificiale e la pace che infondevano le montagne circostanti.

Purtroppo con quest’ultimo passo terminava la parte più importante del nostro giro: dopo un pasto veloce ci aspettavano quasi 250 km per rientrare a Bergamo, chilometri che abbiamo percorso con molta calma, sia perché eravamo in anticipo sulla tabella di marcia, sia perché non volevamo lasciare gli spettacolari scenari che ci hanno accompagnati in questi 4 giorni; una volta arrivati, a malincuore ci siamo salutati con la consapevolezza che però ci aspettano altre incredibili avventure.

Grazie a Giuliano Comotti per il bel racconto e per le fotografie che ci ha inviato.

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