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Team Yamaha MotoGP: intervista a Lin Jarvis

Lin Jarvis, responsabile Yamaha Motor Racing, è pronto ad affrontare una stagione 2009 anomala. La casa di Iwata, che difende i mondiali piloti e costruttori, dovrà fare i conti con la crisi economica, il monogomma, le nuove regole e soprattutto con l’agguerrita concorrenza. A voi la corposa ed interessantissima intervista. D: Lin, il 2008 è


Lin Jarvis, responsabile Yamaha Motor Racing, è pronto ad affrontare una stagione 2009 anomala. La casa di Iwata, che difende i mondiali piloti e costruttori, dovrà fare i conti con la crisi economica, il monogomma, le nuove regole e soprattutto con l’agguerrita concorrenza.

A voi la corposa ed interessantissima intervista.

D: Lin, il 2008 è stata la stagione migliore del Yamaha Factory Racing Team, fino ad oggi. Pensi che si possa migliorare qualcosa nel 2009?
R: Non sarà facile, credo. Nel 2008 abbiamo avuto una stagione straordinaria, la migliore che il Team abbia mai avuto, perchè abbiamo vinto i tre titoli, la cosiddetta “Triple Crown”, e Lorenzo ha anche vinto il titolo di “Rookie of the year”, il miglior debuttante del campionato. È impossibile ottenere un risultato migliore di questo, perchè è impossibile essere il miglior debuttante più di una volta! Ci impegneremo di nuovo al massimo per cercare di aggiudicarci il triplo titolo mondiale e credo che sia nelle nostre possibilità vivere un altro anno fantastico. Poi vedremo come va Jorge. L’unica possibilità di migliorare il risultato che abbiamo raggiunto nel 2008 è quella di vedere i nostri piloti al primo e al secondo posto. Ci proveremo.

D: Ti aspetti di vedere una sfida Valentino/Jorge per il titolo 2009?
R: Sarebbe bello vedere entrambi i nostri piloti gareggiare per vincere il campionato. Naturalmente ci aspettiamo che Valentino ci provi, puntando a ottenere il suo nono titolo. Jorge sarà al suo secondo anno con noi in MotoGP. Lo scorso anno è arrivato quarto, miglior debuttante, e mi piacerebbe molto vederli al primo e secondo posto. Se dovessimo ottenere questo risultato significherebbe automaticamente che Jorge avrà lottato per vincere il titolo. Credo che non sarà facile, perché Valentino ha moltissima esperienza, la competizione da parte degli altri piloti sarà dura, ma noi ci proveremo e sarà un piacere vedere i nostri piloti lottare entrambi per vincere le gare.

D: Se questo accadrà, Rossi continuerà ad essere il pilota numero uno del Team?
R: Yamaha ricorrerebbe agli “ordini di scuderia”, se si trovasse di fronte ad una sfida serrata tra Valentino e Jorge? Attualmente, nel Team, Jorge è soltanto al suo secondo anno, mentre Valentino inizia la sua sesta stagione con Yamaha. Valentino comincerà automaticamente l’anno come “numero uno” all’interno della squadra, ma entrambi i piloti hanno pari opportunità nel nostro Team; è questo il sistema che applichiamo. Se entrambi gareggiano con l’obiettivo di arrivare alla vittoria nel campionato, non ci saranno ordini dal Team, perchè se davvero entrambi lotteranno per ottenere il titolo iridato, noi dovremo essere imparziali. Che vinca il migliore!

D: Yamaha Motor Racing ha un nuovo quartier generale a Gerno di Lesmo: com’è la nuova sede? Cambierà qualcosa nella struttura del Team o nello sviluppo della moto?
R: La nuova sede è, innanzitutto, molto bella. Siamo molto soddisfatti. Ci siamo trasferiti qui in dicembre e onestamente è stato un grosso miglioramento rispetto a prima. Siamo davvero contenti di essere in questa nuova struttura completamente rinnovata. L’edificio di base è lo stesso di prima, ma l’abbiamo davvero rinnovato dalle fondamenta al tetto. Siamo tutti
molto contenti di essere qui e la conseguenza migliore è che prima il personale era diviso in tre diverse sedi, mentre ora siamo tutti insieme sotto lo stesso tetto. Lavoriamo molto meglio, la comunicazione ne ha beneficiato molto.

D: Tutto ciò cambierà qualcosa nel vostro modo di lavorare?
R: Sicuramente ci renderà più uniti, più efficienti, ci trasformerà ancora di più in una squadra, con benefici che si rifletteranno in tutte le nostre attività.

D: Fiat si appresta ad iniziare il terzo anno consecutivo con Yamaha. E’ stata la vostra prima scelta, come Title Sponsor?
R: Sì, siamo molto contenti e soddisfatti che Fiat sia rimasta con noi. Abbiamo firmato un nuovo accordo per due anni con Fiat e questa è davvero una buona notizia. Due anni fa, quando abbiamo iniziato questa collaborazione, il fatto che un’azienda che produce automobili fosse sponsor di un’azienda giapponese che produce moto sembrava davvero una scelta molto radicale. Penso che siamo riusciti a portare grandi risultati a Fiat. Credo sia stata una cosa molto positiva per il campionato, soprattutto in questo difficile momento di crisi. In particolare per l’industria automobilistica, il fatto che Fiat sia rimasta con noi rappresenta un segno di fiducia nei confronti del nostro Team, ma anche nei confronti della MotoGP. A dire il vero, Fiat è sempre stata la nostra prima opzione. Naturalmente quando si ha un buon rapporto con un partner si vuole mantenerlo il più a lungo possibile, quindi siamo molto soddisfatti.

D: Avevate un “piano B”, nel caso in cui Fiat non avesse rinnovato?
R: Avevamo certamente un piano alternativo, perché comunque dobbiamo presentare delle alternative al management. Finchè un accordo non è concluso, rimane sempre incerto. Avevamo un piano alternativo ma, come ho già detto, Fiat era la nostra priorità e alla fine non c’è stato bisogno di metterlo in pratica. Ora stiamo chiudendo il nostro piano di sponsorizzazione per la nuova stagione e siamo anche contenti che Acer, un altro nostro sponsor già nella scorsa stagione, abbia confermato gli accordi con noi. Rimarranno con noi anche molti altri partner. È un segno di fiducia nei confronti del Team.

D: La situazione economica globale ha condizionato le competizioni sportive a tutti i livelli, inclusi Formula 1, rally e ora la MotoGP, con il ritiro di Kawasaki. Qual è la tua opinione a riguardo e sei in qualche modo turbato dal numero sempre minore di
piloti in griglia? Cosa si dovrebbe cambiare al fine di attirare un numero maggiore di team in MotoGP?
R: È una domanda impegnativa. I ritiri sono cominciati alla fine di dicembre, quando uno dopo l’altro hanno cominciato a fermarsi Honda in F1, Suzuki e Subaru nel rally e infine, purtroppo, Kawasaki in MotoGP. È un segno dei tempi vedere queste grosse aziende abbandonare alcune delle principali discipline sportive. Fortunatamente la nostra posizione come Yamaha è leggermente diversa. Anche noi ci troviamo ad affrontare la crisi come tutti gli altri, ma il nostro Team e il nostro progetto hanno avuto grande successo ed è per questo che credo che continueremo questa attività in futuro, perché è uno strumento
importante per Yamaha, per il marketing dell’azienda. Per quanto riguarda il numero di moto in griglia di partenza, naturalmente sono preoccupato. Preferirei non ci fosse la recessione globale e vedere i team in forma perfetta; preferirei
vedere un numero altissimo di moto in pista, anche 20, 22 o 24. Dobbiamo affrontare la realtà così com’è, e io spero sinceramente che le moto Kawasaki rimangano. L’ideale sarebbe avere 19 o 20 moto sulla griglia di partenza. Dobbiamo davvero riflettere seriamente su come possiamo migliorare le condizioni di questo sport.

D: Come pensi che la MotoGP possa cambiare per continuare ad essere la più alta espressione del motociclismo sportivo? Che tipo di misure avete adottato per ridurre i costi?
R: Penso che quando si attraversano momenti di difficoltà o recessione economica tutti dovremmo riflettere, compresi Dorna, FIM, le aziende, i team privati, i piloti. Tutti devono pensare a cosa è possibile fare per ridurre al massimo gli effetti negativi e per proiettarsi alla crescita futura. Ritengo che le immediate misure di riduzione dei costi proposte dalla MSMA siano un buon inizio. Già quest’anno abbiamo ridotto notevolmente i test invernali e ridurremo ulteriormente i test e le sessioni di prova nel corso della stagione. Ci sono delle proposte per il 2010 di effettuare importanti cambiamenti nelle specifiche tecniche e io credo che tutte queste cose saranno fondamentali. Tuttavia, la riduzione dei costi è solo un aspetto della situazione. Non intendo dire che sia facile ridurre i costi, ma cercare di ridurre qualcosa è un’azione in senso negativo. Dobbiamo trovare il modo di aumentare le entrate, perché un altro modo per bilanciare i costi è quello di assicurarsi che lo sport diventi più interessante da un punto di vista commerciale e che lo spettacolo generi domanda spontanea. Maggiori sono le entrate e più è possibile assicurarsi una crescita a lungo termine. Credo che dobbiamo avere giudizio e consapevolezza nella
riduzione, seria, dei costi, ma anche cercare di aumentare le entrate, per far crescere questo sport.

D: Tech 3 è stato il miglior team satellite del 2008. Credi che possano addirittura migliorarsi nel 2009? Riceveranno lo stesso supporto dalla Casa madre nel 2009?
R: Sì. Tech 3 lo scorso anno ha disputato un campionato eccellente. Sono stati il migliore team satellite in assoluto. L’anno scorso in Yamaha abbiamo avuto un anno superlativo grazie ad entrambi i team, Fiat Yamaha Team e Tech 3. Quest’ultimo può sicuramente fare meglio. I suoi piloti possono raggiungere posizioni migliori in pista. Penso che entrambi
i piloti possano arrivare entro la sesta posizione. Speriamo davvero che usino il buon lavoro fatto lo scorso anno come base di partenza per compiere un altro passo avanti. Noi abbiamo soltanto quattro moto in pista, pertanto credo che la posizione di Yamaha sia diversa rispetto ad altre aziende che sostengono team satelliti. Naturalmente il Factory Team sarà al centro della nostra attenzione, al primo posto per quanto guarda lo sviluppo, ecc. Ma daremo a Tech 3 il massimo sostegno anche nel 2009 e quindi avranno a disposizione un pacchetto molto competitivo. I piloti Tech 3 avranno tutto ciò di cui hanno bisogno per ottenere risultati importanti.

D: Yamaha ha imposto misure di riduzione dei budget alle operazioni MotoGP? Cambierà qualcosa, per il Team?
R: Naturalmente anche Yamaha ne subisce le conseguenze come tutti gli altri. Questo è un momento molto difficile per l’economia a livello globale. Ci sono difficoltà in particolare nei mercati sviluppati, come il Nord America, il Giappone o l’Europa. È un momento duro e ciò significa che ci troviamo sotto pressione dal punto di vista finanziario. Tutti sono sotto pressione, che si tratti delle corse, del marketing o dello sviluppo dei prodotti. Tutti abbiamo difficoltà da superare. Stiamo ricevendo sollecitazioni, da parte degli alti dirigenti Yamaha, a ridurre i budget, cosa che faremo attraverso azioni estremamente prudenti
che ci permettano di mantenere le prestazioni al massimo livello; tuttavia taglieremo tutto ciò che è superfluo. Ci concentreremo molto su ciò che dobbiamo fare il prossimo anno; spenderemo soltanto per ciò che è davvero essenziale, che può portare a ulteriori risultati. Ritengo che possiamo fare tutte queste cose. Penso che questo sarà un anno in cui dovremo essere più creativi, ma sono certo che le restrizioni dei budget che dovremo affrontare non avranno ripercussioni sulla pura esecuzione delle nostre attività. Questo è il nostro compito e dovremo portarlo a termine.

D: Yamaha era contraria all’introduzione del singolo fornitore di pneumatici. La tua opinione è cambiata in seguito alla crisi finanziaria e al fatto che il monogomma ha comportato una riduzione dei costi?
R: Anche questa è una domanda interessante. In effetti Yamaha era contraria all’introduzione del monogomma, ma questo perché la nostra filosofia è competizione libera, sfida libera, spirito libero. Tuttavia, sebbene Yamaha fosse ufficialmente contraria a questa regola, il Team non lo era. Il Team era favorevole al monogomma perché ovviamente ci sono altre questioni in gioco. Io ho sempre sostenuto l’introduzione di questa regola e penso che stiamo già cominciando a vedere alcuni dei benefici. Come è stato già detto, i test saranno ulteriormente ridotti. Penso che ci sarà una competizione più livellata tra tutti i piloti, almeno per quanto riguarda gli pneumatici. Credo che anche alcuni dei team satelliti ne trarranno vantaggio. Ritengo che alla fine sarà vista come una buona decisione per questo sport.

D: La MotoGP rimane un importante strumento di marketing per Yamaha, nell’attuale situazione economica globale? Come è possibile giustificare i costi relativi al vostro impegno in MotoGP, a fronte del drammatico taglio dei budget e dei tagli
del personale?
R: Questa è una delle questioni principali, visto anche il ritiro di alcune Case in varie discipline sportive. Come ho già detto, c’è anche una grande pressione sui costi in tutte le nostre attività. Siamo molto fortunati: innanzitutto Yamaha continua a raccogliere i frutti del grande successo ottenuto lo scorso anno e negli anni passati. Yamaha è un’azienda orientata al marketing e abbiamo davvero tratto grandi benefici, soprattutto negli ultimi 5 o 6 anni, dall’utilizzo della nostra partecipazione al campionato MotoGP in moltissime attività promozionali in tutto il mondo. Esiste un sostegno reale, anche in condizioni di estrema difficoltà, da parte del network Yamaha; c’è un autentico sostegno a continuare in MotoGP. La scorsa settimana il nostro Presidente, Takashi Kajikawa, ha rilasciato una dichiarazione ai media, in Giappone, nella quale affermava che continueremo nelle competizioni sportive e soprattutto in MotoGP perché, ha dichiarato, le attività che svolgiamo in MotoGP sono come un “tamburo di guerra per l’azienda”. Il fatto che un Presidente manifesti un tale sostegno è davvero straordinario. Dipende da noi mantenere le promesse, ma sono certo che Yamaha resterà in MotoGP.

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