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I cordoli in mezzo alle carreggiate tolgono un’altra vita a Roma

Questa di Luca62 è una di quelle segnalazioni che non vorremmo mai ricevere: perchè la morte di un centauro è un qualcosa di cui non ha neanche senso parlare, ci sono solo dispiacere, tristezza e amarezza. Tutti sentimenti che però diventano ancora più forti quando si legge che questa settimana a Roma un micidiale mix


Questa di Luca62 è una di quelle segnalazioni che non vorremmo mai ricevere: perchè la morte di un centauro è un qualcosa di cui non ha neanche senso parlare, ci sono solo dispiacere, tristezza e amarezza.

Tutti sentimenti che però diventano ancora più forti quando si legge che questa settimana a Roma un micidiale mix composto da asfalto bagnato, visibilità scarsa ed un cordolo “infernale” in mezzo alla strada sono costati cari, troppo cari, ad uno scooterista di 39 anni.

Che non ha probabilmente avuto neanche il tempo di capire cosa stava succedendo, quando una carambola micidiale gli ha tolto la vita intorno alle dieci di sera mentre stava percorrendo via dell’Amba Aradam in direzione di via Numa Pompilio a Roma.

L’urto con il cordolo, il suo Honda Sh che impazzisce e diventa incontrollabile fino ad impattare con la base della pedana di cemento della fermata del bus in mezzo alla carreggiata: il volo è inevitabile, come il destino dell’uomo sbalzato di sella che piomba sull’asfalto in una pozza di sangue, mentre il motorino prosegue la sua corsa strisciando sull’asfalto.

Ed a nulla è servito l’arrivo immediato di un’ambulanza del 118: i sanitari hanno fatto di tutto per salvargli la vita, ma Enrico apparso subito in condizioni disperate, e morirà poco dopo all’ospedale San Giovanni. Sul posto sono intervenute due pattuglie dei vigili urbani del I Gruppo per i rilievi di rito.

E fortunatamente sarà aperta un’inchiesta della magistratura per stabilire la dinamica esatta dell’incidente: perchè anche se un automobilista che procedeva dietro allo scooter avrebbe detto, comunque, che l’uomo avrebbe fatto tutto da solo, non è la prima volta che su quel tratto di strada in discesa con la corsia preferenziale arriva il dramma.

Quel vecchio cordolo giallo di gomma alta e dura ha già altri motociclisti sulle spalle. Ma ancora non è stato fatto nulla, nonostante a luglio – tre settimane dopo l’annuncio dell’assessore Sergio Marchi che nel giro di un anno sarebbero stati sostituiti tutti i cordoli di vecchio tipo, ritenuti pericolosi – morì Maurizio Di Nesi, 39 anni, su uno Yamaha 400.

E per giunta l’altra sera, all’altezza del luogo dell’incidente, il lampione dell’Acea era spento, la visibilità ridotta, il cordolo sempre lì. E sul catarifrangente che segnala l’inizio della pedana c’erano ancora i fiori in ricordo del morto precedente.

Forse qualcuno la notte ora fatica a prendere sonno, ma evidentemente non basta ancora.

via | Il Messaggero

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