Home SBK Aragon, Davies “cancella” Melandri in Bmw. Aprilia in chiaroscuro. Notte Ducati

SBK Aragon, Davies “cancella” Melandri in Bmw. Aprilia in chiaroscuro. Notte Ducati

SBK Aragon, Davies “cancella” Melandri in Bmw. Aprilia in chiaroscuro. Notte Ducati


La splendida doppietta di Chaz Davies ad Aragon da una parte conferma le indubbie qualità del pilota gallese e il gran livello delle BMW ma dall’altra apre alcuni importanti interrogativi. Il primo riguarda proprio la Casa tedesca, che adesso si trova a gestire una situazione molto diversa dal 2012 quando era Melandri il capitano di fatto, con i galloni guadagnati in pista. L’italiano sembra subire la pressione interna del nuovo compagno di squadra e questa situazione non sarà facilmente gestibile nelle prossime tappe del campionato.

I due galletti nel pollaio raramente diventano per la Casa un valore aggiunto e Melandri, se dovesse continuare a prendere paga, è capace di sbroccare, con conseguenze spiacevoli per se stesso e per il Team. Il secondo interrogativo riguarda l’Aprilia, moto tutt’ora al massimo livello di competitività, ma anche qui alle prese con il nodo dei piloti. Nell’era di Max Biaggi, tutto e di più era concentrato sul “corsaro” che faceva e disfaceva a proprio uso e consumo, pur potendo contare su una moto al top nelle prestazioni e nel rendimento.

L’ing. Dall’Igna, pur senza sottovalutare l’apporto dato dal 6 volte campione del mondo, non potrà certo sedersi o dormire sugli allori, anche se così era sembrato dopo la grande competitività dimostrata in Australia dalla sua RSV4 (veloce praticamente con tutti i suoi piloti). Massima attenzione sugli avversari quindi, perchè in questa stagione chi sbaglia paga ed il mondiale è ancora lungo! Basta osservare il k.o. tecnico di oggi, occorso in gara uno sulla moto di Laverty, seguito dal volo in gara due alla seconda curva del primo giro. Fattori questi che potrebbero aumentare il nervosismo in squadra, ma le gare sono fatte anche di questo, infatti gli inconvenienti tecnici hanno colpito in gara uno, non solo Laverty, ma anche Sykes e Giuliano.

La caduta in gara due invece è forse figlia della volontà di Eugene di riscattarsi da subito e in poco tempo dallo sfortunato evento di gara uno. Il terzo interrogativo riguarda la Ducati, ottavo posto con Checa a oltre 30 secondi dal vincitore e molto più indietro con Badovini, decimo. La storia che ci vuole tempo per la messa a punto della Panigale la conosciamo e ci sta. Ma 30 secondi di gap forse spingono a una riflessione più approfondita che non può non investire anche i piloti, entrambi reduci da cadute che – specie per lo spagnolo – non possono essere catalogate fra semplici scivolate. Qual è oggi il livello di competitività di Checa e di Badovini? Spetta alla Casa di Borgo Panigale rispondere, senza infingimenti.

Altro interrogativo sulla Kawasaki che ripropone un Sykes super nel giro secco della Superpole ma non altrettanto in gara. Anche qui l’ombra del secondo pilota avanza minacciosamente: cosa avrebbe fatto oggi Baz senza il pasticcio allo start?

Infine, gli italiani. L’assenza di Biaggi, come pilota e come personaggio, pesa come una montagna. Rinviando il giudizio su Melandri ai prossimi gran premi, il nostro più forte è oggi Giugliano, giovane mastino dai denti affilati, tutto cuore e gas a piene mani, forse il suo stile un pò “pesante” e la guida “sporca” lo limitano nel risultato finale, ma lo spettacolo è dalla sua parte. Infatti dall’esterno la sua Aprilia sembra la sorella imbizzarrita rispetto a quelle di Laverty e Guintoli. Moto diversa o messa a punto e guida diverse?

Purtroppo le riprese televisive non trasmettono la bellezza del tracciato di Aragon, un saliscendi mozzafiato, tecnico con curve cieche e in contropendenza, uno spettacolo da gustare dal vivo. Qui ci vuole il pelo: per vincere e per stare in piedi.

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