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Lisbona-Dakar, muore Caldecott

Gli era stata affidata una KTM ufficiale all’ultimo momento, solo un mese prima del via, ma Andy Caldecott, australiano, andava davvero forte, tanto da essere costantemente nel gruppo dei primi, avendo vinto anche una tappa, la terza. Appena il tempo di conoscere il 41enne campione di specialità australiano che nella vita, oltre a correre, aveva

Gli era stata affidata una KTM ufficiale all’ultimo momento, solo un mese prima del via, ma Andy Caldecott, australiano, andava davvero forte, tanto da essere costantemente nel gruppo dei primi, avendo vinto anche una tappa, la terza.
Appena il tempo di conoscere il 41enne campione di specialità australiano che nella vita, oltre a correre, aveva un negozio di moto ed ecco che se ne è andato, morto sul colpo al Km 250 della 9° tappa, come si apprende da Repubblica.it: la 23° vittima del raid più spietato del globo.

Dakar vuol dire tutto, spesso significa un’intera vita compressa in una ventina di giorni ma, altrettanto spesso vuol dire anche morte: 23 vittime in 28 edizioni; ma è inutile tornare a chiedersi se ne vale la pena, è così e basta ed è così per tutti, campionissimi come Meoni, o tardive new-entry come Caldecott: gente che ha eletto il deserto come arbitro della propria vita e nel deserto fa di tutto per andare, che si tratti di incassare gloria, o di pagare il conto.

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