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KTM 690 Duke Vs 690 track: il test a Misano

Anello di congiunzione tra naked e motard, Minotauro a due ruote, chiamatela come volete ma il risultato non cambia, la Duke ha subito un’evoluzione costante che dal primo modello, fondamentalmente una supermotard, l’ha portata a “nakedizzarsi” fino a diventare un’originale via di mezzo tra i due generi. E non solo dal punto di vista estetico, dove mostra linee particolarmente taglienti e più estreme rispetto alle più comuni nude in commercio, ma anche nella tecnica, per via del suo motore monocilindrico che si contrappone ai più diffusi pluricilindrici, e soprattutto nella guida, così diversa da quella consueta, votata al divertimento puro, al dinamismo, alla reattività, in sintesi all’esaltazione del rapporto diretto tra uomo e macchina.

Il tutto ad un costo accettabile pari a 7.870 euro franco concessionario. E ad estremizzare ulteriormente quanto già estremo, c’è la versione Track della Duke 690, da noi provata in parallelo con quella stradale. Prodotta in serie limitata con le stesse caratteristiche tecniche della versione utilizzata nel KTM European Junior Cup 2012, la serie dedicata ai giovani piloti tra i 14 ed i 19 anni che si è disputata la scorsa stagione in concomitanza con il Mondiale Superbike, e proposta al pubblico ad un prezzo inferiore di 10.000 euro, la Track non è omologata per la circolazione su strada, essendo priva di gruppi ottici, indicatori di direzione e specchi retrovisori, ma anche ricca di componenti speciali tutti presenti nel catalogo Power Parts di KTM.

La moto può essere acquistata nella versione “full”, come quella protagonista del nostro test, oppure è possibile adeguare la propria moto di serie in base alle esigenze del singolo. Noi abbiamo provato su strada la versione omologata ed entrambe sul circuito di Misano, ecco il resoconto della nostra “orange experience”.

KTM Superduke 690 Vs 690 track

Design


La Duke 690 vanta un bel manubrio ampio, di grande qualità e una sella posta ad una altezza adatta ad ogni statura, perde le sospensioni pluriregolabili che fanno tanto “Track-Day” ma guadagna, a richiesta e con un sovrapprezzo di circa 500 euro, un’efficace e ben tarata unità integrata ABS Bosch a due canali. Le plastiche sono di ottima fattura e le decals si possono personalizzare con i kit a disposizione nel fornitissimo catalogo “Power Parts” dedicato alla Duke 690.

Davvero pregevoli alcuni particolari che sfuggono a prima vista grazie alla loro perfetta integrazione nelle linee stilistiche della moto, come ad esempio il codone in alluminio che svolge la doppia funzione di sostegno sella ed elemento stilistico, capace di accogliere la generosa cassa filtro e da fungere da base di ancoraggio delle pedane del passeggero che, contrariamente a quanto possa sembrare, è accolto in maniera più che dignitosa.

Chiaramente ancora più racing l’aspetto della Track, dotata di tabella portanumero anteriore al posto del faro, con il codone sparato ancora più in alto e l’assenza della targa che mette ancora più in evidenza il generoso pneumatico posteriore.

Tecnica

KTM Duke 690 2012 test

Sotto la carrozzeria si nascondono numerosi interventi mirati a rendere la moto ancora più efficace e divertente. Ecco che il monocilindrico da 690 cc nella più recente versione vanta la doppia accensione con mappature diversificate e dedicate ad ogni singola candela, un nuovo catalizzatore posto ancora più vicino al collettore di scarico per entrare prima in temperatura e il ride by wire in configurazione integrale.

Osservata attentamente sul banco di lavoro questo propulsore non ha nulla da invidiare ad un blocco motore di una moto da competizione, sia come rifinitura e come cura costruttiva, sia per dimensioni e peso, tanto che si fa davvero fatica a credere che sia un motore uscito da una catena di montaggio e destinato al pubblico.

Il cambio a 6 marce è coadiuvato da una frizione idraulica con dispositivo antisaltellamento APTC™ a tutto vantaggio della concentrazione del pilota, in grado così di pensare solo ad essere più veloce possibile senza curarsi troppo di gestire la leva sinistra durante gli inserimenti fulminei di cui questa pepatissima monocilindrica è capace.

E poi, nel vero spirito “ready to race” KTM, c’è la Track. Le numerose PowerParts montate di serie trasformano la 690 Duke in una moto da pista. Il risultato sono 10 kg in meno sulla bilancia e 9 CV in più rispetto al modello standard. Il monocilindrico LC4 che equipaggia la 690 Duke è stato ulteriormente potenziato tramite un impianto di scarico completo Akrapovic in titanio, modifiche all’airbox e uno speciale albero a cammes unito ad una mappatura dedicata.

L’impostazione di guida è stata modificata e resa più idonea all’utilizzo sportivo in pista, grazie ad una sella che, per la sua particolare conformazione, rende più agevoli i movimenti del pilota, alle pedane racing dal posizionamento più alto e arretrato e infine al manubrio Renthal con piega e collocazione studiate per l’utilizzo in pista. Importanti upgrade arrivano nel reparto freni, visto che all’anteriore è stata installata una pinza Brembo radiale a 4 pistoncini che agisce su un nuovo disco flottante.

All’avantreno della Track spicca la nuova forcella WP che alza la moto di 15 mm e offre un’ampia gamma di regolazione. Al posteriore si trova un monoammortizzatore WP anch’esso regolabile. Sviluppata in comunione dal reparto ricerche e sviluppo KTM con il noto pilota Jeremy McWilliams, ambasciatore del marchio arancione, la KTM 690 Duke in versione Track ha già dimostrato di essere una formidabile moto da pista, pur vantando consumi decisamente contenuti.

La Guida

KTM Superduke 690 Vs 690 track

Una volta in sella rispetto sia alla Duke 990 che alla 690 SMC e anche rispetto alla precedente Duke 690, si nota immediatamente una più comoda triangolazione sella/manubrio/pedane, che consente di percorrere molti chilometri in sella senza dover cambiare continuamente posizione per scongiurare precoci affaticamenti. Alla prova su strada la configurazione motore ci regala un monocilindrico dalla notevole “schiena”, sia per l’intervallo dei giri utili, sia nella coppia percepita, tanto da far pensare a chi la guida di disporre di un motore dotato di almeno un cilindro in più.

Il carattere del motore è allegro, corposo, incline all’utilizzo ad alti regimi, a girare sempre nei dintorni della zona rossa posta a circa 8000 giri. La coppia di ben 70 Nm viene espressa con il tipico carattere irriverente di un monocilindrico da corsa, che risponde alle aperture dell’acceleratore invogliando il pilota ad una guida più dinamica, ed è davvero molto difficile non farsi prender la mano.

Le sospensioni non regolabili (solo sul mono posteriore esiste la regolazione del precarico molla) mostrano il fianco solo quando si spinge veramente forte e quasi solo nell’uso in pista. La taratura infatti si rivela decisamente azzeccata lungo le nostre tormentate strade cittadine, a vantaggio del comfort e della capacità di assorbire anche le asperità più decise.

Pochi avrebbero pensato fino a poco tempo fa ad acquistare una KTM senza sospensioni regolabili, ma a volte la taratura fissa evita molti problemi, soprattutto quando il setting è tanto azzeccato. Forse con pochi ma mirati “click” la moto saprebbe assumere velocemente ed efficacemente una configurazione “only race” perfetta anche per i circuiti più tortuosi e variegati.

I freni invece mantengono il carattere tipico delle KTM di sempre: prontissimi e molto potenti con una fase di attacco decisamente da imparare a gestire se non ci si vuole produrre in coreografici quanto involontari numeri in stoppie! Ma l’ABS? Il sistema Bosch risulta tarato così bene che, nella guida normale, non è mai intervenuto, neanche nelle staccate più importanti: siamo stati “costretti” così a cercare un asfalto veramente sporco per verificare che funzionasse davvero! Questo è dovuto ad un sistema molto rapido e sensibile che interviene solo quando veramente necessario.

Compresa la sua efficacia su strada non rimaneva che provarla anche in pista, dove ha dimostrato di essere altrettanto competitiva: incisiva nei cambi di direzione, ma anche rapida e aggressiva in ingresso di curva, veloce a scendere in piega e precisa a trovare il punto di corda mantenendo la traiettoria impostata, e soprattutto molto valida anche in uscita, dove evidenzia una trazione ottimale. I pneumatici di serie sono più adatti ad un utilizzo stradale, se si vuole ottenere il massimo in pista è sufficiente montarne una coppia di più specifici.

Ma la pista, come d’altronde dice lo stesso nome, è il posto ideale per la Track. Difficile trovare dei difetti rispetto alla versione stradale, perché tutto è ottimizzato per rendere al meglio in circuito. Innanzitutto le sospensioni, che qui sono completamente regolabili e permettono di trovare l’assetto più adatto al pilota, al suo peso come allo stile di guida. Ma anche la posizione di guida è più indicata, grazie al manubrio più basso.

E poi il motore, che mostra sul campo tutti cavalli in più che i pezzi speciali gli garantiscono, con la conseguente maggior capacità di allungo, pur mantenendo il tiro ai bassi regimi che solo un monocilindrico riesce a fornire. Ancora più intuitiva e rapida nell’eseguire gli ordini del pilota, la Track riesce a dare forti emozioni pur non potendo offrire quelle prestazioni “monstre” delle sportive moderne.

Anche il peso molto ridotto contribuisce a renderla agilissima nel misto, fulminea in ingresso di curva ed efficace in frenata, dove peraltro è coadiuvata dalla frizione antisaltellamento. Insomma per chi è in cerca di un’alternativa originale e non particolarmente costosa per divertirsi in pista, la Track rappresenta un’ottima scelta per divertirsi e fare anche qualche scherzetto in staccata o nelle esse strette agli amanti delle quadricilindriche da centinaia di cavalli!

Pregi e Difetti

KTM Superduke 690 Vs 690 track

PIACE
Guidabilità e rapidità di eseguzione
Inserimento in curva e maneggevolezza
Sospensioni e freni
Trazione e bilanciamento
Possibilità di personalizzazione
Facilità di guida in pista e su strada

NON PIACE
Posizione interruttore mappature
Sospensioni ben tarate ma poco regolabili

In Conclusione

KTM Duke 690 2012 test

In conclusione la KTM, con la Duke 690 MY 2012, si avvicina alla clientela “normale” celando quasi con fatica le sue origini dietro a un aspetto più rassicurante rispetto ad altre KTM. Ma se la lasciate correre a briglia sciolta, se vi abbandonate e vi lasciate trasportare da quella insospettabile follia arancione, allora ritroverete in un attimo quel suo carattere personalissimo e inconfondibile delle migliori KTM.

KTM, con la Duke 690 si avvicina alla clientela “normale”, celando le sue origini dietro un aspetto più rassicurante rispetto agli altri modelli. Ma se la lasciate correre a briglia sciolta, se vi lasciate trasportare dalla caratteristica follia arancione, allora ritroverete subito quel carattere personalissimo e inconfondibile delle migliori KTM. D’altrocanto, per i puristi, c’è pur sempre la versione Track, capace di esaltare le già buone caratteristiche pistaiole della Duke 690, in virtù di accessori speciali di ottimo livello forniti ad un prezzo abbordabile.

I tagliandi infine sono cadenzati ogni 10.000 km, e non più ogni 7500 km, allungando così le distanze e diminuendo i costi fissi. Su strada però fate attenzione a non farvi prendere troppo la mano e a non far si che la simbiosi con la moto non vi distolga dalle leggi della strada, perchè i punti della vostra patente verranno esposti irrimediabilmente ad un grande pericolo ogni volta che si sale in sella senza una meta precisa. Elogiamo infine la possibilità di acquistare la Duke 690 MY 2012 allo stesso prezzo sia a potenza libera che con potenza limitata per i neopatentati.

Scheda Tecninca

KTM Superduke 690 Vs 690 track

Engine
Single-cylinder, 4-stroke, spark-ignition engine, liquid-cooled
Displacement 690 cm³
Bore 102 mm
Stroke 84.5 mm
Performance 50 kW (67 hp)
Starting aid Electric starter, automatic decompressor
Transmission 6-speed, claw shifted
Engine lubrication Semi-dry-sump lubrication with 2 rotor pumps
Primary gear ratio 36:79
Secondary gear ratio 16:40
Cooling system Liquid cooling system, continuous circulation of cooling liquid with water pump
Clutch APTC™ Anti-hopping clutch / hydraulically operated
Ignition system Contactless, controlled, fully electronic ignition system with digital ignition timing adjustment

Chassis
Frame Tubular space frame made from chrome molybdenum steel, powder-coated
Fork WP Suspension 4357
Shock absorber WP Suspension 4618 EM with Pro Lever linkage
Suspension travel front 135 mm
Suspension travel rear 135 mm
Brake system front Disc brake with radially mounted four-piston brake caliper; floating brake disc
Brake system rear Disc brake with single-piston brake caliper, floating
Brake discs – diameter front 320 mm
Brake discs – diameter rear 240 mm
Chain 5/8 x 1/4” X Ring
Steering head angle 63.5°
Wheel base 1,466±15 mm
Ground clearance (unloaded) 192 mm
Seat height (unloaded) 835 mm
Total fuel tank capacity approx. 13.8 l
Unleaded premium fuel (95 RON)
Weight without fuel approx. 150 kg

Prezzo 7.870 €

KTM 690 Duke ‘Track’ – Caratteristiche Tecniche

KTM Superduke 690 Vs 690 track

– KTM PowerParts: airbox, alberi a cammes, crash bars, sella
– WP totalmente regolabili all’anteriore e al posteriore
– Ruote Marchesini ultraleggere
– Impianto frenante Brembo e disco freno
– Impianto di scarico Akrapovic completo in titanio
– Frizione antisaltellamento APTC
– Pedane rigide e vaschetta recupero olii come da regolamento internazionale
– Manubrio con piega ed attacchi bassi
– Cover sella passeggero
– Peso a secco 140 kg (-10 kg rispetto alla standard)
– Potenza 79 CV (+9 CV rispetto alla standard)

Tester In pista: William De Angelis e Lorenzo Baroni
Tester Su Strada: Ermanno Bastianini
Stunt Tester: Emanuele Freddo
Testi: Lorenzo Baroni e Claudio Frappolli
Riprese e Video: Mauro Crinella
Foto: KTM Press, Emanuele Macaluso, Lorenzo Baroni, Alessio Barbanti

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