Harley Davidson “SCRHead” by Officine Rossopuro

Harley Davidson SCRHead by Officine Rossopuro

Quando si parla di Officine Rossopuro, quasi sempre c’entrano le Moto Guzzi. In questo caso però Filippo Barbacane ha messo le mani su un altro mito a due cilindri, che però non viene dal lago di Como ma… dall’altra parte dell’Oceano Atlantico.

A finire sotto le grinfie di OR è stata una V-Twin americana, ovviamente un’Harley-Davidson: si tratta di una Sportster 1000 del 1977, equipaggiata con il celebre propulsore Ironhead da 1 litro di cilindrata.

La storia di questa special è piuttosto particolare. Inizialmente era stata personalizzata in stile bobber, e le era stato dato il nome di Troublehead: erano quindi arrivate lunghe forcelle molto inclinate, una sella monoposto molleggiata, un manubrio all’americana e grossi pneumatici old-style, come vuole la tradizione di questo tipo di motociclette custom.

Successivamente, però, Filippo ha deciso di tornare sui suoi passi, nell’intenzione di creare qualcosa di nuovo e più versatile, che potesse essere usata a 360° anche su fondi sconnessi e sterrati.

Così è nata la SCRHead, dove le prime tre lettere stanno, ovviamente, per scrambler: “La SCRHead è nata dalla volontà di trasformare una moto rigida e non adatta alle lunghe distanze in una special versatile, che potesse rivelarsi valida nell’utilizzo su diversi tipi di strade” ha spiegato Barbacane a Pipeburn.

Si è trattato di una sfida affatto banale, poiché era necessario non solo modificare radicalmente l’estetica, ma stravolgere anche l’intero assetto della moto: le bobber non sono certo le moto più comode sulla piazza, e in questo caso il target era proprio quello di conferire a questa Harley un’indole da all-terrain, renderla adatta a un uso quotidiano e variegato.

Per prima cosa la Troublehead è stata quindi spogliata del tutto, facendo tabula rasa in modo da ripartire da una base pulita su cui avere mano libera: il nudo telaio è il migliore punto di partenza per liberare il proprio estro da customizzatore.

Inanzitutto, bisognava dare delle sospensioni posteriori a una moto che non le aveva: spesso le bobber sono dotate solamente di molle sotto la sella, soluzione che su una scrambler è semplicemente impensabile. La parte posteriore del telaio è quindi stata pesantemente modificata per poter ospitare una nuova coppia di ammortizzatori adatti all’uso off-road.

Anche le lunghe forcelle della Troublehead erano assolutamente inadatte all’utilizzo fuoristradistico: Filippo le ha quindi ricostruite con nuove molle e olio indicato, modificandone anche l’inclinazione con l’adozione di nuove piastre.

Ora sì che si può pensare di fare un po’ di sterrato!

Da un punto di vista puramente estetico, la SCRHead è caratterizzata da un puro stile scrambler: un look minimalista ed essenziale, che strizza l’occhio all’off road senza però esagerare. Il parafango posteriore alto prosegue oltre la sella di pelle, che nella parte anteriore si incontra con un serbatoio a goccia custom-made realizzato ad hoc da Officine Rossopuro.

Tutto è ridotto ai minimi termini, sopratutto per una questione di peso: strumentazione, impianto d’illuminazione, nulla più dello stretto necessario. Per migliorare il feeling in fuoristrada sono stati montati un manubrio alto e cerchi a raggi da 18 e 16 pollici, “vestiti” da pneumatici tassellati.

Per quanto riguarda l’impianto frenante, se dietro c’è un grosso tamburo, all’avantreno troviamo un monodisco morso da una pinza Brembo a due pistoncini. Bellissimo lo scarico, un due-in-due i cui collettori riprendono le sinuose forme già viste sulla Troublehead.

Non resta che avviare il motore, imboccare la prima strada sterrata e godersi il possente pulsare di questo V-Twin made in USA!